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Reatech: la fiera “abbatti-barriere” che viene dal Brasile

di Franco Bomprezzi

“Accessibilità, inclusione, autonomia”: tre parole per definire il senso di Reatech Italia, l’esposizione voluta da Fiera Milano e in programma negli spazi superaccessibili di Rho, dal 24 al 27 maggio. Una nuova sfida alle regole del mercato, che fatica a trovare una connotazione precisa in un settore, quello della disabilità, che pure riguarda almeno il 10% della popolazione. Molti gli esempi e i tentativi nel passato, e tuttora c’è, a pochi giorni di distanza, uno spazio consolidato per gli ausili a Bologna, all’interno di Exposanità (16-19 maggio). Ma Reatech è un’altra cosa, lo si capisce già dal sito internet, zeppo di informazioni interessanti per chi si occupa non solo di oggetti e ausili, ma soprattutto di idee, di esperienze, di competenze. Ne abbiamo parlato con Marco Serioli, direttore Exhibitions di Fiera Milano.
Ogni nuova fiera nasce da un potenziale mercato. Perché giocare una carta così particolare come Reatech?
Siamo partiti dall’esperienza brasiliana, della società che Fiera Milano ha acquisito. Fra le varie esposizioni che la società del Brasile sta realizzando c’è proprio Reatech, là ormai da dieci anni un appuntamento importante. Certo, abbiamo valutato con attenzione le differenze con il mercato italiano, e soprattutto le diversità di trattamento nel campo legislativo e amministrativo, ma ci siamo convinti che esista uno spazio importante sul quale investire, sperimentando, in questa prima edizione, una formula del tutto innovativa.
Nel mondo della disabilità fino ad oggi non è quasi mai il consumatore finale a decidere gli acquisti, mentre gli ausili sono ancora molto legati al meccanismo della fornitura pubblica. Reatech può segnare una novità in questo senso?
All’inizio, i primi interlocutori a darci idee e proposte concrete sono state le associazioni delle persone con disabilità, che ci hanno orientato nel taglio da dare all’iniziativa, e cioè creare la giusta attenzione al tema dell’inclusione e dell’autonomia. Cerchiamo di parlare alla persona che ha qualsiasi tipo di disabilità non tanto attraverso gli operatori professionali quanto attraverso le esperienze, le competenze, gli esempi concreti di come si possano affrontare e risolvere positivamente i normali momenti della vita, per vivere in modo naturale e autonomo. Abbiamo così creato, senza alcuna forzatura, un punto di incontro tra il mondo profit e quello non profit. Senza dimenticare ovviamente che il monte delle informazioni serve anche a rinforzare un mercato di prodotti e di servizi che spesso sono poco conosciuti.
Reatech propone anche un robusto pacchetto di idee e di suggestioni culturali…
Sono previsti oltre 50 convegni in 4 giorni, una ventina di eventi, con i prodotti utilizzati in situazioni vere, dal test drive al cinema per non udenti, insomma una gamma molto vasta di esperienze da toccare con mano e di idee da ascoltare e mettere in circolo. Siamo convinti che ormai gli utenti, consumatori, anche in questo settore utilizzino molto il web per scambiarsi informazioni utili, ma un evento fieristico, che consente il contatto e l’incontro diretto e personale, mantiene la sua insostituibilità ed efficacia. Le logiche fieristiche si sposano, ormai, con la nuova frontiera dell’innovazione e dell’immaterialità dei beni da esporre e da scambiare, ferma restando la consistenza degli espositori di prodotti, di ausili, di allestimenti. Ad esempio nel settore delle auto Fiat e Volkswagen, con l’allestimento, nelle aree esterne, anche dei test drive.
Una prova generale in vista di Expo 2015?
Presto per dirlo, anche se sicuramente sarà necessario sviluppare da qui in avanti un dialogo molto serio e serrato con la società Expo, perché dovremo arrivare preparati all’impatto con i potenziali 20 milioni di visitatori.


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