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Economia & Impresa sociale 

Neanche gli sconti fanno decollare gli acquisti

Una proiezione: per il 2012 meno 19%

di Redazione

di MARCO MARCOCCI

“Andare per saldi” è una frase che ogni anno, di questi tempi, è sulla bocca di tutti. La caccia all’affare, magari griffato e scontato del 30 o 40 per cento, è diventata un qualcosa di tendenza e oramai fa parte del costume degli italiani e non solo. L’attesa dei saldi crea aspettative, talvolta ansia, ed a rendere ancora più tesa la situazione ci si mettono pure le notizie su anticipi, o assaggi, dei ribassi “legalmente” consentiti che magari turbano via sms o e-mail un tranquillo pomeriggio di completo relax di una comune famiglia tipo italiana.

Tuttavia, nonostante che le vetrine dei negozi siano tinteggiate con scritte a caratteri cubitali inneggianti i saldi ed i numeri della percentuale di ribasso sui prezzi correnti, quest’ anno sembra che qualcosa non stia funzionando e, complice l’interminabile crisi che attanaglia tutti o quasi, la macchina dei saldi stenta a decollare.

Le famiglie italiane, secondo Federconsumatori, spenderanno mediamente qualcosa come 223 euro nel periodo dei saldi che, rispetto al 2011, quando la spesa media si è aggirata intorno ai 277 euro, significa il 19% in meno. Secondo l’indagine condotta da Federcosumatori il numero delle famiglie intenzionate a comprare a saldo rimane invariato rispetto al 2011 – saranno sempre 10,8 milioni – ma il loro budget sarà ridotto e complessivamente l’aspettativa di spesa si attesterà intorno ai 2,4 miliardi di euro.

In effetti, girando tra le strade più commerciali delle grandi metropoli italiane, si trova la conferma di quanto appena detto. I marciapiedi sono gremiti di gente e davanti alle vetrine le persone sono quasi sempre in doppia fila, le voci che pronunciano marche alla moda ed esprimono desideri si rincorrono, ma all’interno dei negozi il deserto o quasi.

Anche nei tanto amati outlet che, da qualche anno, catalizzano i weekend di miglia di famiglie italiane, il pienone dei visitatori non è proporzionale a quello delle casse dei negozianti. Insomma, come affermano i commessi “tanta gente in giro, ma chi compra spende meno del solito e fa acquisti mirati”.

Così le aspettative dei commercianti di raddrizzare in zona Cesarini una stagione natalizia che non pare essere andata troppo bene sembrano venire deluse. Forse era necessario, come auspicato dalle associazioni dei consumatori, anticipare i saldi al periodo natalizio come avviene in molti Paesi europei. Chissà se questa poteva essere la strada giusta.

Ma, al di là delle lamentele e delle supposizioni, l’interrogativo rimane sempre lo stesso: la crisi, che anche nel periodo dei saldi si fa sentire (e come!) c’è davvero per tutti? Sicuramente i turisti russi o cinesi che affollano in questo periodo le nostre città d’arte non ne risentono granché e, saldi o non saldi, continueranno a comprare le griffe più in voga. La curiosità e l’interrogativo rimane per i “poveri” (e sono molti) proprietari di barche di lusso o di auto di grossa cilindrata che però denunciano redditi da miseria. Approfitteranno questi signori dei saldi?


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