Welfare & Lavoro

La nuova sfida: una mano artificiale con sensibilità

Non è il "solito" robot, la mano del nuovo progetto di ricerca fra Inail, Centro Protesi Inail di Budrio e Università Campus Bio-Medico di Roma presentato ieri. E' un arto intelligente perchè manda al cervello le informazioni percepite toccando gli oggetti

di Carmen Morrone

Gli scienziati arriveranno a creare una mano artificiale che quando tocca una superficie, dice al cervello com'è: se è fredda, calda, ruvida, bagnata, e così via.  Come avviene con la mano naturale.

Si tratta di una rivoluzione rispetto alle protesi già in uso che sostitituiscono l'arto umano per quanto riguarda la funzionalità e possono prendere, afferrare, spostare…

In termini scientifici l’obiettivo del progetto è questo: studio di connettori neurali in grado di rilevare il segnale neuro-elettrico per il controllo di protesi tecnologicamente evolute, restituendo alla persona amputata alcune forme di percezione “propriocettiva” – in questo caso la possibilità di riconoscere la posizione della propria mano e del proprio braccio nello spazio – e di feedback sensoriale, utili per il controllo della protesi nella manipolazione degli oggetti.

Ogni anno in Italia sono oltre 3.600 i casi di malformazioni congenite o amputazione degli arti superiori secondo i dati del Ministero della Salute. La nuova mano potrebbe migliorare la qualità della vita di molte persone.

Il progetto di durata triennale e finanziato da Inail,  ha preso avvio con la convenzione  sottoscritta ieri, 2 aprile, da Paolo Sormani e Andrea Onetti Muda, rispettivamente Direttore Generale e Rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, e da Enrico Lanzone, Direttore del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna).

Il progetto, la cui denominazione scientifica è “PPR2 – Controllo della protesi di arto superiore con interfacce neurali invasive”, sarà svolto sotto la responsabilità scientifica del Prof. Eugenio Guglielmelli, della Prof.ssa Silvia Sterzi e dell’Ing. Loredana Zollo, rispettivamente Pro-Rettore alla Ricerca, responsabile dell’Area di Fisiatria e docente di Robotica Biomedica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Ing.Rinaldo Sacchetti, il Dr. Paolo Catitti el’Ing. Angelo Davalli, responsabili per il Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (BO), struttura di eccellenza nel campo della protesica e della riabilitazione (11.000 assistiti all’anno).

Con questo progetto Inail aggiunge un tassello al suo piano di sviluppo della protesica di arto superiore, dopo la collaborazione attiva con l’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova, per mettere a punto una mano robotica, e con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per realizzare un prototipo di falange di un dito in grado di restituire la sensibilità alla persona che la indosserà.

«Grazie a questa nuova collaborazione – sottolinea il presidente dell’Inail, Massimo De Felice – l’Istituto rafforza ulteriormente il suo impegno sul fronte della ricerca di soluzioni tecnologicamente avanzate di cui possano beneficiare i suoi assistiti. Anche in questo caso, infatti, l’eccellenza del Campus Bio-Medico nell’ambito dell’innovazione scientifica è destinata a integrarsi efficacemente con l’esperienza applicativa maturata dal nostro Centro protesi sul fronte della protesica e della riabilitazione».

«Diamo il via a un progetto che s’inserisce in un ampio piano di sviluppo della protesica di arto superiore riguardante dita, mano e braccio che l’Inail, attraverso il Centro protesi di Vigorso di Budrio, sta sviluppando con importantissimi istituti di ricerca. Ci proponiamo di sviluppare una serie di dispositivi innovativi e di soluzioni avanzate per migliorare e rendere più accessibili ai nostri assistiti i sistemi protesici per l’arto superiore» afferma Enrico Lanzone, Direttore del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna).

«Siamo molto contenti di questa partnership con l’Inail – spiega il rettore del Campus Biomedico Andrea Onetti Muda – perché ci consentirà di rendere concretamente applicabili su ampia scala i risultati dei nostri studi sulle protesi di mano sensorizzate, collegate con interfacce neurali al sistema nervoso. Inoltre, potendo disporre di spazi dedicati per i nostri ricercatori all’interno del Centro di Vigorso di Budrio, sarà più facile e immediato ottenere un feedback sulle nostre ricerche e prendere spunto per eventuali nuove applicazioni».
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA