Cooperazione & Relazioni internazionali

Burundi: I media imbavagliati

Il Gruppo editoriale VITA con altre organizzazioni per la libertà di espressione, tra cui Reporter Senza Frontiere, promuove un appello per chiedere alla comunità internazionale di agire rapidamente e fermamente contro la repressione dei media in Burundi.

di Redazione

In seguito all’annuncio sabato 25 aprile della candidatura del Presidente uscente Pierre Nkurunziza alle prossime elezioni presidenziali (in programma in giugno) per un terzo mandato, domenica e lunedì la capitale del Burundi, Bujumbura è stata teatro di violenti scontri che hanno fatto almeno quattro vittime. Particolarmente colpiti i media indipendenti che nel corso delle ultime 48 ore hanno assistito alla sospensione (totale o parziale) delle loro trasmissioni, la chiusura del circolo della Stampa Maison de la presse e la detenzione di alcuni dei loro giornalisti.

Il governo imbavaglia la stampa per evitare le contestazioni. Le voci dei responsabili dei principali media e delle organizzazioni della stampa burundesi sono unanimi: la libertà di stampa ed informazione sono gravemente a rischio dal 25 aprile 2015, data del Congresso straordinario del partito al potere. A nome dei media burundesi e della libertà d’espressione, il gruppo editoriale VITA, Reporters Sans Frontières, la Federazione Internazionale dei Giornalisti, il Comitato per la protezione dei giornalisti, l’Institut Panos Europe, l’Institut Panos Grands Lacs e Radio Netherlands Worlwide si appellano alla comunità internazionale affinché si agisca rapidamente e fermamente contro tale attentato all’informazione (vedi versione originale in allegato).

Il Gruppo VITA è media partner dell’Institut Panos Grands Lacs (IPGL), un’organizzazione che raggruppa i più importanti media indipendenti della Repubblica Democratica del Congo, del Rwanda e del Burundi. IPGL e VITA condividono un ufficio di corrispondenza a Bruxelles per la produzione di contenuti destinati ai media della regione.

Lunedì 27 aprile 2015, 10,40

La Maison de la Presse burundese, insostituibile punto di riferimento per media e giornalisti del paese, è circondata dalla polizia. Al suo interno, gli studi dell’Associazione burundese dei radiodiffusori (ABR) accolgono una sinergia di media, una trasmissione radio diffusa in diretta dalle principali radio facenti parte dell’ABR (RPA, Radio Bonesha, Radio Isanganiro, Radio TV Renaissance e CCIB FM+).

Questa sinergia propone commenti ed analisi sulle manifestazioni che sono seguite all’annuncio della candidatura del Presidente uscente Pierre Nkurunziza alle elezioni presidenziali del prossimo giugno. I reportage raccontano crescenti tensioni in vari quartieri della capitale. Nel momento in cui Pierre Claver Mbonimpa, Presidente dell’Associazione per la protezione dei diritti umani e delle persone detenute (APRODH) si appresta a tornare in studio per essere intervistato in diretta, viene arrestato. La situazione diventa confusa, alcuni giornalisti vengono picchiati, la trasmissione viene interrotta e la polizia obbliga i giornalisti a lasciare l’edificio. “Cinque radio stavano trasmettendo in sinergia dagli studi dell’associazione radiofonica burundese, quando la polizia è arrivata, colpendo i giornalisti e chiudendo lo studio e la Maison de la Presse” ha dichiarato a RSF Patrick Nduwimana, direttore di Radio Bonesha FM e Presidente dell’Associazione burundese dei radiodiffusori (ABR).

Per Antoine Kaburahe, Direttore del giornale Iwacu, “quanto successo alla maison de la Presse fa parte di un piano ben architettato: mettere la stampa indipendente in ginocchio.

“Il diritto all’informazione è un diritto inalienabile” ribadiscono Innocent Muhozi, Presidente dell’Osservatorio della stampa in Burundi (OPB) e Patrick Nduwimana.

“Le nostre radio continueranno nel loro dovere d’informare la popolazione sugli sviluppi della situazione” aggiunge Innocent Muhozi.

Appena pronunciate queste parole, alle 14:35, la polizia irrompe nei locali della RPA, la più popolare radio del Burundi. Il segnale viene interrotto. Indignato, il Direttore della radio Bob Rugurika dichiara: “Lasciate chiudere la radio, purché non uccidano nessuno né sottraggano i materiali”.

In seguito ai segnali premonitori del giorno precedente (l’interruzione, per mano delle autorità, del segnale radiofonico e telefonico delle tre delle principali radio RPA, Bonesha FM et Isanganiro, che non sono dunque più diffuse al di fuori di Bujumbura), la cronologia dei fatti di questo lunedì illustra l’estrema gravità della situazione in Burundi.

Le organizzazioni firmanti chiedono alle istituzioni europee (Consiglio, Commissione e Parlamento) ed ai Governi europei, di adottare una posizione ferma nei confronti delle autorità burundesi che dimostrano apertamente la loro intenzione di imbavagliare i media con qualunque mezzo.

Bruxelles, 28 aprile 2015

Reporters Sans Frontières
Fédération Internationale des Journalistes
Comité pour la Protection des Journalistes
Institut Panos Europe
Institut Panos Grands Lacs
VITA
Radio Netherlands Worlwide

Contatti

VITA                                                       Joshua Massarenti – j.massarenti@vita.it

Reporters Sans Frontières                        Cléa Kahn-Sriber – afrique@rsf.org

Fédération Internationale des Journalistes  Ernest Sagaga – ernest.sagaga@ifj.org

Comité de Protection des Journalistes       Jean Paul Marthoz – jeanpaul.marthoz@gmail.com

Institut Panos Europe                               Pierre Martinot – pierre.martinot@panoseurope.org

Institut Panos Grands Lacs                       Cyprien Ndikumana – cyprien.ndikumana@panosgl.org


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