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Dobre, il rom che adora l’italiano

Romeno, 14 anni, vive in un campo alla periferia di Milano

di Redazione

«A me andare a scuola piace. Davvero. E per fortuna non mi hanno mai allontanato dai compagni italiani. Così ho imparato la vostra lingua». Che oggi parla bene, «anche se ancora mi vergogno a leggere ad alta voce» D obre ha 14 anni. Magro, non troppo alto, esce da scuola in bicicletta e saluta. Sto cercando studenti stranieri da intervistare, lui non sembra un immigrato. Ma tentar non nuoce: «Sei italiano, vero?». «No, romeno, rom». Dobre vive con la famiglia in un campo in zona Chiaravalle. Cintura sud di Milano. «Allora ti posso chiedere alcune cose sul tuo rapporto con la scuola italiana?». Lui sterza di colpo la bici, la lancia a terra e ribatte: «Anch’io devo chiederti una cosa: posso farti un’intervista per un compito che ho da fare?». Accordo fatto. «Comincia tu con le domande», propone Dobre, decimo di dieci fratelli, «l’unico non sposato», tiene a precisare.
Vita: Da quanti anni vai a scuola qui in Italia?
Dobre: Da cinque. Da quando sono arrivato dalla Romania. Ora sono in terza media. A me la scuola piace, davvero.
Vita: Cosa ricordi dei primi giorni in classe?
Dobre: Era tutto strano. Non capivo niente. Per non parlare poi dei compagni. Tutti mi guardavano. Non si fidavano, e io non mi fidavo di loro. Ma era perché ci dovevamo conoscere. Poco tempo dopo, quando sono riuscito a fare le prime frasi giuste, era già tutto diverso, migliore.
Vita: Come hai imparato l’italiano?
Dobre: Stavo in classe. Poi facevo qualche ora da solo o con altri ragazzi romeni aiutati dall’insegnante. Come faccio anche adesso. Ma la maggior parte del tempo anche oggi la passo in classe con tutti gli altri italiani. E meno male.
Vita: Perché “meno male”?
Dobre: Perché se rimango sempre con i compagni del mio paese non imparo niente. Finiamo a parlare sempre la nostra lingua, e in classe ci distraiamo. Invece stare con i compagni italiani è diverso. È per quello che oggi parlo abbastanza bene, anche se devo migliorare, lo so: ad esempio, faccio molta fatica a leggere.
Vita: Forse non ti eserciti abbastanza…
Dobre: Quando sono da solo riesco bene. Il problema è quando ci sono anche gli altri, i compagni. Quando la professoressa mi chiede di leggere ad alta voce in classe: lì mi vergogno tantissimo, e mi blocco.
Vita: E com’è il tuo rapporto oggi con i compagni, dentro e fuori la scuola?
Dobre: Buono. Ci conosciamo, mi rispettano, io rispetto loro.


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