Cooperazione & Relazioni internazionali

Darò una famiglia a 10mila bambini

Il programma della responsabile della Commissione adozioni internazionali. "Lavoreremo per dare più efficacia e trasparenza al sistema".Intervista a Daniela Bacchetta.

di Sara De Carli

E' la prima volta che parla, Daniela Bacchetta. Da quando a fine settembre il ministro Bindi l?ha scelta come vicepresidente della Commissione adozioni internazionali, il magistrato minorile e giudice di Cassazione rubato all?ufficio legislativo di Mastella si è dedicata completamente all?attività della Commissione. Da allora c?è stata la chiusura dell?accordo con la Cina, la corsa degli enti (tra Natale e l?ultimo dell?anno) per spartirsi le quote stabilite dall?Ucraina, la delicatissima missione a Minsk per sbloccare le adozioni. Poi la convocazione della plenaria con gli enti, per lunedì 28 gennaio: il debutto ufficiale. In questa intervista, delinea il suo manifesto per far sì che la disponibilità di 10mila coppie italiane ad adottare un bambino si trasformi presto in un gesto di concreta accoglienza.
Vita: Quali sono le strategie della Cai per il futuro? Come sarà la Cai fra cinque anni e come l?ente autorizzato?
Daniela Bacchetta: Efficacia, professionalità e trasparenza del sistema sono gli obiettivi della Cai che il nuovo regolamento ha esplicitato in modo particolarmente chiaro. Puntiamo al migliore coordinamento tra la Cai e gli enti e degli enti tra loro: nella realizzazione delle adozioni, nell?esplorazione di nuovi scenari di intervento, e nello sviluppo dei progetti di solidarietà, che sono l?aspetto qualificante del modello italiano.
Vita: Oggi c?è uno squilibrio della presenza degli enti nei Paesi: su quali aree puntare?
Bacchetta: Da anni si sottolinea la necessità di guardare con attenzione all?Africa e all?Asia. La Cai intende riprendere le trattative avviate con diversi Paesi africani, già a buon punto. Intendiamo avviare una seria riflessione con gli enti e con il ministero degli Affari esteri per individuare nuovi possibili sviluppi.
Vita: Il ministro Bindi ha più volte annunciato l?accordo con la Federazione Russa: ci può anticipare i tempi?
Bacchetta: Abbiamo in cantiere una riunione-Paese con tutti gli enti autorizzati che hanno richiesto e/o ottenuto il riaccreditamento per verificare le prospettive e la possibilità di una gestione condivisa delle pratiche adottive. Circa il nuovo accordo, potremo parlarne davvero a breve, appena sarà formalizzato.
Vita: Si parla di riduzione del numero degli enti: con quali criteri si farà? La riduzione non penalizzerà i più piccoli?
Bacchetta: Il nuovo regolamento della Cai ha indicato la riduzione del numero degli enti come strumento per rendere più efficace il sistema: questo è il fine. Non si può non considerare che in altri Paesi, penso alla Spagna e Francia, operano la metà degli enti che operano in Italia; che un numero imponente di enti rischia di confondere e disorientare le coppie; che una concentrazione di strutture e servizi potrebbe ridurre i costi dell?adozione. E tuttavia, si deve considerare anche la specificità che ogni ente ha, la risorsa che rappresenta per le famiglie e i bambini. Pertanto, non si procederà con nessun automatismo e non sarà fatta nessuna penalizzazione a priori.
Vita: Un?ipotesi è quella di incentivare le fusioni: è così? Sul versante opposto, invece, c?è chi dice che il sistema non è pronto: vede delle difficoltà?
Bacchetta: Il regolamento parla innanzitutto di coordinamento. Si potrebbe pensare a consorzi, a joint venture su determinati Paesi. La difficoltà è quella che i partner devono condividere impostazioni ideologiche e metodologie operative. Comunque la razionalizzazione del sistema è nell?interesse di tutti: ci aspettiamo un apporto costruttivo degli enti in questa riflessione.
Vita: La riduzione degli enti preoccupa anche le famiglie: come risponde?
Bacchetta: Qualunque sarà la soluzione o le soluzioni individuate, certamente verranno impostate in modo da non penalizzare le famiglie. La Commissione si impegnerà a studiare le soluzioni migliori perché le riforme comportino un miglioramento – e mai un peggioramento – per il cammino delle coppie.
Vita: Si parla di un maggior controllo sugli enti: a quali criteri pensate e a quali strumenti? Saranno previste sanzioni?
Bacchetta: Efficacia, professionalità e trasparenza sono gli obiettivi. Intendiamo rivedere alla luce del nuovo regolamento i criteri a cui finora la Cai si è attenuta, per verificarne la funzionalità e per aggiornarli. Metteremo gli enti in condizione di adeguarvisi in tempi appropriati. Altra cosa è il regime sanzionatorio, che si applica in caso di violazioni dei principi etici e deontologici. Il nuovo regolamento ha impostato un sistema di sanzioni più articolato, che consentirà alla Cai di correggere l?operato degli enti secondo un criterio di proporzionalità.
Vita: Nel sistema italiano c?è un ampio scarto fra numero di coppie in attesa e numero di adozioni concluse. Pensate di intervenire? O di reintrodurre, per esempio, una scadenza per l?idoneità?
Bacchetta: La Cai ha programmato per il 2008 l?approfondimento sistematico, mediante seminari e ricerche, del tema del ?tempo dell?attesa?: ci confronteremo anche con gli altri Paesi. Nello specifico della durata di validità del decreto di idoneità, è un tema sul quale vale la pena di riflettere. Tuttavia ogni modifica al riguardo deve passare attraverso un intervento legislativo e non mi risulta che oggi vi siano iniziative in tal senso.
Vita: In autunno si è parlato di gratuità dell?adozione internazionale. In Finanziaria ci sono 16 milioni di euro per le famiglie che hanno conferito l?incarico a un ente, però è scomparso il Fondo di sostegno per le adozioni internazionali, e comunque la gratuità dell?adozione internazionale non è stata raggiunta. Pensate di continuare a lavorare per raggiungere questo obiettivo?
Bacchetta: Il Fondo di sostegno per le adozioni internazionali non è scomparso, perché la Finanziaria 2006 lo dotava di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008. Solo dal 2009, dunque, dovrà essere, eventualmente, rifinanziato. Lo stanziamento delle scorse settimane va quasi a triplicare, praticamente, le risorse statali destinate alle adozioni internazionali. E se non è raggiunta la completa gratuità, certo tra rimborsi e deduzioni si è fatto un bel balzo in avanti. Per poter parlare di completa gratuità occorre ora una verifica rigorosa sulla congruità dei costi. I servizi a favore delle coppie non sono tutti a carico di soggetti pubblici: molti sono predisposti dagli enti e dai soggetti privati che con loro collaborano. Credo quindi che ora occorra verificare quali costi siano assolutamente necessari e se qualche voce possa essere ridotta. In ogni caso stiamo studiando varie ipotesi, e ne discuteremo al più presto con tutti gli interessati.

Il caso

Adozioni agli omosessuali.
Il 22 gennaio 2008 la Corte europea dei diritti dell?uomo ha stabilito che rifiutare l?adozione agli omosessuali è una discriminazione che viola la Convenzione europea. Due gli articoli violati: il 14 (divieto di discriminazione) e l?8 (diritto al rispetto per la vita privata e famigliare). La Corte (11 voti contro 6) ha condannato la Francia a risarcire con 10mila euro E. B., una donna di 45 anni, maestra d?asilo, che dal 1990 vive con R., psicologa. Nel 1998 E. B. ha presentato domanda di adozione, respinta per «mancanza di figura paterna nel quadro famigliare». Ma in Francia l?adozione è aperta anche ai single.
<a href="http://www.echr.coe.int/echr" target="_blank">European Court of Human Rights</a>

Panoramica

Bielorussia. Daniela Bacchetta in questi giorni è a Minsk, alla guida di una missione tecnico-politica per sbloccare le adozioni. L?obiettivo è fare il punto sull?attuazione del protocollo sottoscritto nel marzo 2007: le famiglie in attesa di adozione hanno più volte denunciato il mancato rispetto del protocollo da parte bielorussa. Nel 2007 dalla Bielorussia sono entrati in Italia solo 4 minori e una grandissima parte delle 400 pratiche in corso sono state respinte perché «il minore è ben integrato nell?internat».
Romania. Cinque famiglie italiane stanno rilanciando una petizione da inoltrare al parlamento europeo per chiedere che vengano concluse le adozioni di bambini per cui esistono protocolli di abbinamento precedenti all?entrata in vigore della legge 273/2004. La Romania il 1° gennaio 2005 ha di fatto chiuso le adozioni internazionali, ma si è scordata di un centinaio di bambini che avevano già conosciuto i nuovi genitori, pur senza aver concluso l?adozione. Secondo la legge non possono più essere adottati da stranieri.
Voglia di «insieme». Nella lettera di convocazione della plenaria del 28 gennaio, colpisce la voglia di collaborazione della Cai con gli enti. La Cai invita gli enti a formulare proposte sui nuovi criteri per l?autorizzazione degli enti, sull?omogenea distribuzione degli enti sul territorio nazionale, sulle modalità di rappresentanza degli enti all?estero, sulle strategie da intraprendere per promuovere il coordinamento e la fusione degli enti, le prossime intese istituzionali di programma.
Il futuro in Africa. Nell?ordine del giorno, la Cai ha inserito anche la «definizione e sottoscrizione dell?intesa istituzionale con l?Africa». Si tratta di un documento che coinvolge 16 Paesi dell?Africa subsahariana, pronto dal febbraio 2007 e già finanziato dalla Cai con 3 milioni di euro per tre anni. Entro la fine del 2008 è prevista una conferenza a Dakar per avviare rapporti istituzionali e sondare la possibilità di aprire nuovi fronti per le adozioni.


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