Famiglia & Minori

Endrizzi: “Basta spot e facciamola finita con la farsa dell’azzardo delle buone cause”

"Dobbiamo tutelare soprattutto le giovani generazioni e farla finita con la farsa della filantropia a mezzo azzardo". A parlare è Giovanni Endrizzi, portavoce del M5S al Senato, che rilancia: "Chi provoca danno sociale non può venirci a raccontare che lo sta facendo per il nostro bene. Questo è inaccettabile e su questo metteremo la parola fine". Il Parlamento, non il governo, deve fare la sua parte e intervenire subito.

di Marco Dotti

L'azzardo non smette di allarmare. Numeri e cifre alla mano, nessuno può chiamarsi fuori da una questione che riguarda oramai la tenuta delle reti civiche del Paese. In questo senso, la società civile ha lanciato da tempo il suo allarme. Forte e chiaro. Altrettanto forte e chiaro arriva il commento di Giovanni Endrizzi, senatore e portavoce del M5Stelle al Senato.

Senatore Endrizzi, lei è il primo firmatario di un DDL presentato al Senato per il divieto di pubblicità dell'azzardo legale. E' un provvedimento molto simile – semplice e coerente nei suoi tre articoli – a quello presentato alla Camera da Lorenzo Basso (PD). Che sia la volta buona?
Deve essere la volta buona, non ci saranno altre possibilità. Qui o si è dentro o si è fuori. Stare fermi significa non svolgere il compito a cui, come politici siamo chiamati, oltre al fatto che c'è un dovere morale rispetto a una questione tanto drammatica. Per questo andremo avanti, la società civile ce l'ha chiesto e quando dal Paese si leva una voce così forte il compito della politica è non solo quello di ascoltare, ma muoversi di conseguenza. Dobbiamo vietare qualsiasi forma di pubblicità "diretta o indiretta, ogni propaganda pubblicitaria, ogni spot, ogni comunicazione commerciale, ogni sponsorizzazione o promozione di marchi o prodotti di giochi con vincite in denaro, in reti di raccolta fisica e on line.

Diretta o indiretta… pubblicità e sponsorizzazioni… Eppure, molta di questa "pubblicità" è mascherata da elementi, per così dire, di promozione sociale… Colpire anche quelli?
Colpirli senza se e senza ma, la nostra proposta di legge – secca, tre articoli, senza giri di parole o barocchismi vari – va a colpire anche questo lato oscuro che si ammanta di filantropia, di solidarietà, di legami perversi col sistema di welfare. Ma quale filantropia e quale welfare!

Che cosa risponde a chi accusa il fronte antiazzardo di essere "proibizionista"?
Accusa assurda, qui nessuno è "proibizionista". Qui si tratta di tutelare la salute e la dignità di tutti. Si tratta di essere "prevenzionisti", se così possiamo dire. Intervenire sul lato dell'offerta, riducendola drasticamente da un lato, ma intervenire anche sul lato della domanda, intervenendo sull pubblicità, che è una vera e propria macchina di cattura, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi. Ci sono spot che entrano nella testa e – ahinoi – sono sempre più i calciatori, gli sportivi, divi e divetti della nostra società che abdicano alla loro funzione sociale e si prestano a questi spot, catturando per vie traverse il "futuro giocatore". Anzi, il "giocatore del presente", visto che l'azzardo minorile, in barba ai divieti, soprattutto online, è in crescita. Dobbiamo tutelare soprattutto le giovani generazioni e farla finita con questa farsa della filantropia a mezzo azzardo. Chi provoca danno sociale non può venirci a raccontare che lo sta facendo per il nostro bene. Questo è inaccettabile e su questo metteremo la parola fine.

In sede europea non ci sono vincoli di natura comunitaria che impediscono un divieto totale della pubblicità del gioco d'azzardo, anche se si vorrebbe far credere l'esatto contrario…
Si vorrebbe far credere, ma oramai tutti hanno capito che non è così. Le normative europee lasciano autonomia agli Stati membri. La tutela della salute e della dignità umana viene prima di tutto. Se ne è accorto in Marocco, che ha posto questo divieto proprio in una norma che ribadisce, in maniera molto chiara, che la pubblicità dell'azzardo viola la dignità delle persone agendo in maniera subdola sui desideri e su un immaginario in formazione.

Il prossimo passaggio, dopo il divieto di pubblicità? Dando per certo che, in qualche modo, costringeremo il Parlamento a esprimersi e a dire il suo "sì" o il suo "no"…
Una legge che restringa il campo d'azione di questo settore. Ci muoveremo in forma trasversale, partecipata, dal basso. Associazioni, movimenti, cittadini devono dire la loro e noi scriveremo con loro. Le leggi le deve fare il Parlamento, non il governo. Ma i parlamentari non le devono scrivere con funzionario dell'Agenzia dei Monopolio o, peggio, con le lobby. Questa storia deve finire. Muovendoci assieme, con obiettivi chiari e comuni la faremo finire molto presto.


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