Cooperazione & Relazioni internazionali

Greenpeace: D’Alessandro torna in libertà

L'attivista italiano scarcerato su cauzione. La libertà è stata concessa martedì dal tribunale di San Pietroburgo dietro il pagamento di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro

di Redazione

L'attivista italiano Cristian D'Alessandro è libero. Il giovane, detenuto da più di 60 giorni nel centro Sizo1 a San Pietroburgo in seguito al blitz messo in atto insieme ad una trentina di altri attivisti verso la petroliera nell'Artico, è stato rilasciato su cauzione, ma non è ancora noto se gli sarà possibile rimpatriare o dovrà rimanere in Russia.

La libertà è stata concessa martedì dal tribunale di San Pietroburgo dietro il pagamento di una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro, pagata con i fondi di Greenpeace International. Sono già sei gli attivisti di Greenpeace rilasciati tra ieri e oggi.

«Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un'immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi – commenta il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio – Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l'australiano a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, un crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste anche l'ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia».

Felicissima la madre di Cristian, Raffaella, per la quale «questo rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per i quali lui e i suoi compagni sono accusati». «Adesso – aggiunge – non vediamo l'ora di poter parlare con lui. Il mio pensiero va oggi anche ai familiari di Colin, al quale la detenzione è stata prolungata, nella speranza che presto anche la sua situazione venga risolta. Ringrazio naturalmente il ministero degli Affari Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto».

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Emma Bonino. «È uscito in libertà provvisoria e già questa è una cosa importante, adesso vediamo quale sarà il capo d'accusa e le varie procedure però la pressione diplomatica finora ha funzionato», ha detto rispondendo ai cronisti a Bologna che le chiedevano un aggiornamento. «A volte bisogna essere molto cocciuti -ha aggiunto – specie nei Paesi terzi».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA