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Riforma Terzo Settore, i 5 Stelle fra dialogo e ostruzionismo

Da una parte l'interesse per un mondo, quello del non profit e dell'economia civile, «sempre più centrali», dall'altra la tentazione di fare ostruzionismo contro «un disegno di legge che rischia di essere una delega in bianco». Come si comporteranno i grillini domani a Montecitorio?

di Redazione

Domani, mercoledì primo aprile: parte la discussione in Parlamento sulla riforma del Terzo Settore. Secondo i rumors il pesce d’aprile  potrebbe arrivare dai 5 Stelle. Pare infatti che i grillini si stiano attrezzando per fare ostruzionismo. « Grazie per la disponibilità all’incontro e per aver organizzato così bene un evento colmo di contenuti e relatori interessanti. Siamo usciti tutti arricchiti da questa esperienza e spero vivamente che sia stato solo l’inizio di una discussione costruttiva. Alla prossima!», questo il contenuto di un’e-mail recapitata questa mattina al nostro direttore, firmata da Alessandro Di Battista. Di Battista venerdì insieme a Davide Crippa (vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera) e Silvia Giordano (capogruppo 5Stelle in Commissione Affari sociali della Camera) ha partecipato a un bel dibattito pubblico sull’impresa sociale, promosso da Vita e da Make a Change.

Nelle conclusioni Di Battista ha sottolineato «l’opportunità di migliorare il testo in particolare su un aspetto: quello dei controlli e della legalità e in questo senso la mancanza di un’Authority è dal suo punto di vista un vulnus importante». Ha poi precisato la necessità di porre dei limiti alla remunerabilità del capitale investito nella nuova impresa sociale», manifestando però un vivo interesse nei confronti di modelli innovativi di gestione dei beni comuni («Non siamo e per favore non definiteci statalisti, tutt’altro»). Massima apertura invece sull’albo unico e sul servizio civile universale. Infine una notazione molto critica sullo strumento legislativo utilizzato: quello della delega al Governo, che dal punto di vista dei 5Stelle rischia di essere una delega in bianco che mette insieme materie troppo diverse. Di Battista ha poi chiuso l’incontro con l’auspicio di tenere aperto il dialogo con un mondo, quello del  non profit e dell’economia civile, «assolutamente centrale nella nostra società».

Ecco, domani, più che alzare barricate, ci piacerebbe vedere Di Battista e i suoi prendersi tutto il tempo necessario per spiegare al Parlamento la loro posizione e provare a migliorare il testo uscito dalla Affari Sociale. Sarebbe un contributo prezioso.

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