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Caffo: «Mobilitiamoci per far approvare la Riforma»

Il presidente di Telefono Azzurro ritiene che sia pericoloso ogni ulteriore ritardo perché «si rischia di arretrare sulle conquiste ottenute e anche di non essere più all’altezza della sfida europea»

di Marina Moioli

Apprezza molto la campagna di sensibilizzazione che Vita sta facendo sui ritardi nell’approvazione della Riforma del Terzo Settore il professor Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Che rilancia così: «Ci vuole un’azione propositiva perché la Riforma vada assolutamente in porto. Bisogna fare uno sforzo, altrimenti rischiamo di restare al palo e anzi di arretrare rispetto alle conquiste che abbiamo già ottenuto», dice. E poi invita tutti a «far sì che la luce dei riflettori non venga mai spenta. Anzi, occorre che tutte le associazioni si mobilitino e che siano molto presenti nei loro ambiti territoriali e scongiurare così altri ritardi».

«Questa», sottolinea ancora Caffo, «è una Riforma che nasce dalla volontà di esprimere maturità e senso di responsabilità, anche in collaborazione con il Parlamento, per regolamentare la galassia del Terzo Settore, che in questi anni è cresciuta considerevolmente. Anche per essere all’altezza delle associazioni europee con cui dobbiamo confrontarci. La grande sfida, infatti, è proprio la prospettiva europea, internazionale».

Per il presidente di Telefono Azzurro «su questa partita faticosa il Governo e il Parlamento si sono dichiarati subito disponibili a parole. Poi però persone come i deputati Luigi Bobba o Edoardo Patriarca, che si sono molto spese per farla approvare, si sono ritrovati alle prese con un assordante silenzio. Ci sono state troppe lungaggini e troppi dibattiti su aspetti spesso marginali. Mentre la cosa importante è riuscire a dar voce ai milioni di giovani che si impegnano nel volontariato».

«Lo scopo di questa legge è di “costruire”, di fare chiarezza rispetto al nostro ruolo», prosegue Caffo. «Credo che in Parlamento prevalgano ancora posizioni stataliste dei tanti che non comprendono il ruolo essenziale che il Terzo Settore può avere in collaborazione con lo Stato in tanti campi. Certo, ci sono nodi che vanno sciolti, come la questione del lavoro o del finanziamento dei progetti internazionali. Ma i ritardi nell’iter dell’approvazione non sono certo funzionali. Mi sembra che a parole tutti dicano di volerla questa Riforma, poi però nella sostanza resta al palo. Invece dobbiamo fare tutti uno sforzo perché vada assolutamente in porto».


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