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Economia & Impresa sociale 

Monti alla conquista dei cinesi

Il presidente Hu Jintao annuncia investimenti in Italia

di Franco Bomprezzi

I cinesi ci salveranno? Mario Monti cerca fiducia e soprattutto investimenti veri, e massicci, nel nostro Paese. E incassa l’apprezzamento niente meno che del  presidente cinese, Hu Jintao. Un bel colpo, di questi tempi. Ecco come i giornali lo raccontano.

“Hu Jintao loda Monti «Diremo ai cinesi di investire in Italia»” è il titolo che apre pagina 8 del CORRIERE DELLA SERA, per un tema che non trova spazio in prima. Scrive Marco Galluzzo, l’inviato: “Il presidente cinese si rallegra delle visita che da venerdì Mario Monti compirà in Cina, visita che fra gli altri avrà come tappe istituzionali incontri con il primo ministro cinese e il suo vice (che diventerà a breve premier lui stesso) e che porterà alla fine il nostro capo del governo a Boao, nell’isola di Hainan, per partecipare a un Forum economico che è l’equivalente asiatico di Davos. A Monti Hu Jintao fa i complimenti, si dice impressionato favorevolmente per aver assistito negli ultimi mesi a un netto «miglioramento dei vostri fondamentali», ma soprattutto fa una sorta di promessa, tanto ufficiale da spingere lo staff di Monti a diffonderla: «Suggerirò a tutte le autorità e alla business community cinese di investire in Italia, sia dal punto di vista finanziario che dal quello economico». Non è poco per un incontro di venti minuti, che sino a poco tempo fa non era nemmeno previsto. E non è poco come biglietto di presentazione del premier, che dopodomani atterrerà a Pechino per una tre giorni che prevede fra gli altri incontri con il governatore della Banca centrale e con i dirigenti del China Investment Corporation, il Fondo sovrano di Pechino che ha in cassa più di 400 miliardi di dollari. Investimenti finanziari significa possibile spostamento di una fetta dell’enorme liquidità cinese anche sul nostro debito pubblico e se così fosse sarebbe un’ottima notizia”. Approfondimento a pagina 9: “Yacht, moda e alta tecnologia, le 92 aziende con la testa a Pechino”. Scrive Marco Del Corona: “I marchi cinesi maggiori e più solidamente radicati sono Huawei (colosso delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni), Haier (elettrodomestici), Zoomlion (macchinari), con logistica e piattaforme commerciali come settori più rappresentativi. Energia, finanza, hi-tech, infrastrutture, immobiliare e chimica sono altri degli ambiti dove la liquidità cinese può trovare sfogo, perché il raggio d’interesse dei potenziali investitori si sta allargando. Interpellato dall’agenzia Xinhua, il direttore per gli investimenti in Italia di Invitalia, Giuseppe Arcucci, spiegava agli interlocutori di Pechino che il nostro Paese «è più aperto al capitale cinese anche in settori tradizionalmente preoccupati di vedersi privati del loro know how, come le macchine utensili e la moda»”. E aggiunge: “L’Italia rientra nell’orizzonte europeo di una spinta verso l’estero fortemente voluta da una leadership di Pechino desiderosa di sostenere la crescita dei consumi interni. Se nel 2010 l’investimento cinese negli Stati Uniti è aumentato del 74%, quello nell’Unione è raddoppiato (più 102%) e il 15% delle aziende cinesi che hanno puntato ai mercati esteri per i propri investimenti ha scelto la Ue quando — secondo l’European Council on Foreign Relations — a tutto il 2009 le aziende all’estero erano oltre 13 mila. La scorsa settimana era in Italia il viceministro del Commercio, Jiang Yaoping, a riprova di un interesse che da parte italiana si vorrebbe pronto a incanalarsi verso acquisizioni e partecipazioni”. 

Nei venti minuti del faccia a faccia tra Monti e Hu Jintao, a margine di un vertice sul nucleare che certo non sarà ricordato per decisioni epocali, arriva la promessa di «più investimenti cinesi in Italia». Secondo REPUBBLICA infatti il leader cinese «ha assicurato che incoraggerà le autorità e le aziende del suo Paese a investire in Italia, esprimendo grande apprezzamento per il lavoro del Governo». Accanto alla notizia, REPUBBLICA mette un approfondimento sull’avanzata del Dragone nel nostro paese. Siamo già il quinto partner commerciale di Pechino, che già controlla o partecipa di 75 società italiane, per la metà in Lombardia, con un fatturato di 1,65 miliardi di euro e 3mila dipendenti. Sempre la Cina ha il 4% dei titoli di Stato, per 64,6 miliardi di euro. Secondo Invitalia, che «dispone di una mappa aggiornata dello shopping cinese del Belpaese» le intese più fresche sono quelle per acquisire il 75% del gruppo Ferretti (yacht), mentre da tempo parlano cinese la Benelli di Pesaro (moto), la Sergio Tacchini e la Cifa (macchinari per il calcestruzzo). Secondo l’Ice l’Italia nel 2011 ha esportato verso Pechino beni per 10 miliardi, di euro, +16,2% sull’anno prima. 

IL GIORNALE si dimentica del viaggio di Monti in Cina: nemmeno un trafiletto. Una pagina invece completamente dedicata alle imperdibili confessioni rilasciate da Lady Elsa, la moglie del premier, a Chi, settimanale di casa Mondadori. «Dire sì a Napolitano? Per mio marito è stato un dovere: adesso può mettere in pratica quello che ha studiato per tutta la vita».

 “L’italian job piace alla Cina: si può investire” questo il titolo che apre pagina 4 de IL MANIFESTO, anche se la notizia non ha richiami in prima pagina ma ha una grande evidenza e riprende nel nome della pagina l’apertura di ieri “Il caro leader”. “Seoul – Da Hu Jintao «grande apprezzamento» per le misure varate dal governo Monti. In linea con la ricetta di Pechino: tagli alla spesa pubblica e più flessibilità nel mercato del lavoro” è il grande sommario racchiuso nella fascia grigia in testa alla pagina. Si legge nell’articolo di Michelangelo Cocco dopo la sottolineatura del crollo dei consensi del governo Monti, dal 62% al 44% : «(..) Sia come sia, è evidente che i leader cinesi giudicano positivamente le riforme strutturali messe in moto dall’esecutivo «tecnico» sostenuto da Pd, Pdl e Terzo Polo (…) Pechino ha sempre ripetuto la sua ricetta per uscire dalla cosiddetta “crisi dei debiti sovrani”: tagli alla spesa pubblica e mercato del lavoro più flessibile. Misure in linea con i diktat della cancelliera tedesca Angela Merkel (…)» e ancora «I capitali cinesi si stanno indirizzando soprattutto in quei paesi europei i cui salari bassi e flessibilità rappresentano realtà consolidate (…)» e conclude «Se il governo “tecnico” riuscirà a estendere i contratti di apprendistato (flessibilità in entrata) e a cancellare l’articolo 18 (in uscita) vincendo le resistenze dei sindacati (“Monti fa la Thatcher”) c’è da scommettere che i capitali cinesi accorreranno molto volentieri anche in Italia».

Grande enfasi del SOLE 24 ORE sull’esito del viaggio cinese di Monti. “Investimenti, la carta cinese”. Il giudizio è sintetizzato ancora meglio dal titolo dell’editoriale di Guido Gentili “Da Vendi Italia a Investi Italia”. Scrive Gentili: «Un’Italia forte e attrattiva, dove si investe con convinzione e non solo perché si può contare su enormi disponibilità finanziarie e sulla debolezza sistemica di un paese in disarmo. Anche a questo, in definitiva, servono le riforme sollecitate ieri dall’Ocse, che apprezza quella sul lavoro prospettata dal Governo…. Quattro mesi fa, quando il Governo Monti iniziava la sua sfida, eravamo al “Vendi-Italia”. Nessuno, sui mercati finanziari, si fidava più dei nostri titoli pubblici. Il Paese era ad un passo dal default, non scordiamolo. Oggi la situazione è radicalmente mutata, ed in meglio. Ma come abbiamo avvertito da tempo l’emergenza non è terminata, né sui mercati né sul terreno della crescita, indispensabile al pari del pareggio di bilancio. Nel suo viaggio asiatico Monti sta raccogliendo consensi e, soprattutto, investimenti. Di questi abbiamo assoluto bisogno, perché quelli diretti in Italia nel 2011 sono scesi del 53%. Invertire questa tendenza non è facile ed occorrerebbe tempo. Quello che però non abbiamo». Il Sole approfondisce anche il paino di acquisto di Ansaldo da parte del colosso giapponese Hitachi:  al via la “due diligence”. Si va verso un’Italia sempre più asiatica…

AVVENIRE dedica due pagine al viaggio cinese di Monti, con titoli lusinghieri. “Hu Jintao spinge gli imprenditori verso Roma” recita il titolo del richiamo in prima pagina. «Monti ha avuto anche da parte di Hu grande apprezzamento per le riforme strutturali e l’azione di risanamento nel nostro Paese, non senza il compiacimento per il costante aumento che si riscontra negli scambi commerciali bilaterali. Sicuramente però la parte di maggior impatto è quella in cui il Presidente cinese (a Pechino sarà il premier Wen Jiabao l’interlocutore di Monti) anticipa che incoraggerà l’investimento in Italia. Un invito di tutto rilievo, ancor più perché Hu spiega di non indirizzarlo solo al mondo dell’imprenditoria ma anche alle autorità cinesi. Il che significa anche chiamare in causa anche i fondi sovrani». Il quotidiano della Cei pubblica anche un’intervista a Giuliano Noci, ordinario di Marketing al Politecnico di Milano. «Non vedo rischio di bolla», spiega. «Piuttoisto rendiamoci conto che l’investitore cinese oggi è molto diverso da quello di 15 anni fa. Oggiu parla benissimo l’inglese e quando investe non sta a guardare ma vuole sedere in cda». Conclude Noci: «È tornato quel pregiudizio positivo verso di noi che ha sempre contraddistinto le relazioni tra Pechino e Roma».

Per LA STAMPA il vertice di Seul vale il taglio basso in prima pagina sotto il titolo “Hu Jintao: più investimenti in Italia”. All’interno i servizi vanno dalla 6 alla 8. Da leggere in particolare il dossier sugli investimenti cinesi in Italia (“Energia, ambiente e meccanica. La lunga marcia nella Penisola”) a firma di Marco Alfieri. Molto significativo il sottotitolo: Pechino ha riserve per 3.500 miliardi di dollari, quasi il doppio del nostro debito. E ancora: «Finora nel nostro paese arrivano solo le briciole dell’impegno cinese. La burocrazia fa paura ai capitali…Nel suo viaggio Monti incontra anche il presidente del Cic fondo sovrano da 410 miliardi». In taglio basso l’approfondimento “Ferretti e Ferragamo, i primi passi cinesi verso il made in Italy” dove si dà conto fra gli altri della scalata di Shig-Weichai per salire al 75% dei cantieri Ferretti che sono il maggior produttore mondiale di yacht di lusso». Scrive sempre Alfieri: «Se prendiamo i dati Kpmg sull’ultimo triennio di investimenti cinesi in Italia, rispondono più o meno tutti a questa logica da raid industriale, a caccia del brand patinato». 

E inoltre sui giornali di oggi:

PAESAGGIO
REPUBBLICA – Paesaggio, beni artistici, e cultura salveranno l’Italia. È la tesi di Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai. nel suo libro “Per un’Italia possibile. La cultura salverà il nostro Paese?”. Cita don Antonio Loffredo e le catacombe di Santa Maria della Sanità ma anche la cooperativa Lupia che ha portato centinaia di visitatori nelle Valli Cupe, nella Silla. Però nel segmento dei beni culturali il valore aggiunto nel 2007/2010 è cresciuto del 3%, dieci volte l’economia complessiva del Paese, ferma allo 0,3%. Secondo la Buitoni «per ogni euro investito in cultura c’è un ritorno di 7 euro. Bisogna ripartire da qui». 

CUBA
IL MANIFESTO – Richiamo in prima pagina per il viaggio del Papa a Cuba con il titolo “Benedetto XVI all’Avana, lider maximo per un giorno”. A pagina 9 l’articolo in apertura avvisa, nell’occhiello “che siamo alla seconda giornata di Ratzinger nell’isola castrista: dopo Santiago l’Avana con un altro bagno di folla” , mentre il titolo recita “Il papa: il confronto e non lo scontro”, mentre il sommario annuncia “Ufficialmente non in programma, ma oggi è previsto l’attesissimo incontro con Fidel”. Nell’articolo un’analisi anche politica delle ricadute del viaggio tra cautele e passi avanti con la sottolineatura della posizione della chiesa cubana che non mira allo scontro con il regime castrista diversamente dalla diaspora che vive in Florida. 

NON PROFIT
ITALIA OGGI – A p. 39 “Lacci sui fondi al non profit”. Circolare Assonime sugli aiuti di stato. Notifica Ue sui maxi incentivi alle utility. Si parla della circolare n. 7 del 23 marzo di Assonime che commenta le nuove regole europee. «Ospedali, scuole, asili e associazioni possono essere soggetti alle limitazioni dettate dalla normativa sugli aiuti di stato, in quanto assimilabili alle imprese. Il de minimis sale a 500 mila euro nel triennio, gli aiuti sopra i 15 milioni devono essere notificati se relativi a servizi di interesse economico».

ARMI
AVVENIRE – Spese per le armi. Avvenire pubblica i dati dell’ultimo Rapporto del Sipri di Stoccolma. “Le armi non conoscono recessione” è il titolo dell’ampio servizio. Nel complesso il mercato delle armi è cresciuto del 24% negli ultimi quattro anni. La Cina ha avuto un record nell’aumento delle esportazioni che sono praticamente raddoppiate. I paesi che spendono di più sono quelli asiatici che assorbono il 44% del mercato.

NO TAV
LA STAMPA –  Dopo l’occupazione del municipio di Milano da parte dei NO Tav, LA STAMPA dedica al movimento una pagina. Al titolo “I no tav: siamo i nuovi partigiani” risponde l’intervista al presidente dell’Anpi Carlo Smuragli: “Non sanno di cosa parlano: la Resistenza si batteva proprio per la libertà di tutti”. Dice Smuraglia: ««Si doveva parlare di legalità, un tema caro a tutti. Non si capisce se volevano contestare solo Caselli o le libertà di tutti. Facendola diventare una contestazione a chiunque voglia esprimere il proprio pensiero. Mi sembra che in Italia ci sia troppa violenza. C’è un brutto clima che sta tornando, ma spero finisca presto».


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