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Welfare & Lavoro

La legge di Stabilità lascia le comunità senza insegnanti

L’articolo 28 cancella i docenti comandati. «Un danno gravissimo per tutti i nostri ragazzi», denuncia San Patrignano. Il ministro Giannini se ne è accorta?

di Stefano Arduini

A decorrere dal primo settembre 2015 «il personale appartenente al comporta scuola non può essere posto in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o utilizzazione comunque denominata». Con queste poche righe la legge di Stabilità all’art. 28 p.7, cancella con un colpo di spugna la legge 448/1998 che all’art.26 stabiliva che «Presso gli enti e le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti e che risultano iscritti all'albo di cui all'articolo 116 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, possono essere disposte, ai sensi dell'articolo 105 del citato testo unico, assegnazioni di docenti e dirigenti scolastici nel limite massimo di cento unità».

Il risultato? Se il testo fosse approvato così com’è i 95 insegnanti che oggi in tutta Italia prestano servizio in comunità terapeutiche, fondazioni, associazioni, cooperative e centri di solidarietà non potrebbero più lavorare nelle sede di queste onp (in allegato l’elenco riferito all’anno 2012).

«Sarebbe un danno gravissimo», denuncia il responsabile Relazioni istituzionali della Comunità di San Patrignano che ha in organico 8 insegnanti comandati da istituti di Rimini e provincia, «perché i questi docenti oltre a seguire direttamente la formazione di 80 dei nostri ragazzi iscritti nelle scuole di provenienza, di fatto si occupano e supportano i percorsi di studio di 25 nostri universitari e di circa altri 30 giovani in riabilitazione iscritti ad altre scuole».

In totale quindi 8 insegnanti per 135 ragazzi di Sanpa. Ma se allarghiamo il raggio i 95 docenti comandati ex lege 448 secondo una proiezione nazionale su dati riferiti al solo Lazio negli anni scolastici 2011/12 e 2012/13 hanno avuto contatti diretti in ambito scolastico (formazione, sostegno, sportelli di ascolto, incontri di classe, servizi di orientamento, attività integrative estive e via dicendo) con 159.476 persone e contatti indiretti con 220.384 utenti.

Aggiunge Vismara: « La struttura operativa delle comunità in cui l’insegnante opera permette al docente comandato di percepire e vedere i cambiamenti sociali da vicino e a volte “prima” della scuola, di costruire e sperimentare modelli di integrazione, intervento e recupero in modo più flessibile, con continui feedback sui risultati, di lavorare in equipe multidisciplinari, che permettono di vedere e osservare il problema da più punti di vista, di costruire una rete fra diverse comunità in modo di confrontare le diverse realtà sociali e avere una visione più ampia, e soprattutto strumenti più efficaci per affrontare i problemi e operare un monitoraggio continuo sull’evoluzione del sociale». Che conclude: «Tutto questo avviene rimanendo “docenti” con una forte identità del ruolo e una forte coscienza dell’identità culturale, ma declinata con modalità diverse. Al tempo stesso tutto questo fornisce all’insegnante comandato nuove conoscenze, competenze e capacità. I docenti comandati presso le Comunità possono offrire alla scuola pubblica un vasto spettro di riflessioni e indicazioni metodologico-operative per la prevenzione, l'intervento e la valutazione di azioni educative nel campo dei comportamenti a rischio degli adolescenti, degli adulti, e delle figure di riferimento».

Anche don Mimmo Battaglia, presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche – FICT, ha sottolineato come «quesi docento sono un pilastro per contrastare la tossicodipendenza è la prevenzione soprattutto nelle scuole e con i giovani e, in tal senso, i docenti, ogni anno, sono un prezioso supporto in tutti i nostri Centri. Questo ulteriore taglio, in un settore già in crisi, minerebbe in modo irreversibile il sistema di accoglienza, cura e prevenzione che si è costituito da anni. Un centinaio di docenti sono una risorsa importante per noi per “fare scuola… fuori la scuola”, l'interfaccia per dare sostegno alle emergenze e ai disagi che si presentano nelle scuole, nelle famiglie e nei ragazzi stessi».

Caro ministro Giannini e caro presidente Renzi, sicuri di voler liquidare  con due righe in finanziaria questo patrimonio?

 


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