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Se i tatuaggi aiutano le donne dopo una mastectomia

È diventato subito virale il tatuaggio realizzato da una tatuatrice australiana su una cliente che era stata sottoposta ad una doppia mastectomia, un disegno in grado di trasformare le cicatrici in arte. Una strada quella del tatuaggio, che molte donne decidono di intraprendere dopo l’operazione e negli Stati Uniti nasce una non-profit specializzata in tatuaggi ricostruttivi

di Ottavia Spaggiari

E’ diventato subito virale l’ultimo lavoro postato su Facebookda una tatuatrice di Darwin, in Australia: un tatuaggio realizzato per una cliente che era stata sottoposta ad una doppia mastectomia che ricopriva il seno della donna con un disegno di fiori colorati, trasformando le cicatrici in una vera opera d’arte. Una fotografia che, in sole 24 ore è stata condivisa su Facebook 14 mila volte e ha raccolto 175 mila like.

“Mi è stato chiesto diverse volte di lavorare su delle cicatrici, ma mai in questa parte del corpo,” ha spiegato la tatuatrice Mim d’Abbs al portale Abc.net, “La pelle si è rivelata particolarmente adatta e non era una cosa di cui ero molto sicura, perché a volte lavorare sulle cicatrici è problematico. Pensavo che ci sarebbe voluto tutto il giorno, in realtà sono bastate tre ore e mezzo.” E quei fiori tatuati sulle cicatrici hanno spinto altre donne australiane a chiamare il laboratorio per raccogliere informazioni. “E’ stato un vero onore avere l’opportunità di fare la differenza nel modo in cui qualcuno che ha passato un momento così difficile percepisce sé stesso.”

Il laboratorio di tatuaggi australiano, non è l’unico ad offrire questa tipologia di tatuaggi. Renea O’Grady, titolare del negozio Old London Road Tatoos, nel cuore di Londra ha raccontato al Guardian di ricevere diverse richieste di questo tipo, “Alcune donne arrivano chiedendoci un tatuaggio, dove una volta avevano il seno, altre arrivano con una ricostruzione e chiedono un tatuaggio sull’aerea del capezzolo,” racconta O’Grady, “Di solito si tratta della parte finale di un percorso molto lungo ed è il momento in cui tornano a sentirsi normali e possono andare avanti. E’ bellissimo poter fare qualcosa di positivo per aiutarle.”

Liz Howley, 73 anni, aveva avuto una mastectomia nel 2006 e dopo anni, le cicatrici continuavano a ricordarle la malattia. Dopo aver visto in tv un programma sui tatuaggi anche lei ha deciso di cambiare qualcosa. “Ho parlato con il mio medico che mi ha detto che potevo procedere, così ho trovato una tatuatrice molto carina, che aveva una stanza privata e mi sono fatta tatuare dei fiori.” Per solidarietà, nello stesso momento, il marito di Howley si è tatuato Elvis Presley sul braccio. “Non eravamo certo persone che si sarebbero aspettate di trovarsi in un negozio di tatuaggi a 70 anni,” spiega Howley che però, racconta: “Mi ha fatto davvero sentire diversa, adesso amo quella parte del corpo. Ne sono orgogliosa, è bella.”

I tatuaggi sembrano aver fatto sentire così, diverse donne, tanto che negli Stati Uniti è nata una non-profit dedicata proprio a questo. Creata da una tatuatrice specializzata nei tatuaggi del complesso areola capezzolo, Pink ink Fund in collaborazione con un team di medici specializzati sul territorio, così da permettere alle pazienti che non possono permetterselo di avere accesso a tatuaggi ricostruttivi gratuiti.

 


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