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Politica & Istituzioni

Euro, dieci giorni da Draghi

La Bce mette una toppa, le Borse rifiatano, ma la crisi resta

di Franco Bomprezzi

Una corsa contro il tempo. L’Europa cerca di tamponare la crisi dei mercati e nei prossimi dieci giorni si decideranno le sorti dell’Euro e in parte delle economie nazionali, che piaccia o non piaccia. E’ ormai in questo complicato contesto internazionale che si collocano anche le anticipazioni rispetto alla manovra che sta predisponendo per lunedì prossimo il premier Mario Monti. Ecco le principali novità segnalate dai quotidiani in edicola.

«L’Europa rilancia il Fondo salvataggi». È il titolo a pagina 3 del CORRIERE DELLA SERA. L’articolo dell’inviato Ivo Caizzi: «Le divisioni tra Germania e Francia, dalla riforma dei Trattati al maggiore coinvolgimento anticrisi della Bce di Mario Draghi e del Fmi di Washington, non hanno consentito all’Eurogruppo/Ecofin dei ministri finanziari di concludere accordi significativi su come salvare l’euro dagli attacchi della speculazione. Le decisioni fondamentali su come aiutare l’Italia e gli altri Paesi in difficoltà sono state rinviate al Consiglio dei capi di Stato e di governo in programma l’8 e il 9 dicembre prossimi a Bruxelles. In quella sede sono state spostate anche le pressanti richieste di sostegno al sistema bancario in grave crisi di liquidità. Il vicepresidente della Commissione, il finlandese Olli Rehn, ha parlato di “dieci giorni cruciali per l’Eurozona”, che possono portare “al rafforzamento dell’euro” o alla “graduale disintegrazione di cinquant’anni di integrazione europea”. Il premier e ministro dell’Economia Mario Monti, insieme al viceministro Vittorio Grilli, ha utilizzato la doppia riunione a Bruxelles per confermare l’impegno del suo governo a varare lunedì 5 dicembre un piano di risanamento che rispetta gli impegni di rigore finanziario del precedente governo e punta maggiormente su “riforme per la crescita e l’equità sociale”. Monti ha garantito un “quid in più” per mantenere il “non facile” pareggio di bilancio nel 2013 anche con una crescita minore del previsto. Il premier e Grilli non hanno voluto quantificare a quanto ammonterà questa manovra aggiuntiva richiesta da Bruxelles. Monti ha rilanciato gli eurobond e ha ammesso che non c’è accordo sul maggiore coinvolgimento della Bce, del Fmi e del fondo salva Stati (Efsf)». Una valutazione dei possibili interventi del governo si trova nell’editoriale firmato da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, intitolato «Ciò che conta è la qualità».  Scrivono i due economisti: «Gli interventi di politica economica che il governo annuncerà lunedì sono cruciali per l’Italia e per il futuro dell’euro. Non è un’esagerazione dire che il mondo intero ci sta guardando con apprensione. Queste misure, tuttavia, produrranno effetti molto diversi fra loro a seconda di come saranno congegnate. Potrebbero essere deflattive, cioè accelerare la caduta dei consumi e degli investimenti, e spingere l’Italia in recessione. Se così fosse gli spread, anziché ridursi, aumenterebbero, creando un circolo vizioso. Oppure potrebbero segnare una svolta, comunicare agli investitori e al mondo intero che l’Italia ha capito l’origine dei suoi mali, che è disposta a lavorare di più, a pagare le imposte con più equità, a evitare l’assistenzialismo riducendo la spesa pubblica». Il titolo in apertura di prima pagina conferma l’urgenza: «Troppi rischi, agire subito».

LA REPUBBLICA apre con l’annuncio di Monti (“Sacrifici o l’Italia rischia”) e in taglio centrale riferisce della “santa alleanza” come la chiama Federico Rampini. Le principali banche centrali (europea, americana, canadese, inglese, giapponese e svizzera) hanno ridato fiato ai mercati immettendo liquidità. Piazza Affari ha segnato un più 4,38%. Euforia generale che però rivela la gravità del momento. La precedente iniziativa congiunta risale al 2008, al fallimento della Lehman. Nel suo retroscena, Rampini spiega che l’operazione ha avuto un grande effetto anche perché inattesa. Del resto bisognava annunciare un disastro annunciato, ovvero il «cedimento dell’intera struttura del credito in Europa», originato da una «montagna di titoli pubblici dal valore sempre più ridotto, e forse dubbio». Una mina vagante per governi e risparmiatori. Salvare le banche, non salvare i banchieri, si ripete in America. Ma fin qui i banchieri se la son sempre cavata…

Due i richiami in prima pagina dedicati da IL MANIFESTO alla situazione europea, mentre l’apertura “Strategia della pensione” e una foto di pensionati domina la prima per parlare dello scontro “tra sindacati e Confindustria”. Sull’allarme della Ue “Dieci giorni per salvare l’euro Merkozy in crisi” come recita il primo richiamo e “L’iniezione delle banche centrali dà fiato ai mercati” per il secondo richiamo rimandano alle pagine 2 e 3. Si sottolinea negli articoli interni che «I vertici politici – composti un po’ da “tecnici” (come Monti e il greco Papademos), un po’ da eletti in cerca di rielezione – fanno fatica a trovare una risposta comune e (soprattutto) rapida alle preoccupazioni degli speculatori sui mercati (…)». L’articolo si conclude poi con una domanda: «Alle 14 ora italiana l’annuncio liberatorio: arriva una nuova ondata di denaro liquido garantiscono le banche centrali. Festa per tutti, dunque. Con una domanda che però resta: ok,  un altro cerotto è stato messo, ma che economia globale è quella che ne chiede uno sempre più grande ogni due mesi?». A pagina 3 su “Debiti pubblici & privati” un ampio articolo titola “2012, l’«anno Maya» della finanza globale”, la ragione di una tale titolo la spiega il sommario “L’anno prossimo in tutto il mondo scadono 11.500 miliardi di bond statali e non. Italia in prima fila: Btp 350 miliardi, Unicredit 30, Intesa 24, Telecom 8”. Osserva in conclusione Claudio Mezzamanica che firma l’analisi “In questo contesto di tanta gravità i numeri che si fanno circolare dal governo non sembrano adeguati. Una manovra finanziaria a breve di 20 miliardi a fronte di titoli in scadenza per oltre trecento nel prossimo anno, senza una crescita di almeno due punti, significa dover tornare ripetutamente a manovrine tampone. (…) Ma il mercato finanziario va preso per le “corna” anzitutto tacitandolo e poi avviando anche un grande processo di riforma del medesimo. Perché per uscire davvero dalla crisi questo mercato finanziario va superato».

Cinque pagine dedicate dal SOLE24ORE alla decisione di banche centrali e Bce di aiutare le banche europee. In sintesi, ecco l’analisi di un provvedimento dolceamaro: «La decisione a sorpresa è un indice della crescente preoccupazione delle banche centrali per il malfunzionamento dei mercati e per i problemi del sistema bancario europeo», scrive da Francoforte Alessandro Merli, «ma è anche un segnale ai mercati che sono pronte ad agire insieme». Il SOLE sottolinea comunque che più che i mercati, la mossa ha aiutato le banche, e che comunque non è finita qui: «L’altra misura attesa dalla prossima riunione della Bce è un taglio dei tassi d’interesse di almeno 25 punti base». In un corsivo a firma Riccardo Sorrentino, altro pessimismo: «L’operazione è un’aspirina», scrive, «colpisce il sintomo ma non la causa» perché affronta i problemi di liquidità, «non le incertezze sulla solvibilità, per esempio sulle banche francesi». Un’altra botta di pessimismo deriva dal pezzo in rima pagina di Adriana Cerretelli che per la prima volta sul SOLE24ORE si spinge a ipotizzare concretamente come potrebbe essere un futuro europeo senza l’euro: «I costi (…) sarebbero paurosi per chiunque. Per i Paesi più deboli e indebitati come Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, un ritorno alle monete nazionali comporterebbe una svalutazione ipotizzata fino al 60% rispetto al blocco euro. Con crollo degli investimenti transfrontalieri, ripristino dei controlli sui movimenti di capitale, forte perdita di fiducia all’interno del sistema finanziario, enormi ostacoli tecnici e legali (…) Economia in deflazione, caduta delle entrate fiscali e impennata del deficit pubblico». Insomma una meraviglia. Chi potrebbe arginare tutto ciò? Ma la solita Germania, che comunque «sarebbe travolta dalla frammentazione della moneta unica». 

Su ITALIA OGGI Edoardo Narduzzi, nel suo pezzo a  pag 2 “Stretta monetaria eccessiva. La Bce come la Fed nel 29” spiega perché l’euro è una moneta sintetica, frutto di un’alchimia dei trattati europei che hanno costruito una moneta al servizio del mercato unico. «Una valuta che non ha alle spalle una vera e propria banca centrale in grado di intervenire come prestatore di ultima istanza per salvaguardare in ogni situazione il valore e la solvibilità dei titoli  governativi emessi». A pag 6, Vito Tanzi nel suo pezzo “Troppe balle sul ruolo della Bce” fa notare come i problemi di oggi non possono essere attribuiti all’euro ma all’inosservanza degli impegni presi quando nacque  l’unione europea «Questi impegni richiedevano alcune riforme strutturali e specialmente la disciplina dei propri conti pubblici. Oggi è evidente che molti paesi non hanno rispettati gli impegni sottoscritti».

«Il turbo Fed-Bce accende le Borse» è il titolo di AVVENIRE, che racconta il balzo del 4,4% di Piazza Affari all’intesa per garantire più liquidità ai mercati. Per Olli Rehen, Commissario agli affari economici, però ancora non basta: «entriamo in dieci giorni cruciali per completare e concludere la risposta europea alla crisi. È un momento in cui si deve operare una serie di scelte per andare verso il completamento dell’Unione monetaria o accettare la graduale disintegrazione di 50 anni di integrazione europea». Il primo piano non per nulla è dedicato all’euro, moneta «fragile perché incompiuta», con i «quattro peccati originali» con cui è nato l’euro: gli egoismi e opportunismi nazionali, la convergenza dei prezzi all’interno dell’area, la mobilità dei fattori di produzione, la scarsa attenzione all’economia reale. Ma «l’addio alla divisa unica adesso porterebbe più costi che benefici». L’editoriale di Giorgio Ferrari punta il dito contro la Merkel e i suoi niet, «corresponsabile del collasso dell’euro e del disfacimento progressivo dell’unione europea. Sulle cui macerie potrà forse torreggiare una Germania vittoriosa o più probabilmente solo un castello diroccato. A meno che – ed è l’ultima speranza – non sia stata una tattica per fare alzare fino all’ultimo il prezzo». 

“Blitz di Fed e Bce, le Borse volano”. LA STAMPA apre a pagina 2 con una cronaca dell’andamento delle borse, prima e dopo l’annuncio delle sei maggiori banche centrali che si sono mosse insieme per aumentare la liquidità. La Fed, scrive LA STAMPA a pagina 2, non immette nuova moneta, né salva le economie sotto stress: apre però «una valvola di decongestione» che allenta la pressione della speculazione e del panico dei correntisti in fuga dalle banche. Il titolo in prima de LA STAMPA è però su “Monti: agire ora o si rischia”, sulle riforme strutturali in Italia (lunedì il premier le porterà in Consiglio dei ministri) e sul salvataggio dell’euro (“Cominciano i dieci giorni decisivi per il futuro dell’euro” e a pagina 5 “Marchionne: Se il premier fallisce l’euro collassa”).
 
E inoltre sui giornali di oggi:

MILANO
LA REPUBBLICA – “Nuova bufera sul Pirellone arrestato il vicepresidente «Mazzetta da 100mila euro»”. Lombardia «mazzettificio e filiale della Gomorra delle scorie» scrive Paolo Berizzi: sequestrati due cantieri della Brebemi che, dietro pagamento di tangenti, dovevano diventare una discarica di amianto e un impianto per il trattamento dei rifiuti. Con Franco Nicoli Cristiani (bresciano, alleato di ferro della Gelmini), in manette altre persone. L’accusa è traffico di rifiuti illeciti e corruzione aggravata. Il commento è di Gad Lerner: “La colpa di Formigoni”. Dopo 16 anni di governo incontrastato, non se ne può più, scrive Lerner, tanti sono gli assessori e i consiglieri presi con le mani nel sacco…

AFGHANISTAN
IL MANIFESTO – A pagina 8 si trova un articolo che racconta la svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Siringo e Iendi Iannelli nel 2006 a Kabul «Assassinati i due cooperanti a Kabul» è il titolo. I due cooperanti morirono per una dose di eroina purissima. «(…) A dare una svolta alle indagini sulla morte dei due cooperanti italiani è stato ieri il gip Rosalba Liso che, dopo aver respinto l’ennesima richiesta di archiviazione avanzata dal pm Luca Palamara, ha ordinato un nuovo supplemento di indagini e l’apertura di un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza appunto il reato di omicidio (…)». Alla base di questa richiesta una serie di elementi che ha portato il gip a ritenere possibile il fatto che i due cooperanti siano stati assassinati per aver scoperto un giro di false fatturazioni tra agenzie dell’Onu impegnate in Afghanistan. 

EGITTO
LA STAMPA – “L’Egitto ha scelto i Fratelli musulmani”. Nei nove governatorati dove si è votato ieri il partito della Libertà e delle giustizia (Plj) dei Fratelli musulmani è al 50%, i salafiti sfiorano il 20%. Hanno sbaragliato la concorrenza nelle zone rurali, scrive Domenico Quirico a pagina 21, «ma anche ad Alessandria i “taleban” che hanno minacciato di dichiarare infedele chi vota per cristiani e laici, sono arrivati addirittura al 24%».

CONCORRENZA
SOLE 24 ORE – Proprio nel giorno in cui si è aperto il Forum on food and nutrition di Barilla, sui principali quotidiani è uscita una pubblicità Plasmon in cui si comparano due prodotti concorrenti (pastina per bambini Plasmon contro Piccolini Barilla) per sostenere che il prodotto Plasmon è migliore perché privo di pesticidi e microtossine. Il SOLE parla giustamente di «scontro tra giganti del food»: Barilla ha annunciato che «si difenderà in ogni sede» mentre Plasmon ribatte che i dati sono «verificabili», «non si lascia intimidire e la campagna pubblicitaria proseguirà secondo i programmi». Probabilmente il punto è questo, come sottolinea il SOLE: è vero che i dati sono diversi, ma i due prodotti «sono destinati a consumatori differenti» – ovvero bambini sotto i tre anni per Plasmon, soggetti con più di tre anni per Barilla – «soggetti quindi a normative diverse e specifiche». In pratica, Barilla rispetta la legge e quindi offre un prodotto con qualche elemento che nei prodotti per l’infanzia non dovrebbe esserci. Lo scontro, c’è da scommetterci, continua.

AIDS
AVVENIRE – In occasione della Giornata internazionale, una pagina guarda all’estero, con i 5mila bambini salvati in Uganda da un medico di Avsi, grazie all’educazione delle donne incinte e l’altra invece all’Italia, dove il contagio non arretra, con un nuovo contagio ogni 3 ore e 3mila nuovi malati ogni anno. Un reportage da alcune comunità per malati di Aids racconta la nuova storia-tipo: alla Sorgente di Como c’è un anziano di 82 anni, che dopo la morte della moglie si prese in casa una colf africana. Che però era sieropositiva. Tanti contagi di oggi sono così: complice il Viagra, l’Hiv non risparmia gli anziani. 


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