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Cooperazione & Relazioni internazionali

Io non sono Charlie

Non metterò una bandiera nera sul social e non posterò nessun disegno di Charb. Intervista al blogger algerino Karim Metref che non si nasconde dietro un hashtag.

di Martino Pillitteri

«La parola d’ordine è condannare gli attentati, dimostrare  a parole e con qualche fiaccolata di essere dei bravi adepti musulmani o dei cittadini stranieri ben integrati. Sui social imperversa l’hashtag #notinmyname. Sembra che basti un # accompagnato da una frase contro il terrorismo per sentirsi a posto con la coscienza comunitaria.  Io non entro nel teatrino del culturale/religioso/corretto della condanna facile.  Io non scriverò che sono Charlie Hebdo. Non metterò una bandiera nera sul mio profilo Facebook e non posterò nessun disegno di Charb e nemmeno di Wolinski. Io mi sono dissociato» Ad andare controcorrente è Karim Metref con un post "Io non mi dissocio da niente", pubblicato sul suo blog Collettivo Alma.

Nato in Algeria nel 1967, Karim ha vissuto gli orrori  della guerra civile del suo paese.  Di professione blogger ed educatore, Karim è venuto in Italia dopo la guerra.  «Il post conflitto è stato durissimo. Le cose nel paese non sono migliorate. Il paese ha incominciato a tornare indietro, le libertà personali venivano pian piano erose».
Karim non è un provocatore. E’ un personaggio, indipendente,  low profile ed onesto intellettualmente.  «Io scrivo quello che vedo. Molti musulmani in Italia si rifiutano di guardare e accettare le cose come stanno. Manca la volontà e la capacità di affrontare i fondamentalisti. Non nascondiamoci dietro il perbenismo culturale corretto e diciamoci la verità: le moschee canaglia esistono. Ed esiste anche il timore di parlane in pubblico. Alcuni musulmani italiani temono delle ripercussioni se provano a prendere di petto i fondamentalisti. Le persone che di solito sono in sintonia con i miei pensieri si relazionano con me solo in privato».

Con il suo italiano impeccabile, competenza sul mondo islamico e proprietà di linguaggio, Karim non sfigurerebbe nei dibattiti televisivi. «Ma non mi chiameranno mai. La tv è allergica alle persone che cercano di comunicare un ragionamento sensato e indipendente. C’è spazio solo per quelli che le sparano grosse magari barbuto o stravelata, oppure per quelli che chiedono scusa, il popolo del #notinmyname. E attenzione ai Fratelli Musulmani. Quando sono deboli tengono un profilo basso, vanno in Tv a chiedere scusa a tutti e fanno dei discorsi sul dialogo e la tolleranza. Poi quando sono al potere…..»
 


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