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Cooperazione & Relazioni internazionali

In Brasile ne parla solo la Pravda

Proprio il quotidiano russo in lingua portoghese è stato l’unico ad aver dato spazio all’evento

di Paolo Manzo

Più che una crisi, un crollo. Il successo intercontinentale del Forum sociale mondiale nato nel 2001 a Porto Alegre con lo slogan «un altro mondo è possibile», almeno visto dal Brasile è oramai solo un lontano ricordo. In passato capace di raccogliere attorno a sé milioni di partecipanti da tutto il mondo, incluso futuri presidenti come Luiz Inácio Lula da Silva ed Hugo Rafael Chávez Frías, quest?anno con la formula del forum decentrato l?unico giornale di un certo livello ad avere scritto della riunione altermondista è stato? la Pravda. Naturalmente in lingua portoghese. Per il resto nulla. Almeno al 22 gennaio, giorno in cui andiamo in stampa. A differenza del Forum economico di Davos su cui i grandi media verde-oro dibattono molto, soprattutto a causa della grave crisi immobiliare statunitense che si sta espandendo anche qui.«Tra le cause del silenzio da parte dei mass media», spiega Diego Azzi del World social forum di San Paolo, «c?è sicuramente da parte della stampa la maggiore difficoltà nel seguire un evento che quest?anno, solo in Brasile, riunisce 109 attività in 19 Stati della federazione». L?edizione del 2008 è stata in qualche modo sacrificata sull?altare del Wsf 2009 che si terrà a Belém. «L?obiettivo è investire sul futuro e la decentralizzazione dell?evento è nata dalla necessità di dare più tempo alla società civile locale di rafforzarsi, organizzando a livello locale una moltitudine di eventi», spiega Azzi. Piccolo è bello, almeno così pare. «Al di là della grande stampa, il secondo obiettivo della nuova formula», spiegano alla conferenza stampa gli organizzatori del Wsf di San Paolo, «è stato passare da avere rappresentanti di 60 Paesi riuniti tutti a Porto Alegre all?essere presenti in 60 e più Paesi, in una miriade di località con una serie di discussioni, dibattiti e spettacoli. In questo caso, in realtà, la mobilitazione è molto maggiore».In Brasile e in Sudamerica il Wsf aveva avuto, in passato, un impatto rivoluzionario. «Basti pensare», raccontano gli organizzatori, «a com?è cambiato il panorama politico della regione, con governi progressisti quasi ovunque». Governi che dal Forum di Porto Alegre hanno tratto una linfa vitale, inserendo nell?agenda molti temi che in realtà erano del Forum. Un Forum di cui oggi, sulla stampa brasiliana, nessuno parla più. A parte la Pravda, edizione portoghese.

Viaggio a Belem, sede del Wsf 2009

Sarà Belém, Betlemme in italiano, ad ospitare il Forum sociale mondiale del prossimo anno. Per distinguerla dalla cittadina in cui nacque Gesù qui tutti la chiamano Belém do Pará, lo Stato del Nord del Brasile di cui è capitale. Adagiata sulla foce del Rio delle Amazzoni, assieme a Manaus è la città più importante di tutta la regione amazzonica. Soprannominata Ciudade das Mangueiras, la città dell?albero del mango di cui sono piene le sue vie, con un milione e mezzo di abitanti Belém è la principale via d?accesso, sia per fiume che per terra, al Brasile settentrionale. Durante l?epoca d?oro della gomma naturale, tra la fine del XIX e l?inizio del XX secolo, Belém raccolse l?immigrazione di numerose famiglie ricche europee, soprattutto francesi, al punto da diventare celebre a livello mondiale come la Parigi d?America. Oggi la risorsa principale, oltre al porto, è rappresentata dal turismo: 55 isole di una bellezza straordinaria la circondano, oltre a un?architettura coloniale che ne fa una delle perle del Brasile. Insomma, chi seguirà il Wsf 2009, avrà una location molto più suggestiva di Porto Alegre.


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