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Politica & Istituzioni

Monti sta con Equitalia

Solidarietà del premier a Befera, ma modifiche in arrivo

di Franco Bomprezzi

Il premier Monti va in visita a Equitalia per dare un segnale forte di solidarietà a chi lavora con il rischio di aggressioni, per eseguire compiti che derivano da un obbligo dello Stato.

Nemmeno un piccolo richiamo sulla prima del CORRIERE DELLA SERA per la visita di Monti a Equitalia. Eppure il quotidiano di via Solferino dedica le prime pagine dello sfoglio, proprio la 2 e la 3, a questa notizia. «Rispetto per Equitalia, applica la legge» è il titolo che apre pagina 2, con Roberto Bagnoli che scrive: “«Le parole sono pietre, attenzione a come si utilizzano nei confronti di Equitalia e dei loro funzionari, attribuendogli responsabilità che esulano dai loro compiti». Il presidente del Consiglio Mario Monti si rivolge ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate citando lo scrittore Carlo Levi e dando loro completo appoggio dopo le centinaia di episodi di violenza contro i dipendenti della società di riscossione. «Voi non fate altro che applicare la legge — ha detto il premier durante la visita alla sede dell’Agenzia rivolgendosi anche ai dirigenti — pagare le tasse è un dovere, se tutti pagassero il dovuto tutti pagherebbero di meno». Se l’atteso sostegno agli «sceriffi del Fisco» è arrivato, così non è stato per il preannunciato via libera ai decreti ministeriali che avrebbero dato ossigeno finanziario alle imprese, sbloccando i pagamenti della Pubblica amministrazione”. E più avanti: “Nel rapido incontro, una mezzoretta in tutto, Monti e Befera hanno affrontato anche il tema della riduzione dell’aggio per i ritardati pagamenti che attualmente è del 9% e che potrebbe scendere al 7%. Befera, rivolgendosi al premier in una nota, ha difeso l’operato dei suoi uomini perché «il nostro oggi è un lavoro difficile e ingrato». Ha poi sottolineato che il comportamento degli emissari del Fisco «non è frutto di decisioni discrezionali ma risponde in ogni suo momento a precise prescrizioni normative». «Siamo di fronte a un incredibile capovolgimento della realtà — ha continuato il direttore dell’Agenzia delle Entrate — perché si fa strada invece una certa disinformazione che tende ad assimilare l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia a società private di lucro che agirebbero a loro arbitrio per trarne profitto a danno dei contribuenti»”. Mario Sensini approfondisce a pie’ di pagina: “Incentivi antievasori. Per il Fisco la strategia della collaborazione” e spiega: “Bastone e carota. La guerra contro l’evasione fiscale non sarà più, come ora, centrata quasi esclusivamente sulla repressione. L’obiettivo indicato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, è quello di rendere il Fisco più «trasparente», «prevedibile», «semplice», «meno persecutorio» e «non arbitrario». Come? La strada l’ha indicata ieri lo stesso presidente del Consiglio nel corso dell’incontro con i vertici dell’Agenzia delle Entrate. Puntare di più sulla collaborazione con i contribuenti. Anche dando loro degli incentivi in cambio della piena trasparenza fiscale. Il messaggio è semplice: apriteci i cassetti della contabilità, avrete vantaggi ed eviterete qualsiasi rischio. Così, accanto al decreto per la compensazione dei crediti commerciali con i debiti fiscali iscritti a ruolo, la revisione dell’aggio di Equitalia, le misure che potrebbero riguardare le sanzioni e l’importo degli interessi, i tecnici del governo hanno aperto il capitolo degli incentivi alla fedeltà fiscale. La linea è quella tracciata dalle misure varate con il decreto di semplificazione fiscale, che riserva alcuni benefici ai professionisti e alle piccole imprese che accettano solo pagamenti tracciabili su un conto corrente dedicato all’attività lavorativa. I vantaggi consistono in una semplificazione degli adempimenti fiscali, ma potrebbero in futuro essere estesi, così come la platea dei soggetti ai quali proporre il «patto». A chi renderà pienamente trasparente la propria base imponibile, agevolando di parecchio il compito degli ispettori fiscali, potrebbero essere concessi benefici anche più consistenti, come l’accelerazione dei rimborsi fiscali, minori vincoli nella compensazione dei crediti Iva, la riduzione dei termini dell’accertamento delle imposte”. 

Nessun riferimento sulla prima pagina di REPUBBBLICA alla visita di Monti. Se ne parla invece a pagina 11 che apre con una foto del premier insieme ad Attilio Befera e questo titolo: “Desk d’ascolto e rate più lunghe: «Il fisco aiuterà le imprese in crisi»”. In evidenza due dichiarazioni. La prima di Monti: «Pagare le tasse è un dovere. Se tutti lo facessero pagheremmo di meno e avremmo servizi migliori». La seconda di Befera: «Il nostro è un lavoro difficile e ingrato, ma siamo consapevoli che è nell’interesse di tutta la nazione». Da segnalare anche il boxino sull’annuncio dell’Anci, che dice: «Pronto il nostro ente di riscossione». Si tratta di una società pubblico-privato, «più attenta nella riscossione dei tributi alle situazioni di disagio di singoli e imprese…L’adesione degli enti locali sarà volontaria da subito o a partire dal primo gennaio 2013, quando scadranno i contatti di Equitalia».

IL GIORNALE dedica un solo articolo alla visita del premier alla sede di Equitalia. Antonio Signorini firma “Monti allenta il cappio di Equitalia. Era ora”. «Solidarietà esplicita a Equitalia e all’Agenzia delle entrate e mano tesa ai contribuenti tartassati, con la promessa di accelerare alcune misure che servono a dare sollievo a chi si trova in difficoltà. Poi la conferma ufficiosa che sarà ridotto l’aggio sulle cartelle. La visita del premier Mario Monti all’agenzia di riscossione ha seguito una regia che non può essere casuale. Il sostegno alle strutture guidate da Attilio Befera è «incondizionato» così come la condanna degli atti violenti contro i dipendenti e le sedi del fisco». Poi però «da palazzo Chigi, al termine del breve incontro, filtra l’elenco delle misure a favore dei contribuenti, alcune già prese dal governo e altre in dirittura di arrivo. In particolare il ritorno di quella sui “fallimenti individuali” che permette la ristrutturazione del debito con il fisco attraverso la rateizzazione e il congelamento dei pignoramenti».

Anche su IL MANIFESTO la visita a Equitalia di Monti non trova spazio in prima pagina che dedica invece l’apertura alla cronaca parlamentare di ieri con il titolo ad affetto “L’arresto di Monti” per spiegare nel sommario “La giustizia terremota la maggioranza. Il Pdl rompe le righe e fa ostruzionismo sulla legge anticorruzione. Ma il Pd, con i voti di Idv e Fli, fa passare un emendamento che aumenta le pene. La ministra Severino si arrabbia, salta all’ultimo momento il vertice tra i partiti. Alfano: «Così il governo rischia»”. Per trovare la notizia basta andare a pagina 3 dove si trova l’articolo “«Aggio» giù di due punti e task force sui fallimenti”. Nell’articolo si riportano alcune frasi di Monti da quella che esprime il «sostegno incondizionato del governo a fronte dei numerosi atti di intimidazione  aggressione» e poi ancora: «Le parole sono come pietre e purtroppo nel clima difficile che sta attraversando il nostro paese possono indurre a inaccettabili atti violenti». Si ricorda poi che Monti ha dichiarato che è un impegno del governo «rendere le tasse accettabili, nell’ottica di un contributo che il cittadino dà per il bene comune, per la collettività». A metà articolo si ricorda che Monti ha ribadito al direttore dell’Agenzia delle entrate l’intenzione del governo di «abbassare di due punti percentuali il cosiddetto “aggio”,  ossia il compenso riconosciuto a Equitalia sul gettito recuperato, una percentuale che dall’attuale 9 percento (tutto sulle spalle del contribuente in caso di pagamento dopo due mesi) dovrebbe passare al 7 percento (…)».

Servizio a pagina 10 sulla questione Equitalia su IL SOLE 24 ORE «Pagare le tasse è un dovere»: «La lotta all’evasione resta comunque la priorità. E costituisce un punto cardine dell’azione di Governo come dimostrano i provvedimenti introdotti con il decreto Salva-Italia. Il tutto, ha sottolineato Monti,  “tenendo sempre ben presente il concetto di equità e di proporzionalità. La lotta all’evasione fiscale non tocca chi già paga le tasse, ma è rivolta contro chi non le ha mai pagate. L’obiettivo deve essere quello di colpire le aree dove c’è un fenomeno diffuso di evasione fiscale”. Il presidente del Consiglio, dopo aver ricordato che nel 2011 sono stati recuperati 12,7 miliardi di euro dalla lotta all’evasione, ha poi posto l’accento sulle misure adottate per aiutare i cittadini in difficoltà. Come la possibilità di rateizzare il debito con il Fisco. “Da marzo, ha ricordato Monti, Equitalia ha innalzato da 5mila a 20mila euro la soglia per ottenere automaticamente la rateizzazione». Ci sono poi le ulteriori 72 rate del piano di dilazione già concesso. «Allo stesso tempo – ha proseguito il presidente del Consiglio – sono stati messi a disposizione oltre 2 miliardi di euro per i rimborsi dei crediti Iva a favore delle imprese, degli artigiani e dei professionisti”. Ma, ha precisato Monti, “per riacquistare fiducia nel futuro dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni che caratterizzano uno stato di diritto» e, tra queste, vanno menzionate agenzia delle Entrate ed Equitalia. E allo stesso tempo «bisogna porre molta attenzione alle parole che si utilizzano nei confronti dell’agenzia delle Entrate e di Equitalia e dei loro funzionari, attribuendogli responsabilità che esulano dai loro compiti”».

ITALIA OGGI sottolinea già dalla prima pagina che l’aggio di Equitalia scende del 2%, dal 9% al 7%. E definisce la novità come la più importante  fra quelle emerse dall’incontro Monti e Befera. In sostanza  la diminuzione dell’aggio significa un  restyling  dei compensi degli agenti della riscossione  previsto  con dl 201/2011 è destinato  a alleggerire le commissioni  gravanti sui debitori.  Per l’attività svolta le società del gruppo Equitalia  incassano un compenso pari al 9% delle somme richieste in tutto  o in parte a carico del contribuente. Ma in sede  di conversione della manovra Monti è stato previsto  che l’aggio standard sarà sostituito da un rimborso  dei costi fissi risultati da bilancio certificato. Il termine  per emanazione del primo decreto è fissato al 31 dicembre 2013,  ma i tempi, dovrebbero essere ben più rapidi».

“Equitalia, Monti: parole come pietre. No ad attacchi”, è il richiamo in prima di AVVENIRE. Il servizio interno a pag 11. Il quotidiano della Cei prova ad anticipare le misure allo studio: «Si va verso norme per i fallimenti individuali. L’aggio della riscossione dovrebbe scendere dal 9 al 7%. Ancora un rinvio per i decreti sui pagamenti alle imprese, forse martedì 22 il varo. Intanto la Camera ieri ha approvato un ordine del giorno per sospendere per un anno i debiti tributari delle imprese che sono in difficoltà economica….trattandosi di un odg non ha però carattere operativo, ma programmatico: impegna il governo a disporre, tramite un decreto del ministero dell’Economia, la moratoria dei debiti tributari per un anno a favore delle imprese in crisi che dovranno essere identificate dalla stessa Equitalia». 

“Monti: basta attacchi ad Equitalia”: la notizia su LA STAMPA trova spazio a pagina 25, come apertura delle pagine di economia: «Per evitare pericolose derapate ci vuole anche qualcosa di concreto per rendere i pagamenti meno indigesti. E dopo l’innalzamento da 8000 a 20000 euro della soglia oltre la quale Equitalia può iscrivere un’ipoteca, le rate più flessibili per i versamenti, a margine del meeting con Entrate ed Equitalia si è ragionato anche di nuove misure, ancora allo studio. Si va da nuove norme per codificare e accompagnare i fallimenti personali anche di privati cittadini al possibile taglio dell’aggio, ovvero la remunerazione incassata della socità di riscossione che potrebbe scendere dal 9 al 7 per cento.»

E inoltre sui giornali di oggi:

COMUNITA’ MONTANE
LA REPUBBLICA –  Inchiesta del quotidiano romano sugli sprechi delle comunità montane fra consulenze e stipendi d’oro. Il servizio è firmato da Antonio Fraschilla: «Questi enti dovevano valorizzare il territorio, ma nel 2008 si è deciso di azzerare i fondi a loro destinati. Basilicata, Liguria, Molise, Puglia e Toscana li hanno soppressi. Piemonte, Lazio e Campania hanno votato leggi per la loro trasformazione in unioni di Comuni. Erano 300  e sono diventati 72. In realtà ne restano più di cento ancora in vita: veri e propri “stipendifici”  di dipendenti che non lavorano». 

DIRITTI UMANI
IL MANIFESTO – “La tortura, reato fantasma che ci chiede la Costituzione” è il richiamo in prima pagina per parlare del fatto che: “Per l’Onu la tortura è un crimine contro l’umanità ma per l’Italia non esiste, nonostante sia praticato, dagli anni Settanta al caso Cucchi passando per Bolzaneto. Da quasi trent’anni nel nostro paese si prova a introdurre una legislazione che ne riconosca almeno l’esistenza, ma ogni tentativo è stato frustrato. Ci riprova una campagna politica e culturale condotta dall’associazione Antigone” come ricorda il sommario che rinvia a pagina 8 interamente dedicata a presentare la campagna e che si apre con un’intervista a Erri De Luca che nell’occhiello afferma «Se non volete punirla ufficializzatela. Come negli Usa», il titolo, inoltre, riprende un’altra affermazione di De Luca «Legalizzata o abolita Clandestina mai». DI spalla viene riportato il testo dell’appello  e un intervento del presidente di Antigone Patrizio Gonnella dal titolo “Un reato fantasma ma è l’unico chiesto nella Costituzione” e, infatti, nella fascia grigia che apre la pagina si legge “Tortura – Per l’Onu è un crimine contro l’umanità. Per l’Italia non esiste. La nostra Carta all’art.13 ordina: «Va punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà»”.

FAMIGLIA
AVVENIRE – Approfondimento sul piano del ministro Riccardi: “«Piano per la famiglia? Fatti, non un libro dei sogni»”, «Il Piano nazionale per la famiglia, che sarà prossimamente approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri, ha conservato il suo «impianto principale». Lo ha affermato ieri il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi nelle interrogazioni a risposta immediata al Senato, assicurando che «sarebbe stato suo desiderio» che il Fattorefamiglia fosse recepito in completezza, ma attualmente non ci sono le risorse di circa 15 miliardi necessari per attuarlo. Riprendendo però una sollecitazione di Manuela Baio di Api di cominciare ad applicare la riforma per le giovani famiglie, il ministro ha menzionato iniziative del suo Dipartimento in questa direzione. Il Piano comunque «impegna» il governo, ha rimarcato Riccardi, «non come un libro dei sogni, ma come uno strumento per rivisitare il favor familiae, quindi per far tornare la politica della famiglia al centro del nostro sistema: aumentare le risorse dei nuclei familiari con figli a carico, favorire lo sviluppo del bambino, rimuovere ostacoli ad avere figli (la grande crisi demografica del nostro Paese viene da un’assenza di politiche), promuovere pari opportunità».

IL SOLE 24 ORE – “Famiglia, «speranza affidabile»”,  a pagina 14: «Difficile parlare di “speranza affidabile” quando la crisi morde così prepotentemente. Eppure l’arcivescovo di Milano Angelo Scola è sicuro: “Usciremo dal tunnel. Questo periodo sta costringendo tutti noi a pensare alle priorità che contano”. Lo ha detto ieri durante l’ultimo dei quattro dibattiti organizzati dal Gruppo 24 Ore con la Fondazione Milano Famiglie 2012 in preparazione all’ormai imminente VII Incontro mondiale delle famiglie in calendario nel capoluogo lombardo dal 30 maggio al 3 giugno prossimi. Il cardinale ha un approccio aperto e schietto con quella che chiama la «nuova laicità» della «società civile plurale». Spiega: “Il problema, quando si discute di famiglia, non è di parlar sempre di valori, ma di aiutare a “fare esperienza di valori””. Per questo, nel dialogo guidato dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, non ha esitato a dire che la radice dei molti problemi sul futuro del nostro Paese sta «nella cattiva politica della scuola e dell’università» che ha compromesso – talvolta irreparabilmente – il tema dell’educazione, cioè il vero investimento sugli adulti di domani. “L’educazione – insiste – la miglior garanzia del bene prioritario che consiste nell’insuperabile primato del soggetto in relazione: non c’è innovazione senza cultura e non c’è cultura senza educazione”.  È qui, secondo il porporato, che i decisori pubblici debbono intervenire  con premura per la famiglia: “Le istituzioni politiche, cui spetta il difficile compito di fornire allo stesso tempo soluzioni immediate e azioni di medio e lungo periodo – incalza –, sono chiamate a orientare la loro azione secondo un criterio decisivo. Mi riferisco all’adeguata valorizzazione, attraverso il principio di sussidiarietà, del protagonismo tipico della società civile, come ormai riconoscono le più acute interpretazioni sociologiche contemporanee, a generare quel capitale di solidarietà di cui nessuno Stato democratico può fare a meno”. Basti pensare – aggiunge l’arcivescovo di Milano – “a come la famiglia abbia attutito, per lo meno in Italia, alcuni effetti della crisi che avrebbero potuto essere ben più devastanti”. E ancora: “Le istituzioni politiche non debbono gestire la società civile, debbono solo governarla. Questo però non significa che le istituzioni statuali debbano sottrarsi al compito di fare finalmente solide politiche per la famiglia con particolare riferimento alla conciliazione famiglia-lavoro”.

PROTEZIONE CIVILE
LA REPUBBLICA – Richiamo in prima pagina per un passaggio contenuto nella riforma del Dipartimento (“Terremoti e alluvioni: lo Stato non paga più”): «Torna la tassa sulla disgrazia: in caso di terremoto, alluvione o di ogni altra catastrofe naturale, lo Stato non pagherà più i danni ai cittadini. La norma spunta nel decreto di riforma della Protezione civile varato nei giorni scorsi dal governo e reintroduce il meccanismo già bloccato dalla Corte Costituzionale. Secondo il decreto infatti, in caso di calamità naturali, le risorse dovranno arrivare dall’aumento dell’accisa sulla benzina. 


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