Politica & Istituzioni

Welfare comunale, la rivoluzione di Brescia

Felice Scalvini presenta le linee guida del suo mandato sotto l'insegna di un nuovo welfare comunitario e partecipato. E sul prossimo numero del magazine l'intervista al assessore e padre della cooperazione sociale italiana

di Redazione

Welfare comunitario e azzeramento dei bandi nelle procedure di assegnazione dei servizi sociale. E ancora: un nuovo protagonismo dei soggetti sociali del territorio, le cooperative sociali in primis, riconosciute non solo gestore o fornitore di servizi, ma di vera e propria «impresa che conosce e integra le istanze, i bisogni e le risorse della popolazione e della comunità». Felice Scalvini, assessore ai Servizi sociali e alle Politiche per la famiglia a Brescia in questi giorni sta mettendo a punto un programma di governo davvero innovativo.

Di seguito pubblichiamo l'introduzione al programma approvato in Consiglio comunale nelle scorse ore. Sul numero del magazine in edicola da venerdì, invece, potere trovare una lunga intervista in cui Scalvini entra nel dettaglio della filosofia e dei provvedimenti che ispireranno il suo mandato.




INTRODUZIONE DELL'ASSESSORE FELICE SCALVINI AL PROGRAMMA SETTORE SERVIZI SOCIALI E POLITICHE PER LA FAMIGLIA

Il principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 118 della Costituzione rappresenterà la stella polare dell'azione dell'Amministrazione nell'ambito del welfare.
Ciò significa che essa opererà per legittimare, promuovere e sostenere il crearsi di un vero welfare di
comunità, che veda riconosciuto e alimentato il protagonismo dei cittadini, delle famiglie e delle loro
organizzazioni nella individuazione dei bisogni e nella costruzione delle risposte. L'Amministrazione dovrà
quindi operare come un potente stimolato re delle capacità di autorganizzazione e di mobilitazione di
risorse del tessuto sociale piuttosto che come organizzatore e distributore di servizi. Questo senza mai
dimenticare la responsabilità politica e amministrativa di organizzare un insieme di azioni e servizi in grado
di fornire a tutti le necessarie opportunità di qualità della vita e di crescita personale, umana e civile.
Se il principio di sussidiarietà sarà la stella polare, l'universalismo rappresenterà dunque l'orizzonte a cui,insieme all'Amministrazione, tutti i soggetti coinvolti del welfare cittadino dovranno guardare. Alla Città, al suo micelio di organizzazioni solidali, ai cittadini aperti alla socialità e alla solidarietà, alle fondazioni, alle cooperative sociali ed alle associazioni di partecipazione sociale e di volontariato chiediamo di condividere con l'Amministrazione un obiettivo molto semplice: nessun bresciano deve rimanere indietro. Tutti, quale che sia la loro situazione di partenza, devono trovare accoglienza, attenzione, supporto, così da poter immaginare un futuro migliore per se stessi e per i loro figli.

In un momento di grave carenza di risorse, l'Amministrazione opererà dunque come un buon padre di
famiglia, che vuole condividere con la Città le prospettive possibili di intervento, partendo dalla conoscenza, condivisa e analitica, tanto dell'insieme dei bisogni, quanto delle risorse disponibili. Ciò significherà mettere in campo un'azione corale e condivisa di riprogettazione del sistema dei servizi, così da renderlo più efficiente, ben distribuito sul territorio comunale e realmente universalistico. Per fare ciò si attingerà all'esperienza e alla professionalità del personale dell'Amministrazione, unita a quella dei collaboratori delle organizzazioni del terzo settore, ma si guarderà anche alle esperienze e alle soluzioni sperimentate altrove, in Italia e nel mondo.

Si tratterà innanzitutto di lavorare insieme nella lettura dei dati demografici, sociologici ed economici e
sulla rappresentazione dei bisogni che essi proiettano sul futuro. Occorrerà arrivare a costruire una mappa
pluridimensionale della città con la possibilità di zoomare su ogni quartiere: per sapere quanti anni hanno
le persone che vi abitano, qual è la loro cittadinanza, le loro patologie e le loro esigenze.
Con questo quadro dinnanzi, allo stesso tempo generale e particolareggiato, si procederà alla riprogettazione partecipata dei servizi alla persona, alla famiglia ed alla comunità.
In essa saranno chiamati a coinvolgersi tutti i soggetti attivi del territorio. Ciò avverrà valorizzando le
esperienze maturate negli anni passati, ma al tempo stesso mettendo in campo nuove forme di intervento
più adatte all'evolversi dei bisogni e maggiormente sfidanti e coinvolgenti per l'intera comunità. La Città
dovrà diventare una sorta di "incubatore diffuso" di sperimentazioni e nuove iniziative, accompagnato da
adeguati strumenti di supporto di integrazione, confronto e valutazione, innovando i metodi di lavoro e le
modalità di relazione con i produttori dei servizi e con i cittadini.

Saranno quindi promosse forme diffuse di welfare comunitario e partecipato nei diversi quartieri così dagestire e ampliare strutture di prossimità e servizi domiciliari e diurni attraverso un'interazione tra Comune,realtà associative, parrocchie e cittadini. Saranno fatte evolvere le fondazioni impegnate nella gestione deiservizi e legate all'Amministrazione, in modo da renderle aperte alla partecipazione anche di soggetti delterritorio e della comunità. Alle cooperative sociali verrà in particolare riconosciuto il ruolo non solo di gestore o prestatore di servizi/attività, ma di impresa che conosce e integra le istanze, i bisogni e le risorse della popolazione e della comunità, potendo e sapendo integrare nella propria base sociale, attraverso la partecipazione solidale e armonica alla governance dell'impresa, i diversi soggetti – fruitori, lavoratori, volontari – del territorio ove agisce.

Se sapremo lavorare in questo modo, intrecciando profondamente i saperi e la capacità di azione
dell'Amministrazione e della Città tutta, anche il ridimensionamento delle risorse disponibili potrà
rappresentare un'occasione di progresso. Sollecitati dalla necessità, dovremo sapere mantenere e
sviluppare le forme di risposta universalistica ai bisogni attraverso una attenzione particolare e uno sforzo
corale per la riduzione del costo di produzione dei servizi sociali. Questa operazione andrà però condotta
senza penalizzare le remunerazioni di chi lavora nel welfare, ma attraverso un grande impegno sul fronte
dell'innovazione e dell'efficientamento organizzativo e produttivo.

A sostegno dell'azione di sviluppo delle diverse forme di imprenditoria sociale e delle loro iniziative si punterà alla realizzazione di uno specifico Fondo d'investimento, anche attraverso il coinvolgimento dei soggetti soggetti del sistema finanziario locale e della filantropia istituzionale ed utilizzando le migliori esperienze e tecniche di crowdfunding e di venture philantropy.


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