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Educazione sessuale e civile minaccia libertà religiosa

Il Pontefice ha poi rivolto un appello ai governi e ai leader musulmani perché si impegnino per la tutela dei cristiani

di Redazione

L’educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei costituisce una minaccia alla libertà religiosa. E’ questo il grave allarme lanciato oggi da Benedetto XVI nel discorso tenuto di fronte al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

”Proseguendo la mia riflessione – ha detto Ratzinger nella sua ampia disamina sulla libertà religiosa – non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”.

Sempre sul tema educativo, il Papa ha poi affermato che ”riconoscere la libertà religiosa significa, inoltre, garantire che le comunità religiose possano operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo”.

”In ogni parte del mondo, d’altronde, si puo’ constatare la fecondita’ delle opere della Chiesa cattolica in questi campi. E’ preoccupante che questo servizio che le comunità religiose offrono a tutta della società, in particolare per l’educazione delle giovani generazioni, sia compromesso o ostacolato da progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina”.

”Mentre parecchi di essi – ha rilevato poi il Pontefice – celebrano il secondo centenario della loro indipendenza, occasione propizia per ricordarsi del contributo della Chiesa cattolica alla formazione dell’identità nazionale, esorto tutti i governi a promuovere sistemi educativi che rispettino il diritto primordiale delle famiglie a decidere circa l’educazione dei figli e che si ispirino al principio di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta”.

Quindi Il Santo padre ha rivolto un appello ai governi e i capi religiosi musulmani perché facciano tutto il possibile, dall’Iraq all’Egitto, per garantire che i cristiani in questi Paesi, come in tutto il Medio Oriente, possano vivere in pace e in sicurezza. ”Guardando verso l’Oriente – ha scandito il Pontefice – gli attentati che hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani dell’Iraq, al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli, ci hanno profondamente addolorato”. ”Rinnovo alle Autorita’ di quel Paese e ai capi religiosi musulmani – ha aggiunto il Pontefice – il mio preoccupato appello ad operare affinche’ i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla societa’ di cui sono membri a pieno titolo”. ”Anche in Egitto, ad Alessandria – ha proseguito il Pontefice- il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi e’ un segno ulteriore dell’urgente necessita’ per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficolta’ e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Quindi il Papa ha osservato, citando il recente sinodo per il Medio Oriente: ” Bisogna dirlo ancora una volta? In Medio Oriente, ‘i cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. E’ naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di liberta’ di coscienza e di culto, di liberta’ nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione”’


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