Cooperazione & Relazioni internazionali

Migrazioni: il piano Junker alla prova

Secondo le anticipazioni, il piano Junker prevede l'obbligatorietà della suddivisione dei profughi che interesserebbe 20 mila profughi all’anno. Ad essi si aggiungerebbero altri 20 mila profughi già attualmente in Europa.

di Redazione

«E’ tutto un festival di leaks su una bozza che non è stata firmata dal collegio dei commissari, quindi tenete le distanze dai paper», ha chiesto alla stampa Margaritis Schinas, iportavoce di Jean-Claude Juncker in merito al piano Junker sull’emergenza migranti che sarà ufficialmente reso noto oggi a Bruxelles. Quello che è certo è che esso sarà discusso, e non è detto che il testo sarà finalizzato.

Secondo i leaks usciti e diffusi della stampa, il piano Junker prevede vari tipi di aiuti ai Paesi di origine e transito dei migranti, controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e soprattutto l'obbligatorietà della suddivisione dei profughi in base ad un meccanismo di quote che interesserebbe 20 mila profughi all’anno. Il condizionale è d'obbligo. Le versioni più gettonate parlano di 20 mila profughi che attualmente sono fuori dall'Europa. Ad essi si aggiungerebbero altri 20 mila profughi già attualmente in Europa da redistribuire in modo tale da "alleviare" il carico dei paesi che già hanno accolto uomini e donne.   

In base ai dati Eurostat, nel 2014 l’Ue ha fornito protezione a più di 180mila richiedenti asilo, 50% in più rispetto al 2013. Due terzi degli status di protezione sono stati dati dalla Germania (47 mila), Svezia (33 mila), Francia (20 mila) e Italia (20.600). La Sicilia guida la classifica dell’ospitalità italiana con il 21 per cento di migranti, seguita dal Lazio, Puglia e Campania.

103.670 persone su 180 mila richiedenti asilo, hanno ottenuto il riconoscimento di rifugiato. La protezione per ragioni umanitarie è stata invece concessa a 20.300 persone. Per quanto riguarda i costi, lo scorso anno l’Italia ha speso 630 milioni. 

Mentre si specula sul contenuto ufficiale del piano, il toto voto ha già decretato vinti e vincitori: Francia, Germania, Austria e Paesi Bassi hanno fatto sapere di essere favorevoli alla ripartizione. Polonia, Ungheria, Romania e paesi baltici si opporranno. Categorica l’Inghilterra: il premier Cameron ha più volte ribadito che il suo paese non accoglierà nessun migrante.

Per approvare la ripartizione obbligatoria tra i paesi dell’Unione occorre una maggioranza qualificata: almeno 15 Paesi in rappresentanza del 65% della popolazione.


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