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Avvocato, si metta nei miei panni

In Alabama, uno degli stati più poveri degli USA, un programma di volontariato aiuta i legali a essere più empatici con i clienti che non li possono pagare. Per una settimana dovranno vivere come loro, senza auto di lusso e contanti in tasca. Funzionerà?

di Gabriella Meroni

"Avvocato, si metta nei miei panni": chissà quante volte un legale si sente dire questa frase dai propri clienti, e chissà quante volte la archivia come un "già sentito" senza valore. Difficile per un professionista ben pagato e a piede libero identificarsi con carcerati, poveri, disoccupati, genitori single, soprattutto quando è costretto a difenderli senza essere pagato, pro bono insomma. In Alabama hanno pensato che si doveva fare qualcosa, e si sono inventati un'iniziativa davvero singolare: un "simulatore di povertà" per avvocati, futuri avvocati e magistrati che si occupano abitualmente di cause con gratuito patrocinio, quindi che vedono protagonisti i meno abbienti. 
Funziona così: per una settimana, per alcune ore, i legali che accetteranno di prendere parte al programma (ideato dalla Cumberland School of Law in collaborazione con l'associazione degli avvocati e i servizi sociali) si metteranno letteralmente nei panni dei loro clienti poveri e si comporteranno come tali: cercheranno di mantenere la famiglia con un budget ridotto all'osso, prendere solo i mezzi pubblici, fare la fila alla posta, presentarsi all'ufficio di collocamento, chiedere un prestito, accompagnare i figli al doposcuola.
Scopo dell'esercitazione, come la chiamano i promotori, è far capire agli avvocati quali sono le difficoltà dei loro clienti e quindi aiutarli a comprenderne i bisogni e anche a giustificarli se per caso si presentano in ritardo agli appuntamenti, o non portano tutti i documenti richiesti. "Non è che i clienti poveri se ne fregano", spiega Lisa Borden, a capo della divisione pro bono di alcuni importanti studi della capitale, Birmingham. "E' solo che hanno troppe preoccupazioni per la testa, non ci stanno dietro".
Il simulatore di povertà ha avuto un clamoroso successo: i 90 posti a disposizione sono andati esauriti in pochi giorni, e presto i cittadini di Birmingham potranno vedere legali in giacca e cravatta mettersi concretamente nei panni dei poveri, che in Alabama rappresentano il 20% della popolazione e il 29% dei bambini.
 


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