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Bocelli: il Terzo Settore è super strategico per l’Italia

Il cantante italiano parlando dell'impegno della sua Fondazione spiega, «lo Stato ci lasci libero di dare vita alle nostre idee e abbatta tutta questa burocrazia. Il non profit è una grande risorsa da sfuttare»

di Lorenzo Alvaro

La Andrea Bocelli Foundation, realtà sociale del celebre cantante italiano, nasce per, come si legge sul sito «valorizzare, e non disperdere, il patrimonio di relazioni, lo scambio di emozioni, il legame di fiducia che ogni giorno oramai da anni ho creato e creo con tante e tante persone in tutto il mondo». L'obbiettivo? «Aiutare le persone in difficoltà a causa di malattie, disabilità, condizioni di povertà e emarginazione sociale promuovendo e sostenendo progetti nazionali e internazionali che favoriscano il superamento di tali barriere e la piena espressione di sé». Vita.it ha intervistato Andrea Bocelli per raccontarne i progetti  


Come nasce la Fondazione e perchè?
Nasce in ragione di una considerazione che ad un certo punto è diventata un'evidenza: la povertà non è più un fatto che sta in tv o sulle pagine dei giornali ma bussa alle nostre porte. Ho pesnato che fosse arrivato il momento per fare qualcosa. Un impegno però deve avvalersi di persone e strumenti validi. Così 3 anni fa ho fondato la Andrea Bocelli Fondation

Il vostro impegno si struttura di due grandi canali: Break the Barriers e Sfide. Entrambi hanno dei progetti in corso. In particolare il primo vi vede impegnati ad Haiti…
Si, Break the Barriers è un programma che nasce dalla volontà di sostenere progetti che contribuiscano all’abbattimento di barriere, siano esse economiche che culturali. Per questo siamo ad Haiti dove sosteniamo la St.Luke Foundation in un progetto per l'erogazione di acqua ad alcune scuole e padre Rick Frechette, il prete e dottore americano di frontiera da 26 anni direttore di NPH Haiti. Ma lavoriamo anche in Italia. In particolare ci siamo impegnati in Emilia nel sostegno dei bambini colpiti dal terremoto.

Per quello che riguarda Sfide invece avete una collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology – Mit. In cosa consiste?
È un rapporto che nasce per caso. Ho una cugina che è docente di ingeneria elettronica a Palermo. Attraverso di lei ho conosciuto degli scienziati del Mit che sono venuti più volte ai miei concerti a Boston. Una volta siamo stati a cena insieme parlando sono nate delle idee che poi si sono trasformete in progetti

E in cosa consistono queste idee?
Al momento abbiamo pensato di immaginare la relaizzazione di uno strumento che rimuova all'origine la difficoltà dei non vedenti: muoversi. Perchè questa difficoltà genera solitudine oltre che non auto sufficienza.

So che organizzate insieme anche dei workshop…
Si ne abbiamo organizzato uno a Pisa e ne faremo uno a Boston. Lo scopo di questi momenti è fare il punto sulla situazione e capire come andare avanti

C'è qualcosa in particolare che vuole sottolineare dell'impegno della Fondazione?
Posso dire che è un'esperienza per me nuovissima. Non conoscevo le grandi difficoltà nell'ambito delle quali queste realtà in Italia si muovono. Negli Usa hanno vita molto più facile.Se io avessi la sfera di cristallo legifererei perchè ci sia meno burocrazia a riguardo nel nostro Paese

Il Terzo Settore è strategico per l'Italia?
Ritengo che da sempre l'iniziativa privata sia l'unico modo per vedere realizzate delle idee e dei progetti. Il proverbio dice che chi fa da s fa per tre. Nel non profit fa per sette secondo le statistiche. Un euro investitio qui infatti ne genera sette. Questo no significa che lo Stato non serva. Ma solo che ha altri compiti. Deve, su certi temi e settori, lasciare strada. Non profit non significa che non ci sia valore o guadagno. Resta da capire come misurarlo. Per questo pesno che il Terzo Settore sia fondamentale per l'Italia


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