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Economia & Impresa sociale 

Barnier: «L’Europa punta sull’impresa sociale»

Il Commissario al mercato interno: è questa la strada per la crescita. Pronto un pacchetto ad hoc. E Intanto la Borsa di Londra apre un nuovo listino sociale

di Flaviano Zandonai

È una lunga estate calda per l’impresa sociale a livello europeo. Le diverse istituzioni comunitarie – Commissione, Comitato Economico e Sociale Europeo, Parlamento – hanno lavorato alacremente sul dossier relativo a questa forma d’impresa. Addirittura il Consiglio europeo, nella sua ultima cruciale riunione “salva euro”, ha contribuito a quello che, a tutti gli effetti, è il tema principale delle politiche comunitarie: il finanziamento all’imprenditoria sociale. A torto o a ragione è proprio questa la pietra angolare per lo sviluppo delle imprese che producono beni e servizi in vista di obiettivi di interesse collettivo e ad elevato impatto sociale. Lo sostiene la Comunicazione “Iniziativa per l’imprenditoria sociale” della Commissione Europea e, a seguire, anche in chiave critica, gli altri attori.

È di qualche giorno fa, ad esempio, l’approvazione di un’importante indicazione del piano europeo contenuto nella Comunicazione della Commissione, ovvero l’istituzione di un marchio legato al “Fondo europeo per l’imprenditoria sociale” che dovrebbe facilitare la raccolta di finanza privata specializzata. A corredo del marchio anche un “passaporto” per consentire agli operatori finanziati di raccogliere capitali nei diversi paesi aderenti all’Unione superando i vincoli delle burocrazie nazionali. Il promotore di questa iniziativa – il Commissario al mercato interno Michel Barnier (in foto) – è molto soddisfatto: “Le imprese sociali realizzano concretamente proprio quel tipo di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile che riteniamo tanto importante per l'economia europea". Il messaggio è chiaro: l’impresa sociale è il veicolo attraverso il quale l’Unione europea – in piena crisi economica e di legittimità – vuole rifondare il proprio modello economico e sociale. Rimane da capire se queste misure saranno in grado non solo di strutturare l’offerta di risorse finanziarie, ma anche di incontrare la domanda che viene dalle imprese sociali. L’impressione è che la maggior parte di queste imprese esprima un fabbisogno finanziario che – quando c’è – necessita soprattutto di iniziative micro. Ma è altrettanto vero che una parte minoritaria ma consistente in termini dimensionali è in grado di cimentarsi con finanziamenti di dimensione e complessità simili a quelli promossi dalle istituzioni europee. Senza contare il fatto che l’offerta può contribuire a determinare la domanda. In altri termini iniziative come quelle adottate a livello europeo o di altro tipo – ad esempio il nuovo listino “sociale” aperto alla borsa di Londra – potranno contribuire a mutare, anche in termini sostanziali, la morfologia dell’impresa sociale.
 

 

 

 

 


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