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Bilanci Che cosa rivela la Relazione 2007 dell'Agenzia presieduta da Zamagni

di Redazione

Non poteva che essere all’insegna della massima trasparenza il bilancio del primo anno, il 2007, dell’era Stefano Zamagni all’Agenzia per le onlus (insediatosi appunto il 15 gennaio). Dodici mesi molto densi rievocati nella Relazione annuale sull’attività svolta, presentata a Roma, a Palazzo Chigi mercoledì 9 luglio. Un periodo durante il quale l’Agenzia, che ha proposto al governo di modificare la sua denominazione nella più ampia «per il terzo settore», ha lavorato su molti fronti. Da quello relativo alla vigilanza e all’attività ispettiva per arrivare all’impegno normativo (con la partecipazione a tavoli di confronto con enti locali e ministeri, con l’obiettivo favorire l’uniforme e corretta osservanza della disciplina legislativa).

Le relazioni. Il 2007 è stato caratterizzato dall’opera di tessitura di relazioni, istituzionali e non: è la strategia dei protocolli d’intesa sui quali la presidenza Zamagni ha molto puntato e che ha consentito di stringere rapporti continuativi sciogliendo nodi per dir così tradizionali. Ad esempio quello con l’Agenzia delle Entrate (con le cui direzioni generali sono stati organizzati anche seminari di studio). Un rapporto per molti aspetti necessario (legato come ovvio alle mission delle due istituzioni) che pare oggi improntato a maggior cordialità.

Protocolli d’intesa sono stati sottoscritti con l’Istat (in vista del censimento delle realtà non profit che avverrà nel 2009), con l’Istituto della donazione (per stilare un codice di comportamento per la raccolta fondi), con il ministero della Pubblica istruzione, con Banca popolare etica (finalizzato a uno studio fattibilità dei titoli di solidarietà, previsti dalla 460/97 e non ancora operativi), mentre altri accordi sono stati avviati, sempre nel 2007, (ad esempio con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con l’Anci, con la Rai, perché si dia un’informazione più completa sul terzo settore).

Le audizioni. La Relazione, che dà conto anche delle numerose audizioni, delle molte iniziative formative (ad esempio a favore della Guardia di Finanza) e dell’intenso lavoro interno (fra cui quello svolto dalla Commissione per le linee guida per il bilancio d’esercizio e di missione delle non profit), segnala anche alcune criticità. Fra queste, la riduzione della dotazione economica dell’Agenzia (la Finanziaria per il 2007 e per il 2008 ha ridotto del 40% lo stanziamento) e la persistente molteplicità dei registri delle organizzazioni di terzo settore. Tali elenchi continuano a essere troppi ma soprattutto sono gestiti con criteri troppo eterogenei. Il bilancio 2007 si chiude con l’auspicio che l’Agenzia, che ha poteri consultivi non vincolanti, divenga presto una Authority in grado di dare un indirizzo e una regolamentazione chiara al mondo del non profit, perché sia sempre più capace di proporre quel «principio di vulnerabilità» che, come scrive, nella presentazione Zamagni, è il contributo del terzo settore alla riforma del Welfare: «È dal riconoscimento della vulnerabilità come cifra della condizione umana che discende l’accettazione della dipendenza reciproca».


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