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Education & Scuola

La scuola statale più ricca d’Italia

All'Istituto Romagnosi di Erba i genitori versano in media 150 euro l'anno a studente. Ma nessuno li obbliga: sono contributi volontari diretti a migliorare l'offerta formativa. L'anno scorso sono arrivati nelle casse della scuola 215mila euro. E il preside ha già messo a bilancio una somma analoga per il 2015

di Gabriella Meroni

Qual è la scuola statale più ricca d'Italia? Dati ufficiali non ce ne sono, ma se ce ne fossero l'istituto Romagnosi di Erba, in provincia di Como, sarebbe sicuramente ai primi posti: ogni anno mette infatti a bilancio preventivo quasi 200mila euro di entrate extra, tutte garantite dai contributi volontari dei genitori. Anche quest'anno il preside Carlo Ripamonti non ha dubbi la scuola centrerà l'obiettivo, anche perché l'anno scorso la cifra preventivata – 190mila euro – è stata addirittura superata di ben 25mila euro.
«Nel programma annuale dell’anno finanziario 2015», ha dichiarato il dirigente al quotidiano La Provincia, «abbiamo preventivato un incasso di 190mila euro. La stessa cifra prevista lo scorso anno, quando però l’introito accertato fu di 215mila euro. Chissà che quest’anno non si riesca a fare meglio, spiegando ai genitori perché chiediamo questo contributo e come verranno investiti i loro soldi».
Sono infatti le famiglie degli oltre 1400 alunni della scuola superiore (un istituto tecnico con quattro indirizzi e due sedi, a Erba e Longone al Segrino) a versare le somme, in media 150 euro ad alunno, contabilizzate come contributo volontario, strumento riconosciuto dal ministero dell’Istruzione attraverso il quale le scuole possono chiedere alle famiglie fondi extra per garantire il miglioramento dell’offerta formativa. «Si tratta insomma», ha spiegato ancora Ripamonti, «di un versamento non obbligatorio, ben diverso dalle tasse scolastiche». 
E che il Romagnosi sia un luogo dove le famiglie si mobilitano è apparso chiaro anche poco prima di Natale, quando squadre di mamme e papà hanno imbiancato le aule e riparato tapparelle rotte e serrature bloccate, finanziando l'acquisto dei materiale con una sottoscrizione. «Abbiamo organizzato una lotteria per raccogliere fondi», ha raccontato sempre al quotidiano comasco Simona Fumagalli, presidente dell’associazione genitori, «e abbiamo imbiancato. I nostri ragazzi non potevano aspettare fino al 2016, la manutenzione straordinaria non era più rimandabile». A farsi carico della manutenzione della scuola dovrebbe essere infatti la Provincia di Como, che nel piano triennale delle opere pubbliche ha previsto un investimento di 700mila per la manutenzione straordinaria dell’edificio. Ma solo l'anno prossimo. Di qui la mobilitazione dei genitori, che hanno raccolto in poco tempo 550 euro, sufficienti all'acquisto di vernici e attrezzature, comprate in negozi del circondario che hanno pure praticato degli sconti, vista la situazione. Un esempio di cittadinanza attiva e responsabilità tutto da copiare.


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