Attivismo civico & Terzo settore

Ricordando Annalena Tonelli, incontrare l’altro nella diversità

di Redazione

In un tempo in cui l’uomo comunica e si incontra con l’altro in maniera nuova, rapida, non si può più vivere in grattacieli separati. Ogni religione è invitata a farsi tenda: spazio aperto, accogliente. Spazio dove l’umano e il divino si incontrino e si comprendano. Come scriveva un grande islamista, Louis Massignon, «La verità si trova nell’ospitalità».
L’ospitalità è sempre stato un grande segreto per comprendersi e per avvicinarsi alla Verità. È importante capire, allora, che al di là dei sistemi e delle appartenenze, gli uomini possono costruire una storia di relazioni nuove, di orizzonti più vasti e di ponti a volte prodigiosamente estesi sull’abisso delle nostre differenze. L’unità tra i popoli e le culture passa attraverso l’ascolto e l’apertura verso l’altro, attraverso il dialogo tra identità. Vivendo in mezzo a una popolazione interamente musulmana, Annalena Tonelli, medico, così si esprimeva: «Il dialogo con le altre religioni è condivisione. Non c’è bisogno quasi di parole. Il dialogo è vita vissuta». Illuminante, poi, la risposta di un vescovo del Maghreb alla domanda: «Ma che cos’è mai una piccola Chiesa come la vostra, oggi, in un Paese totalmente musulmano?». «Una grande fortuna!», ribatteva lui, «incontrare l’altro nella sua differenza non è forse il messaggio di Cristo?». Risuona, così, chiaramente la raccomandazione di Timothy Radcliffe, domenicano: «Abbiamo bisogno di entrare in dialogo con altre culture, con altre religioni per trascendere i limiti della nostra identità europea e diventare pienamente cattolici». E ancora Annalena Tonelli: «Da quando sono con loro, musulmani, sono trent’anni che mi struggo perché anche nel nostro mondo noi fermiamo i lavori, ci alziamo se dormiamo, interrompiamo qualsiasi discorso per fare silenzio e ricordarci di Dio, meglio se assieme ad altri, per riconoscere che da Lui veniamo, in Lui viviamo, a Lui ritorniamo (Atti 17,28). Il dono principale è che i nomadi mi hanno insegnato la Fede, l’abbandono incondizionato, la resa a Dio». I cristiani non vivono laggiù per convertire, ma semplicemente per amare. In fondo, le religioni, nel loro incontro, sono destinate a rivelare il loro punto di gravità, il loro centro, il loro vero volto: una riscoperta grande e preziosa per ognuna. Confrontarsi con altri, infatti, fa emergere la propria originalità o… l’infedeltà al proprio ideale. Così, nel cristianesimo risalterà che il centro di tutto è il nome stesso di Dio: l’amore. Sorprendente responsabilità. Ciò fa concludere ad Annalena Tonelli prima di cadere martire in Somalia: «Nulla ha senso al di fuori dell’amore».


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