Cooperazione & Relazioni internazionali

Al MoMA la migrazione diventa un’opera d’arte

Nell’ambito di una mostra dell’artista afroamericano sulle sue Migration Series, che hanno immortalato le migrazioni degli afroamericani dal sud rurale al nord urbano nella prima metà del secolo, il MoMA chiede ai visitatori di raccontare la propria personale storia di migrante, ricordando che in ogni famiglia qualcuno ha dovuto abbandonare la propria terra, almeno per un po'

di Ottavia Spaggiari

Le storie di migranti vanno in mostra al Museum of Modern Art (MoMa), di New York, dove in questi giorni è in corso la mostra One-Way Ticket: Jacob Lawrence’s Migration Series and Other Visions of the Great Movement North, dedicata appunto al pittore americano Jacob Lawrence che nel 1941, ad appena 23 anni, aveva completato una serie di opere a tempera, immortalando scene del fenomeno conosciuto come Great Migration, la grande migrazione, iniziata intorno al 1915 e durata diverse decine di anni, che ha visto un’ampia percentuale della popolazione di afroamericani spostarsi dal sud rurale, al nord urbanizzato.

Nell’ambito della mostra, il museo ha invitato i visitatori a condividere le proprie storie di migrazione e ha ricevuto racconti provenienti da tutto il mondo.

“La mia storia di immigrazione è iniziata ad Antigua, a 14 anni a mia sorella è stato diagnosticato il cancro alle ovaie. Mia madre ci ha portato a New York perché potesse ricevere delle cure mediche adeguate. E’ morta dopo cinque anni, ma per noi è stato un dono comunque, perché avrebbe potuto morire prima, sull’isola. Dopo la sua morte io sono rimasta qui, senza documenti e nel 2015 inizierò il mio dottorato.”

“La mia storia inizia in Messico. Provengo da una famiglia con una lunga storia di migrazione. Prima del Messico i nonni dei miei genitori provenivano da tutto il mondo: Italia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti. I miei genitori sono nati in Messico, ma si sono spostati qui, perché volevano darmi delle nuove opportunità.”

Il format delle domande, fatte ai turisti, ne include anche una su cosa abbiano lasciato nel proprio paese d’origine. La risposta più frequente sembra essere: la famiglia.


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