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Solidarietà & Volontariato

Erika, Alessandra e l’amore in più

Ecco le prime pagine di “L’amore in più”, il libro che racconta le straordinarie storie dei 2mila volontari della Lega del Filo d’Oro in allegato a Vita magazine di questo mese

di Sara De Carli

A Lesmo, alla festa d’autunno del Centro della Lega del Filo d'Oro, Erika sorride beata. Intorno a lei una decina di persone ascoltano un’educatrice che legge ad alta voce alcune poesie. Le ha scritte Erika. Per alcuni l’ascolto passa dall’udito, per altri dalle dita che battono veloci sul palmo della mano, una lettera dopo l’altra. Erika, quasi come una vera scrittrice, replica ai commenti: muove l’indice sulle lettere della tavoletta della comunicazione facilitata e l’educatrice mette insieme le frasi. Nelle poesie ci sono la mamma, i fiori, il sole, le foglie e le montagne… Soprattutto non ce n’è una che non parli di amicizia. Mamma Rosalba le siede accanto. «Per vent’anni ho riempito la vita di mia figlia di professionisti, l’ho circondata di persone che la seguissero», racconta. «Poi un giorno, con una sola frase, Erika mi ha preso a schiaffi. Alla ragazza che stava con lei ha detto: “Tu non sei mia amica. Tu sei gentile con me solo perché mia mamma ti paga”». La ragazza in questione – giura Rosalba – era bravissima: professionale, competente, affettuosa… ma evidentemente tutto ciò non bastava. Erika rivendicava il diritto ad essere apprezzata e frequentata per se stessa. Come un adolescente a cui l’affetto di mamma e papà non bastano più, in una ricerca di altro che a volte sembra impastarsi di disprezzo per ciò che si ha, così Erika desiderava qualcuno «che stesse con lei senza motivo e non perché costretto dal denaro o dall’amore».

In poche parole, Erika cercava un amico e l’ha trovato in una volontaria della Lega del Filo d’Oro, Alessandra: «Lei è straordinaria, per un anno è venuta a casa nostra tutti i sabati e per un anno Erika l’ha ignorata. Finché un giorno l’ha fatta entrare nel suo cuore», ricorda mamma Rosalba. «I volontari sono preziosissimi, se mi chiede quanto valgono da uno a cento, le rispondo un milione. Diciamo spesso che le persone disabili devono essere trattate alla pari degli altri, ma la verità è che con loro abbiamo sempre un atteggiamento filtrato: noi genitori gli stiamo accanto perché sono i nostri figli e li amiamo, i professionisti perché hanno un progetto educativo o riabilitativo. I volontari invece scelgono di esserci gratuitamente, senza altra ragione che il piacere di passare del tempo con loro: così fanno capire ad Erika che apprezzano la sua vita per quello che è, semplicemente. Questo crea emozioni molto profonde: Erika finalmente riesce ad esprimerle, ma io sono certa che le provino tutti».

Essere amati gratis è un’esperienza liberante, che dà senso alla vita. Ed è questo l’obiettivo altissimo a cui tendono da oltre cinquant’anni i volontari della Lega del Filo d’Oro: regalare a persone con disabilità molto complesse – persone che non vedono e non sentono e che anche per questo hanno grandissime difficoltà a mettersi in relazione con il mondo – l’esperienza straordinaria del sapersi preziosi per qualcuno, così come sono. I volontari sono il filo che unisce chi non vede e non sente al resto del mondo, ma essere «gli occhi e le orecchie» di queste persone è solo una parte del compito, forse la più semplice, quella per cui basta imparare una tecnica di comunicazione diversa. I volontari in più offrono alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, la cui vita scorre quasi esclusivamente tra la famiglia e i servizi sociosanitari, la possibilità di mettersi in gioco all’interno di una relazione libera e spontanea, non “ingabbiata” da ruoli predefiniti, che si tratti di quello del famigliare o dell’operatore. Con i volontari ognuno è libero di essere se stesso, senza timore di essere giudicato, senza l’ansia di dimostrare di aver raggiunto una competenza o di rispondere a un’aspettativa. Libero anche di “trasgredire” alle regole, come si fa tra amici, perché anche questo fa parte del processo di crescita. «È come quando un bambino esce da scuola e passa il pomeriggio insieme ai nonni», cerca di spiegare Paola Teruzzi, da dieci anni educatrice al Centro di Lesmo: «Insegnanti e genitori vogliono bene al bambino, ma il loro ruolo ha sempre una fortissima componente educativa: dettano le regole, il rispetto, l’educazione… I nonni condividono il percorso educativo, ma qualche volta possono permettersi di chiudere un occhio sul rispetto delle regole. I bambini lo sanno e ne approfittano, i genitori lo sanno ma non lo impediscono. I volontari danno ai nostri ospiti quello spazio prezioso di leggerezza e di libertà che i nonni e gli amici regalano».

Al 31 dicembre 2014 i volontari attivi della Lega del Filo d’Oro erano quasi seicento. Essi sono una presenza costante fin da quando l’Associazione è nata, nel 1964: i primi cinquant’anni di storia della Lega del Filo d’Oro sono quindi anche l’occasione per dare visibilità a quanto i volontari hanno fatto finora e per dire a tutti loro un grande grazie.

In copertina, Renata con la piccola Francesca. Foto di Lucia Giacani, archivio Lega del Filo d'Oro


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