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Genova. Gli ex portavoce del Gsf si autodenunciano

Con una nota i leader delle giornate di Genova del 2001 si assumono "la responsabilità di tutte le iniziative di allora", in vista del processo contro i manifestanti che inizia oggi

di Ettore Colombo

I portavoce del Genoa Social Forum (Gsf), l’organismo che organizzò il Forum di discussione e le manifestazioni che si tennero il 19, 20 e 21 luglio del 2001, “si attribuiscono la responsabilità di tutte le iniziative che furono organizzate in quei giorni dalle reti che aderivano al Gsf”. Ne dà notizia una nota del Gsf, firmata da tutti gli ex portavoce del Genoa Social Forum, di qualunque estrazione. In una ritrovata unità, firmano il documento: Vittorio Agnoletto, Piero Bernocchi, Marco Bersani, Raffaella Bolini, Francesco Caruso, Luca Casarini, Chiara Cassurino, Peppe De Cristofaro, Luca De Fraia, Roberto De Montis, Maurizio Gubbiotti, Stefano Kovac, Bruno Manganaro, Alessandra Mecozzi, Massimiliano Morettini, Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Bruno Paladini, Angelo Pedrini, Sergio Tedeschi. Nel documento di autodenuncia gli ex portavoce contestano “radicalmente il tentativo in atto di ribaltare la verità, dando una rappresentazione di una città in preda alla follia devastatrice dei manifestanti”. I portavoce ricordano “invece che in quei giorni ci fu una vera e propria sospensione dei diritti civili e politici, i manifestanti furono vittime di una repressione inaudita, che costò la vita a Carlo Giuliani”. “Il Genoa Social Forum, il GSF, e il suo consiglio dei portavoce si erano sciolti già nell’autunno del 2001, perché si affacciavano nuovi luoghi unitari – si legge nella nota – Ma oggi, noi ex-portavoce, ritorniamo a parlare insieme”. “Ci opponiamo – continua la nota unitaria – al tentativo di riscrivere la storia e di accreditare la tesi che la città fu devastata dalle violenze dei manifestanti, i quali con la loro resistenza hanno di fatto impedito che il bilancio di quella giornata fosse ancora più grave. Crediamo che solo all’interno del quadro generale di ciò che avvenne allora sia possibile valutare anche i fatti contestati alle persone sotto processo. Nella nostra pluralità ed unità, oggi come allora, ci assumiamo – concludono – ancora una volta la responsabilità di aver discusso e deciso le iniziative e le azioni promosse e praticate dalle reti che si riconoscevano nel Gsf. Per chi voglia sostenere che a Genova, nel luglio 2001, si è consumato un grande reato collettivo di devastazione e saccheggio, questa lettera valga come autodenuncia”.


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