Famiglia & Minori

Alessandra Mussolini: «Italia in ritardo per troppa burocrazia»

di Redazione

L’Italia dei ragazzi fuori famiglia ha molte facce, alcune «drammatiche, vergognose, inaccettabili». È un fiume in piena Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia. Risponde alle domande di Vita appena uscita da una seduta in cui si è svolta l’audizione del Garante per l’Infanzia del Lazio, e subito assicura che «la situazione è sotto la lente della Commissione».
Cosa l’ha colpita maggiormente, di tutti i temi e i dati che sono stati appena presentati, e che sono purtroppo rappresentativi della situazione italiana?
Sapere che il 30% dei minori viene allontanato dalla famiglia per mere ragioni economiche. Considerato che solo nel Lazio sono 1.700 i bambini e gli adolescenti fuori famiglia, significa che più di 500 di loro avrebbero potuto restare con i genitori. E sappiamo tutti che basta pochissimo per togliere un bambino alla sua famiglia, mentre serve molto di più per farlo rientrare.
Come interverrebbe?
Se si tratta solo di povertà e non ci sono altri problemi, dovrebbero essere previste misure per sostenere economicamente quelle famiglie e per scongiurare la separazione dai figli. In pratica, in queste situazioni troverei giusto trasferire la stessa retta giornaliera che viene attribuita alle comunità, pari a 70-100 euro al giorno per ciascun minore.
Rette che, per tutti gli altri casi in cui l’allontanamento è inevitabile, in molti comuni vengono pagate con estremo ritardo.
Ne sono a conoscenza, sono intervenuta di persona anche a Napoli quando le associazioni e le comunità sono scese in piazza. In questo caso purtroppo è vero, gli enti locali non pagano e all’interno di questo gioco al ribasso maturano abusi ai danni dei più deboli.
Come vede il futuro dell’affido in Italia?
Gli affidamenti familiari e le adozioni nazionali sono troppo pochi rispetto al livello di bisogno diffuso che si ha in Italia oggi. Uno dei problemi legati a questo fenomeno riguarda la dichiarazione di adottabilità, che viene concessa con grande difficoltà e dopo tempi lunghissimi. Ci sono tanti, troppi bambini sospesi nelle maglie del diritto, nelle pastoie della burocrazia, legati alla loro famiglia da un filo talmente esile, eppure sufficiente a impedire l’accoglienza definitiva e una vita serena accanto a nuovi genitori. Ci sono troppi giovani che vengono “abbandonati” dal sistema al raggiungimento della maggiore età, quasi potessero all’improvviso cavarsela da soli. Queste devono essere priorità nell’agenda politica. L’impegno della Bicamerale, in questo momento, è di favorire il dialogo tra i vari attori del sistema, a cominciare dagli stessi Garanti regionali, per giungere al superamento delle differenze sul territorio e lottare contro ogni forma di abuso.


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