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Siriani: la Norvegia non autorizza l’accoglienza nei centri culturali islamici

Si fa presto a dire "Nord", si fa presto a dire "Europa". Si fa presto a dire "accoglienza". Il problema dell'accoglienza, nel Nord di questa Europa mitizzata più da certi opinionisti nostrani, che da profughi e migranti, è visto più come una questione di lungo periodo da non affidare all'empatia, ma al progetto. Ieri, la Norvegia ha aperto le danze: vietata l'accoglienza dei siriani nel più grande e antico Centro Culturale islamico del Paese.

di Marco Dotti

Per i prossimi giorni, le autorità norvegesi hanno quantificato nel numero di 700 i rifugiati in arrivo dalla Siria. Lo scorso anno, sono stati 2mila i siriani accolti in Norvegia, paese di 5milioni di abitanti, una densità abitativa di 16 persone per ogni km2 e l'85,7% degli abitanti è confessione protestante.

I musulmani in norvegia sono solo l'1,8%, ma evidentemente destano qualche preoccupazione di lungo periodo nelle autorità norvegesi che hanno impedito l'accoglienza al Centro culturale islamico norvegese.

Una decisione che ha trovato poca eco tra i "progressisti" italiani.

A occuparsi di razionalizzare l'accoglienza nel paese è l'Utlendingsdirektoratet, il Direttorato per l'immigrazione, che in questa fase è preposto anche al coordinamento tra le molte associazioni benefiche e caritatevoli che, come in ogni paese protestante, sono la base materiale dell'assistenza e dell'accoglienza e, anche in questo caso, si stanno proponendo per fornire ospitalità e aiuto e assistenza.

Le strutture prescelte per ospitare chi arriva sono in prevalenza caserme militari dismesse. L'esercito ha messo ha disposizione locali e spazi per accogliere i profughi

"Abbiamo abbastanza volontari e servizi igienico-sanitari. Tutto è in regola. Se possiamo aiutare, noi ci siamo", ha dichiarato all'emittente statale NRK Arshad Jamil, del Centro Islamico, al quale ha replicato Frode Forfang, direttore dell'Utlendingsdirektoratet, che ha specificato che "le organizzazioni religiose sono escluse dall'accoglienza". Ma il conto non torna.

Escluse (o meglio: esclusa) sono quelle (in realtà: la sola comunità cel centro culturale islamico) che, a parere delle autorità norvegesi, non forniscono garanzie di "neutralità" e sono sospettate anche solo in linea teorica di indirizzare la questione su un piano ben diverso.

Infatti sia le offerte di aiuto di altre chiese, sia quella dell'Esercito della Salvezza sono state accettate senza problemi.

"La garanzia ci deve venire dalle cose", afferma il dirigente.

"L'ospitalità non deve essere in edifici di culto e le associazioni devono dar prova di condividere il valore di fondo di questa accoglienza, la neutralità".

I responsabili del Centro culturale islamico hanno rimarcato il fatto che il Centro non è la Moschea, gli edifici sono differenti e si trovano in una situazione non dissimile da quella dei vari "eserciti" di volontari che, legati alla chiesa protestante, sono invece stati autorizzati a accogliere.

La questione è aperta e il sospetto è che, presto, si presenterà anche in altri Paesi. Siamo solo agli inizi.


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