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Cooperazione & Relazioni internazionali

Oxfam: «Europa svegliati! Prendi esempio dal Libano»

L’appello dell’associazione che denuncia una situazione al limite del collasso nei paesi al confine con la Siria. «Nonostante l’economia europea sia 400 volte quella libanese, il Libano da solo sta accogliendo un numero di rifugiati tre volte superiore a quanti sono arrivati in Europa nel 2015»

di Redazione

I leader europei devono assumere con la massima urgenza una nuova prospettiva che guardi, ad una diversa apertura nell’accoglienza dei profughi siriani in fuga da uno dei conflitti più atroci della storia recente, intervenendo il prima possibile in aiuto dei paesi al confine con la Siria, che con scarsissime risorse, stanno facendo fronte ad una pressione migratoria per loro sempre più insostenibile. È l’appello lanciato oggi da Oxfam.

L’Europa ha tutti i mezzi e le capacità per offrire un aiuto concreto alle centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini siriani che stanno fuggendo da paura, guerra e violenza. La popolazione dell’Unione europea è almeno 100 volte più grande di quella del Libano, la sua economia produce una ricchezza che è 400 volte superiore a quella del piccolo paese affacciato sul Mediterraneo. Eppure, il Libano sta accogliendo un numero di rifugiati tre volte superiore a quanti sono arrivati in Europa nel 2015: la popolazione libanese è cresciuta di oltre il 25%.

«L’Europa sta affrontando una crisi politica, non una crisi migratoria», afferma il direttore dei Programmi in Italia di Oxfam, Alessandro Bechini, «È chiaro che l’Europa ha i mezzi e le capacità per accogliere quanti stanno arrivando alle nostre frontiere. Chi davvero sta affrontando una crisi senza precedenti, di cui ancora non si riesce a intravedere la fine, sono i milioni di profughi che stanno scappando dalla violenza in Siria, e lottano ogni giorno per trovare un riparo, qualcosa da mangiare e una nuova vita».

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Oltre la metà delle oltre 440.000 persone che, secondo i dati dell’UNHCR, nel 2015 sono state costrette a fuggire da guerra, fame e povertà verso l’Europa, sono siriane. Intanto però la stragrande maggioranza degli oltre 4 milioni di rifugiati siriani sono costretti a vivere in accampamenti informali o in rifugi di fortuna nei paesi confinanti, come Giordania e Libano, dove le infrastrutture e i servizi sono ormai allimite del collasso.

«Il senso di solidarietà dei cittadini europei nei confronti della situazione dei profughi nell’ultimo periodo, potrebbe rappresentare un primo punto di svolta», continua Bechini, «Auspichiamo che sotto la spinta dell’opinione pubblica e della società civile tutti i governi europei, dopo alcuni positivi passi avanti sul reinsediamento dei profughi, adesso intraprendano in maniera più coraggiosa le azioni necessarie per garantire un accoglienza dignitosa a chi fugge da guerre fame e persecuzioni. Per affrontare appieno l’emergenza migranti in corso, è infatti necessario garantire una maggior sicurezza, fornire vie legali di transito, aumentare l’entità degli aiuti e unire gli sforzi per fermare definitivamente la violenza che in Siria sta causando questa enorme catastrofe umanitaria».

«È inaccettabile che in questo scenario si verifichi un ulteriore riduzione degli aiuti per far fronte all’emergenza siriana», aggiunge il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone, «Di fronte ad un futuro sempre più incerto in Libano, e sempre più tenui speranze per una rapida conclusione del conflitto, moltissimi rifugiati siriani non avranno altra scelta se non quella di prendere la via del Mediterraneo o dei Balcani rischiando così la propria vita. La risoluzione della crisi siriana deve diventare una priorità per la politica europea».

A oltre quattro anni dall’inizio del conflitto, i rifugiati siriani non hanno più le risorse e gli strumenti per sopravvivere da soli e ormai sono quasi totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari. Tuttavia, oltre il 60% dei fondi necessari per far fronte all’emergenza non è mai arrivato, con le agenzie umanitarie costrette a ridurre l’aiuto che sarebbero capaci di mettere in campo.


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