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Cooperazione & Relazioni internazionali

Un nuovo welfare in Italia, più integrazione per i migranti: è l’«effetto SaD»

Il 21 e 22 febbraio a Roma ci sarà il XV Forum del sostegno a distanza. Focus sulle ricadute e l'impatto del sostegno a distanza in Italia, dalle nuove idee di welfare al coinvolgimento degli immigrati. Vincenzo Curatola: «Il SaD italiano è un modello da portare in Europa, pensiamo alla Rete Europea del SaD»

di Sara De Carli

Elizabeth Rijo viene dalla Repubblica Dominicana. Da 12 anni vive in Sardegna. È un ingegnere, ma da qualche anno si occupa di cooperazione internazionale con l’associazione A.RoRo, che presiede e che è attiva in Sardegna in particolare con corsi di lungua per stranieri. Il nuovo progetto a cui stanno lavorando si chiama “La Rosa Roja para los muchachos quisqueyanos”: l’obiettivo è quello di creare un centro di assistenza e accoglienza per i ragazzi di strada di Higuey, nella Repubblica Dominicana, in modo che – attraverso le attività educative, il sostegno allo studio , il lavoro con le famiglie e con le scuole –  i ragazzi trovino percorsi positivi, che li tengano lontani dalla strada e dal carcere. «La nostra idea iniziale era quella di aiutare i minorenni nelle carceri. Poi abbiamo preferito lavorare affinché questo non accada. Offrendo cibo e beni primari ai bambini e sostegno alle famiglie possiamo tenere i minori a riparo dalla violenza, dalla delinquenza. Spesso le famiglie che non possono permettersi di pagare una scuola privata vedono i propri figli girovagare e spesso iniziare, in un’età molto precoce,  a lavorare. Dove conoscono un mondo duro, spesso fatto di violenze e soprusi, cui essi si adattano».

La storia di Elizabeth e dell’associazione la Rosa Roja è uno dei tanti esempi di raccolti da ForumSad attraverso l'incubatore che ha realizzato nelle regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata e Sardegna). I migranti stanno diventando sempre più spesso protagonisti di progetti solidali: non più solo beneficiari nei Paesi di origine, ma attivi nell'aiutare le organizzazioni umanitarie a creare nuovi progetti che possano dare al proprio Paese d’origine un futuro migliore. Le loro storie saranno presentate a Roma il 21 e 22 febbraio prossimi, in occasione del XV° Forum Nazionale del Sostegno a Distanza (qui il programma). Ad aprire i lavori sarà “Mandela Dance", il video di Massimo Girelli, cui seguirà la relazione introduttiva di Vincenzo Curatola, presidente di ForumSad; sabato 22 ci saranno gli intervento del professor Stefano Zamagni, già presidente dell’Agenzia del Terzo settore e presidente onorario di ForumSad, e di Danilo Festa, direttore generale per il volontariato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il titolo della due giorni sarà “La Solidarietà per il Welfare dei Popoli” e parlerà del ruolo del Sostegno a Distanza nel disgenare un nuovo Stato sociale e un nuovo Welfare. Il Sad è molto noto per l’aiuto che porta nei paesi del cosiddetto Sud del mondo, ma ha pure un lato meno conosciuto: i suoi effetti sul territorio italiano, la sua capacità di mobilitare volontari, scuole e cittadini solidali, e, da qualche anno, anche le nuove frontiere come il coinvolgimento dei migranti. L'evento è organizzato da ForumSaD ed Elsad, con il sostegno di Fondazione con il Sud.

Il SaD fa Welfare. Il Sostegno a distanza in Italia è fatto da più di mille associazioni e gruppi formali e informali, con migliaia di progetti nel mondo e sempre più attività solidali in Italia. È fatto da 1,5 milioni di italiani che donano circa 500 milioni l'anno, ma altrettanto in termini di cultura, di welfare e di capitale sociale. È fatto da Enti Locali che promuovono il SaD nei territori, da centinaia di scuole che sostengono i progetti e ne fanno uno strumento didattico. Il Forum di quest'anno sarà la dimostrazione di questo fermento sociale, anche  grazie alla numerosa partecipazione di associazioni del Sud, dove ForumSaD con il contributo della Fondazione con il Sud e la collaborazione degli Enti Locali, negli ultimi tre anni ha sviluppato un importante lavoro di ricerca, formazione e di rafforzamento della rete, coinvolgendo più di duecento associazioni e gruppi locali. Giusto pochi giorni fa a Cagliari è stata presentata la Rete Sarda del Sostegno a Distanza, con 13 associazioni aderenti.
 
Il SaD e le "nuove frontiere”.  Il coinvolgimento dei migranti nei progetti solidali verso i Paesi da cui provengono è stato sperimentato da ForumSaD in Basilicata, Campania e Sardegna, con oltre dieci idee progettuali. Si tratta di idee nate dalla collaborazione tra associazioni e migranti, che da un lato offrono alla solidarietà nostrana lo sguardo di chi territori conosce bene i territori da cui è partito e dall’altro dà vita a nuovi percorsi di integrazione. Una seconda nuova frontiera è quella dell’aiuto a bambini proprio qui in Italia, senza andare dall’altra parte del mondo: tante ormai le realtà che riadattano la loro esperienza di solidarietà partecipata al contesto italiano. «Le nuove frontiere del SaD, che vede crescere l’attenzione rivolta al territorio italiano, non sono una sperimentazione nostra, ma una semplice lettura delle realtà associative. Da sempre, molte associazioni oltre ad occuparsi di progetti nel cosiddetto Sud del Mondo si impegnano ad aiutare realtà di povertà e disagio a loro più prossime. Noi vogliamo valorizzare queste esperienze: italiani che sostengono bambini di migranti in Italia; comunità di immigrati che si impegnano nell’ideazione dei progetti. Parlarne affinché altri possano conoscere questi esempi innovativi, che sono il linea con i tempi che stiamo vivendo: attenzione anche a chi è più vicino a te. Queste due tendenze, Italia ed estero, non sono contrapposte ma, come dimostreremo con esempi al Forum Nazionale, coesistono», ha detto questa mattina Vincenzo Curatola, presidente ForumSaD, alla conferenza stampa di presentazione del Forum.
 
Un modello per l’Europa. Nel secondo semestre del 2014 l'Italia avrà la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, per questo ForumSaD, attraverso il XV° Forum vuole lanciare una nuova sfida: avviare un programma per realizzare una Rete Europea del SaD. Il modello è quello italiano fondato sul "fare rete" e sulle regole di trasparenza – le Linee Guida per le organizzazioni che fanno SaD. La nuova Rete Europea dovrà interfacciarsi con le Istituzioni Comunitarie per un loro ruolo attivo nella salvaguardia e nella promozione di questa popolare forma di solidarietà.
 
 


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