Attivismo civico & Terzo settore

G8, una sigla che evoca troppi fantasmi

di Redazione

Pietre. A volte le parole sono pietre. Come si fa a chiamarlo G8? Si vuole fare una riunione dei rettori delle università, un summit mondiale? Si ritiene sia così necessario, ai tempi di Internet, ritrovarsi come nell’Ottocento? E va bene e tuttavia non si capisce perché tirare in ballo quella sigla, che da sola evoca la voglia di scontri, la guerriglia urbana di Genova… Per gli studenti universitari è stato come dare il via ad un’enorme provocazione, a Torino. E infatti scontri, sit in, cariche della polizia? Qual è il contrasto e quale la materia del contendere? Nessuno lo sa. Eppure i riflessi della stampa e dell’opinione pubblica sembrano automatici: G8, scontri con la Polizia, studenti, manifestazioni, le parole sono pietre ma sono ovvie, noiose, concatenate tra di loro come in una litania. Un triste, a volte drammatico, rituale.
Gelosia. Una nonna di 50 anni e la nipote di 5 anni sono state uccise dal fumo sviluppatosi per un incendio appiccato, nell’appartamento sottostante, a Lerici, da un fidanzato geloso al materasso della sua compagna. Un disastro che l’uomo, probabilmente sotto l’effetto della droga, ha provocato per vendetta dopo un litigio. Hanno trovato le due donne chiuse in bagno, forse nel tentativo di salvarsi dal fumo, abbracciate. Il nonno si è salvato gettandosi dalla finestra. Una storia terribile di fatalità e solitudine, di violenza e inconsapevolezza.
Uno.L’Inter vince lo scudetto con due giornate di anticipo, ma il suo giocatore migliore, Zlatan Ibrahimovic, rovina la festa continuando a dire che se ne va. Così l’Inter resta tale, nel senso antropologico. I dirigenti della Juventus («Zeru tituli», direbbe Mourinho) rompono a loro volta una lunga tradizione e licenziano l’allenatore, non succedeva da 40 anni, dopo la terz’ultima giornata. Antropologicamente, anche qui, sbagliato e lontano dallo stile bianconero e tuttavia inevitabile visto che calciatori e tifosi avevano trovato in Claudio Ranieri il colpevole. Ci vuole sempre uno che paghi per tutti.
Fine. A proposito di massime evangeliche, è giusto che una legge sia orientata da un precetto religioso? Secondo Gianfranco Fini, presidente della Camera, no. Si capisce che Fini vuole rivendicare la laicità delle leggi statali, e tuttavia dice una cosa non vera, oggettivamente imprecisa. Le leggi possono essere benissimo orientate dai più diversi principi, anche di carattere religioso. Diversamente ci sarebbe una discriminazione verso chi crede. Per Fini è un po’ come la storia del Fascismo, nell’ansia di accreditarsi in chiave politicamente corretta, rischia di dire cose non vere. Una volta si chiamava ideologia.


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