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Padre Schwartz, il primo malato di Sla verso la santità

Il Papa ha riconosciuto le “virtù eroiche” del missionario americano morto nel 1992 nelle Filippine per Sclerosi Laterale Amiotrofica. Raccontò la sua malattia in un libro

di Giuseppe Frangi

 

Aloysius Schwartz, sacerdote americano, morto per la Sla nel 1992, è stato riconosicuto venerabile dalla Chiesa. Il riconoscimento è il primo passo verso la beatificazione ed è stato deciso  fine gennaio. La notizia in occasione della giornata del malato che la chiesa celebra in occasione della Madonna di Lourdes, l’11 febbraio. Chi era Aloysius Schwartz? Padre Noto anche come "Padre Al", era nato a Washington nel 1930 ed era stato ordinato sacerdote nel 1957. Sei mesi dopo la sua ordinazione sacerdotale si è trasferito in Corea come missionario, e ha vissuto una vita dedicata ad aiutare i bambini poveri. In particoolare seguì gli orfani di guerra aprendo case e scuole per loro. Arrivò ad aprire anche un ospedale, riservato a chi non aveva altri luoghi per curarsi.

Nel 1964 fondò le Sorelle di Maria a Busan in Corea, e nel 1981 fondò i Fratelli di Cristo nella capitale sudcoreana di Seoul. Dopo la Corea andò a Manila agli inizi degli anni 80. Qui nel 1989 scoprì di essere stato colpito dalla Sla, e da lì per lui cominciò un’altra vita, questa volta dalla parte di chi doveva essere assistito. Ebbe tempo di racontare tutta la sua esperienza in un  libro  titolato significativamente «Killing Me Softly», («Uccidendomi lentamente»).  «Alcuni malati di Sla collegati a macchinari salvavita sono considerati degli eroi – aveva scritto nel libro -. Vengono additati come modello di coraggio, determinazione e di voglia di vivere. Questo è un punto di vista. Ma un'argomentazione altrettanto forte vale per l'opposto. Si può sostenere che sia coraggioso, eroico e nobile anche accettare la morte con calma, dignità e serenità. Tuttavia – aggiungeva Schwartz – le persone a me più vicine, e precisamente le Sisters of Mary, sembrano tutte avvertire con forza che dovrei aggrapparmi alla vita per quanto possibile, anche se potessi farlo solo con le unghie dei miei mignoli. A volte mi fanno pensare che scegliere un altro atteggiamento potrebbe essere interpretato come un comportamento codardo».


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