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Nepal, il dramma dei bambini soli. Sos Villaggi dei Bambini in campo

Shubha Murthi, direttrice internazionale Sos Villaggi dei Bambini Asia annuncia: «Accoglieremo i bambini non accompagnati nei nostri Villaggi Sos, dopo le dovute ricerche e analisi». Aperte le strutture dei Villaggi Sos alle famiglie vittime del terremoto

di Antonietta Nembri

Da Sos Villaggi dei Bambini  arrivano le prime testimonianze da Kathmandu e dal Nepal dove gli operatori si stanno occupando dei bambini non accompagnati.
A pochi km dal Villaggio Sos di Kavre, il team Sos ha dato assistenza sanitaria a 75 feriti all'interno del Campo di Pronto soccorso che è appena stato attrezzato. Inoltre, sono stati accolti i primi 30 bambini non accompagnati. «Il danno a Kathmandu è peggiore di quanto previsto. L’impatto del terremoto va oltre la nostra immaginazione. Vi è un danno inestimabile a edifici antichi, vie, abitazioni. Quasi 25 distretti del Nepal sono colpiti dal terremoto. A causa delle condizioni geografiche e atmosferiche, è molto difficile, in alcune aree, salvare le vittime. Scosse di assestamento frequenti causano panico e la gente si ammassa negli spazi aperti», racconta Shubha Murthi, direttrice internazionale Sos Villaggi dei Bambini Asia. «Si stimano 6,6 milioni di persone colpite dal terremoto. Stiamo cercando di capire come intervenire, prendendo accordi con gli amministratori locali. Accoglieremo i bambini non accompagnati nei nostri Villaggi Sos, dopo le dovute ricerche e analisi. Abbiamo finora aperto 4 nostre strutture alle famiglie vittime del terremoto. Stiamo ultimando i lavori per l’allestimento di uno Spazio a Misura Bambino».

Il team di Sos Villaggi dei Bambini in Nepal ha formato 4 squadre di Emergenza Sos, in collaborazione con il Governo e la Croce Rossa, per prestare soccorso nelle zone più colpite.

«Mancano acqua potabile, elettricità, cibo. Vi è ora una crescente paura di epidemie, a causa della battente pioggia e della scarsa igiene. Molti stanno abbandonando Kathmandu e tornando nei loro villaggi. Si teme che le scosse continuino. La gente è davvero molto preoccupata. Non sono sicuro di quello che accadrà. Oltre l'80% degli abitanti di Kathmandu vivono ora all'aperto, per strada, sui campi da calcio. La situazione è veramente tremenda. I negozi sono chiusi. Difficile trovare cibo. Siamo molto fortunati che nessuno dei bambini e ragazzi accolti sia rimasto ferito. Ci stiamo ora concentrando sui bambini e sulle loro famiglie. È la valle di Kathmandu la zona più colpita. Stiamo lavorando insieme alla polizia e all’esercito. La distribuzione di acqua e cibo è molto difficile. I bisognosi sono tanti. Ora c’è il problema del freddo e del gelo. Temiamo disordini. Un'altra preoccupazione è per le persone le cui case sono state distrutte. Occorrerà immaginare un piano di sostegno a lungo termine», racconta Shankar Pradhananga, direttore di Sos Villaggi dei Bambini in Nepal.
In questo momento – precisa una nota di Sos Villaggi dei Bambini – l’obiettivo è trovare i bambini che sono stati separati dalle loro famiglie. Hanno bisogno di aiuti come protezione, riparo, cibo e cure mediche, ma occorre cercare la loro famiglia. «È una fase molto delicata. Si teme il rischio di sfruttamento o di prostituzione minorile. Occorrerà analizzare e studiare attentamente ogni singolo caso affinché i bambini ritornino realmente nella loro famiglie d’origine. Per ora sono 30 i bambini che vivono nel nostro Campo. Stanno ricevendo le cure necessarie e cibo», conclude Shankar 

Sos Villaggi dei Bambini partecipa ad Agire, l'agenzia italiana per le risposte alle emergenze che coordina 10 tra le più importanti organizzazioni non governative che rispondono in maniera congiunta alle gravi emergenze umanitarie.