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Accoglienza diffusa, a Roma la Caritas raccoglie adesioni

La Diocesi di Roma risponde all'appello di Papa Francesco. Fino al 30 settembre la Caritas raccoglie le disponibilità delle parrocchie; sarà lei a gestire l'accoglienza e i rapporti con le prefetture.

di Redazione

La Diocesi di Roma, la Diocesi del Papa, risponde all’appello di Francesco. Nei prossimi quindici giorni le parrocchie romane disponibili ad accogliere una o più famiglie di profughi potranno mettersi in contatto con la Caritas diocesana, che farà da referente per l’accoglienza diffusa e sarà l’interfaccia unico con le istituzioni che invieranno i profughi. La disponibilità va segnalata alla Caritas diocesana di Roma (mail direzione@caritasroma.it e tel. 06.69886425).

«In prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d'Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma», aveva detto Papa Francesco durante l’Angelus del 6 settembre. L'accoglienza diffusa è in realtà una procedura nuova, che necessita anche di mettere a punto strumenti di gestione che ad oggi non esistono se non in piccoli numeri e in via sperimentale. Anche in Lombardia, dove l'accoglienza diffusa è partita già da alcuni mesi, è la Caritas ambrosiana a gestire il tutto, attraverso le cooperative del Consorzio Farsi prossimo accreditate nelle Prefetture.

A Roma quindi, dopo il 30 settembre, data ultima per segnalare la propria disponibilità, la Caritas farà un censimento delle disponibilità, capendo se si tratta di una disponibilità adatta alla prima accoglienza o al reinserimento sociale di quanto hanno già ottenuto il riconoscimento d’asilo politico e organizzando incontri di formazione sul tema dell’immigrazione. A Roma e in Italia non si tratta di accogliere famiglie siriane ma soprattutto eritrei, somali e afghani e in particolare di uomini o mamme con bambini. La Caritas insieme all’Ufficio diocesano per la pastorale delle migrazioni ha invitato le parrocchie a «ospitare incontri per sensibilizzare gli operatori pastorali, le famiglie, i giovani sulle complesse tematiche del fenomeno, fornendo loro informazioni corrette al fine di evitare ogni sorta di strumentalizzazione».

Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images


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