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Politica & Istituzioni

Bravo Monti, ma così non va bene…

Elogi dal Fondo Monetario ma perplessità sulla crescita

di Franco Bomprezzi

Il Fondo monetario internazionale promuove l’Italia di Mario Monti, ma il prezzo è alto, e non mancano i consigli per cambiare passo sulla crescita. Ecco come i giornali oggi raccontano la situazione economico finanziaria.

«Bene l’Italia, ora la crescita», sintetizza così di taglio centrale in prima il CORRIERE DELLA SERA, che sceglie di aprire con le indagini su Bossi e figli. Nel sommario del titolo però si capisce che non ci sono solo elogi: “Il Fondo monetario internazionale rivolge al governo italiano elogi e incoraggiamenti, «ma molte cose restano da fare per rivitalizzare la crescita e ridare dinamismo all’economia».” Intanto Monica Guerzoni a pagina 5 parla del premier: “Monti: la crescita verrà, il rigore continua” e scrive: “Nella tarda mattinata il premier ha incontrato la delegazione del Fondo monetario internazionale in missione nel nostro Paese. «Le politiche del governo Monti hanno creato un livello di stabilità davvero notevole — è il giudizio di Reza Moghadam, direttore del dipartimento europeo del Fmi —. Ora è il momento di rilanciare la crescita». Con queste credenziali, che assicurano il pareggio di bilancio nel 2013, il capo dell’esecutivo ha parlato al ministero dell’Economia in conferenza stampa, con il viceministro Vittorio Grilli. E ha spiegato perché le prossime settimane saranno «decisive» per il futuro dell’Italia e dell’Europa”. Commenta Massimo Franco nella sua Nota politica a pagina 6: “il governo di Roma sta assumendo un profilo che gli permette di parlare con tutti i Paesi europei. Dunque, è diventato insieme fonte di informazioni e di analisi su una Ue che oltre Atlantico osservano come uno strano fenomeno e veicolo per mandare messaggi in una fase in cui gli Usa temono l’«effetto boomerang» della loro crisi finanziaria. D’altronde, le istituzioni dell’Ue a Bruxelles vedono nell’amministrazione Obama uno dei persuasori occulti decisivi per evitare un avvitamento catastrofico. Si conta sull’America per indurre la cancelleria tedesca ad assumere un atteggiamento meno chiuso nei confronti delle altre nazioni. E Washington spera che il governo italiano riesca a far pesare la sua linea mediana soprattutto fra Berlino e Parigi. Il fatto che il Fmi ieri abbia apprezzato i provvedimenti presi finora, definendo l’Italia «un modello» per il Vecchio continente, può suscitare irritazione”. A pagina 8 Stefania Tamburello: «L’Italia migliora, ma ora non si fermi» titola il pezzo dedicato alle dichiarazioni del Fondo monetario internazionale. Complimenti a Mario Monti, ma anche una serie di osservazioni: “ I suggerimenti del Fondo sono specifici e vanno dall’approvazione immediata della riforma del lavoro alla revisione della tassazione su lavoro e imprese e complessivamente alla riduzione del peso fiscale; dal miglioramento della competitività nel settore energetico anche per far abbassare i prezzi per il consumatore che sono «i più alti» d’Europa alle liberalizzazioni; dal taglio delle spese della politica alla riforma del sistema giudiziario; dalla spending review alla riduzione dell’evasione che secondo il Fmi «può essere favorita dalla diminuzione delle tasse». Tutte queste azioni, dice il Fondo, potrebbero far crescere il Pil (Prodotto interno lordo) italiano del 6% nel medio periodo, cioè in 5-6 o 7 anni”. 

 Lettura esaltante quella che dà REPUBBLICA. Secondo il pezzo a pag 7 “Fmi:Italia modello per la Ue” ma Monti vede ancora l’emergenza” il nostro paese non è più sorvegliato speciale bensì un modello per tutta l’Ue.  Quello ad essere cauto è invece Monti che oltre ad avvisare che l’emergenza non è finita assicura anche di non aver mai usato la parola austerità in 6 da quando è premier».

In controtendenza con la stampa nazionale e internazionale IL GIORNALE, in un trafiletto in taglio alto in prima, sotto l’occhiello “Bocciatura eccellente” titola “Il Fmi contro il Prof: ora abbassi le tasse”. All’interno l’articolo di Francesco Forte che titola “Meno tasse, ce lo chiede pure l’Fmi”. «Pareva, ai soloni e ai violini della grande stampa, che il governo tecnico fosse infallibile nella materia economica e finanziaria. Invece viene smentito dal Fondo monetario che, a proposito della situazione italiana, afferma che la riduzione delle imposte rispetto ai livelli molto elevati raggiunti dalle attuali aliquote non genererebbe una diminuzione di gettito, ma un aumento. Il Fondo monetario in particolare fa riferimento alle elevate imposte sul costo del lavoro e sulle imprese. Esso sollecita anche a varare in fretta la riforma del mercato del lavoro per rilanciare l’economia. Sommate insieme le due ricette migliorerebbero il bilancio tramite l’aumento di basi imponibili causato dalla crescita economica e dalla minor evasione. Il Fondo monetario è il santuario della serietà fiscale e monetaria e che i suoi funzionari in generale girano per il mondo a raccomandare aumenti di imposte per ridurre i deficit di bilancio. Per l’Italia dicono l’opposto e sarebbe bene che questo governo se ne facesse una ragione, evitando sia le dichiarazioni del ministro Passera per cui le nuove tassazioni sono una cosa buona, che le affermazioni del premier Monti a favore di Equitalia, senza una parola per le situazioni disperate di chi deve subire procedure coattive di riscossione che distruggono l’impresa».

In una prima pagina che apre sulle manifestazioni degli indignati europei a Francoforte per assediare la Bce: “Franco fortino” è il titolo, la notizia della promozione da parte del Fmi occupa un ampio richiamo su IL MANIFESTO a centro pagina “L’Fmi incorona Monti. Spagna, allarme contagio”. «L’Italia è sulla strada giusta, ha fatto grandi progressi negli ultimi sei mesi, può addirittura considerarsi un modello in Europa per quanto riguarda le riforme da fare. La crescita? Arriverà, ma solo dopo che sarà stata approvata la riforma del lavoro (…) Il fuoco greco divampa: la Bce chiude i  rubinetti alle banche e parte la fuga di capitali verso l’estero, in vista del voto del 17 giugno che potrebbe incoronare Syiriza primo partito» riassume il sommario che rinvia alle pagine 3, 4  e 5. Nello stesso spazio di richiamo viene segnalata l’intervista all’ex portavoce di Syriza di cui si riporta una frase «Se vinceremo, la Grecia non uscirà dall’eurozona. Saremo noi a farla diventare di sinistra», l’intervista a Theodoris Dritsas occupa buona parte di pagina 5. A pagina 3 l’apertura recita: “Gli stregoni incoronano Monti”. L’articolo avverte: «Nessuna politica economica è neutrale. Quando  parla il Fondo monetario internazionale (Fmi), però, si capisce meglio: rappresenta interessi che non si nascondono sotto un tappeto (…)» e ancora «(…) Non avevamo dubbi sul fatto che l’Italia fosse un laboratorio in cui sperimentare – dopo la rapida e drammatica esperienza greca degli ultimi due anni, in qualche modo un caso-limite non replicabile – la distruzione del “modello sociale europeo”. Ma sentircelo confermare dal Fmi non è una bella sensazione (…)».

IL SOLE 24 ORE dedica il taglio centrale alla questione FMI “Riforme, l’Fmi promuove l’Italia”, con un commento di Alessandro Leipold, dal titolo “Il fondo approva e striglia”: «Veramente una bella pagella, quella consegnata dalla missione dell’Fmi al premier Monti ieri, alla fine della visita in Italia. Anzi, la migliore che si ricordi da anni. “Sulla strada giusta», «progressi rimarchevoli», e persino «un modello per la stabilizzazione dei conti pubblici e per le riforme a favore della crescita».Tutto ciò è indubbiamente molto positivo e fonte di soddisfazione, non solo per il Governo, ma anche per le forze politiche che lo sostengono (insolitamente, il documento del Fondo riconosce «l’ampio sostegno politico» che ha permesso l’azione del Governo), come anche per ogni cittadino. (…) In tono implicitamente più critico, il Fondo spinge anche per cambiamenti che non sono all’ordine del giorno del Governo. Tra questi, spiccano tre in particolare: il primo, un vecchio cavallo di battaglia dell’Fmi, è quello di una differenziazione regionale dei salari pubblici, che favorirebbe anche la flessibilità dei salari privati e l’occupazione, soprattutto al Sud. Il secondo è «l’accelerazione» (parola che, nel linguaggio felpato del Fondo, svela impazienza col ritmo attuale) dell’apertura degli ordini professionali. E il terzo, è quello di una «maggiore spinta» (di nuovo, una critica velata) alla privatizzazione, in particolare dei servizi pubblici locali. In sintonia col tema centrale della crescita, anche il capitolo sulla finanza pubblica, piuttosto che centrarsi su possibili scostamenti dagli obiettivi prefissi (che pur vi sono nelle previsioni Fmi), assume un orientamento più strutturale e a medio termine. S’intitola infatti “Rendere il consolidamento fiscale più favorevole alla crescita” (growth-friendly) e – dopo aver osservato che l’avanzo primario previsto per il 2013 (4% del Pil) è il più alto della zona euro – giudica «appropriato» il ritmo di correzione previsto per il 2012-13. Detto questo, emerge però una chiara insoddisfazione nei confronti della composizione del risanamento, con un richiamo deciso a favore di maggiori tagli alla spesa, e un rafforzamento della spending review, per permettere tra l’altro una riduzione dell’imposizione sul lavoro. Vi è anche un richiamo a una migliore utilizzazione del patrimonio pubblico, tramite le dismissioni».

Le raccomandazioni del FMI trovano spazio su ITALIA OGGI a pag 6 nel pezzo “Primo, abbattere il debito pubblico”. L’articolo riporta solo gli input del PMI su come rilanciare la crescita. Un’analisi più approfondita sulle politiche che favoriscono sviluppo e occupazione si trovano nel pezzo “Washington: ora l’Eurozona copi l’Argentina” sempre a pag 6. Il pezzo rilancia gli input del Cepr, un think thank americano che consiglia di abbandonare le politiche di austerity e di replicare in Europa le scelte economiche che hanno portato l’Argentina fuori dalla crisi.

«Il Fmi promuove l’Italia. Monti: l’emergenza resta»: così AVVENIRE sintetizza la notizia, sottolineando come il premier sia stato «molto attento a non dare l’impressione di voler allentare la disciplina di bilancio per quell’ipotetica fase due sollecitata da partiti e forze sociali, anche se ha rivendicato l’obiettivo della crescita in ogni provvedimento del governo». La situazione oggi, dice Monti a chi sottolinea la nuova corsa dello spread, è completamente diversa dall’autunno scorso: allora «eravamo sull’orlo del precipizio» e «l’Italia stessa era fonte di crisi», oggi invece se anche la crisi tracimasse, l’Italia «avrebbe la coscienza pulita».  Ora per Monti è soprattutto l’Europa a doversi muovere, a partire dalla moratoria sui debiti dello Stato verso le imprese e dallo scorporo degli investimenti produttivi dal calcolo del deficit.

“Fmi: Italia sulla strada giusta”, questo il titolo di apertura de LA STAMPA che nel catenaccio osserva “«Grandi progressi». Lavoro, ai co.co.pro salario-base come ai dipendenti” nel breve testo che rinvia agli articoli dedicati al tema (da pagina 8 a pagina 11) si legge: «L’Fmi promuove l’Italia, “un modello per l’Ue”. Il Fondo monetario parla di “progressi notevoli” e invita ad andare avanti con le riforme. Occhi puntati anche sulla Grecia che andrà al voto il17 giugno. Per Draghi deve restare nell’euro». A pagina 8 con un occhiello che recita “La pagella del fondo” e il titolo su “Risanamento dei conti l’Italia modello per l’Ue” si trova un articolo circondato da sei box con sfondo beige in cui si trovano altrettanti capitoli enfatizzati dal Fmi: lavoro “Fare in fretta”; Tasse “Più equilibrio”; Riforme e crescita “C’è ancora molta strada da fare”; Banche “più capital” e infine Spending review “Per la crescita”. L’articolo inizia con un poco rassicurante «Promossa, almeno per quest’anno. L’Italia supera l’esame (…)». A pagina 9 per i retroscena si parla di “Spread alle stelle Giro di  cosultazioni tra Roma e l’Europa”.

E inoltre sui giornali di oggi:

IMMIGRAZIONE
REPUBBLICA – Due pagine dedicate alla decisione del Ministro Cancellieri di mettere uno stop ai nuovi ingressi di immigrati. Oltre al pezzo a pag 14 “Cancellieri:Troppi disoccupati quest’anno niente decreto flussi” , REPUBBLICA propone a pag 15 un  interessante dossier sugli stranieri al lavoro.

FAMIGLIA
IL MANIFESTO – In un box a pagina 7, che apre sull’avviso di garanzia a Bossi e ai due figli Renzo e Riccardo, la notizia dell’approvazione della legge che pone fine alla discriminazione tra figli naturali e legittimi. La prima approvazione risale al 30 giugno scorso, la normativa deve però ritornare alla camera per le modifiche introdotte al senato.

FONDAZIONI
LA STAMPA  – A pagina 28 ampia intervista a tutta pagina ad Angelo Benessia che ha lasciato da pochi giorni la presidenza della Compagnia di San Paolo, a fondazione che detiene la maggior quota azionaria di Intesa San Paolo. “«Le Fondazioni  hanno garantito la tenuta del sistema bancario»” recita il titolo. In una serie di richiami si sottolineano alcune affermazioni di Benessia: “Stanziamenti: «Abbiamo puntato sulla coesione sociale e su ricerca e istruzione comprimendo il resto»”; Welfare: «Resta essenziale redistribuire le risorse sul territorio»”, si pala anche del futuro di Torino nei sommari «Alla deindustrializzazione non ha fatto seguito una crescita esponenziale del settore dei servizi” e sulla legge Ciampi lapidario: «L’uscita dal governo degli istituti è ancora da venire».


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