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Servizi agli alunni disabili: la realtà è inadeguata

A dieci giorni dall'avvio delle lezioni, Ledha fa il punto della situazione e trova una Lombardia a macchia di leopardo. Stessa situazione nel resto d'Italia. E gli avvocati dicono: «l'inclusione scolastica è un diritto, non possono esserci attenuanti legate a motivi economici e organizzativi per la mancata erogazione dei servizi di assistenza e trasporto»

di Sara De Carli

Mentre la vicenda di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico lasciato a terra da un taxi per via della sua carrozzina, ha fatto il giro del web e dei tg nazionali, portando i taxisti torinesi a mettere a disposizione gratis due taxi attrezzati per i disabili domenica 27 settembre, la vicenda dei mancati servizi per gli alunni con disabilità continua a rimanere relegata nelle pagine della cronaca locale. E il Ministero dell’Interno, più e più volte sollecitato, non dà alcuna informazione su quante siano state le richieste arrivate dalle province per il riparto dei 30 milioni stanziati in emergenza dal Governo per l’avvio dell’anno scolastico, buoni giusto per arrivare al 2015, ma forse non abbastanza neanche per quello.

Le cronache intanto raccontano di assistenti che mancano a Roma, a Pescara, a Parma, in Campania. L’associazione Carrozzine determinate, da Pescara, racconta di un trasporto completamente assente. A Cremona lo stesso. Sollievo a Mantova, che ha trovato i soldi per coprire il servizio fino alla fine dell’anno scolastico. A Pavia coprono solo la metà dei servizi. A Parma il Comune ha affidato i servizi a due nuove coop, che hanno vinto la gara con un ribasso del 10% e sono bloccate dal ricorso al tar dei precedenti appaltatori. A Napoli l’appalto scadrà a dicembre 2015, con il nuovo anno chissà.

LEDHA, che da mesi presidia con attenzione la situazione a macchia di leopardo che si è creata dopo la legge Delrio, fa il punto sulla Lombardia. A più di dieci giorni dall'inizio dell'anno scolastico in Lombardia sono ancora molti i bambini e ragazzi con disabilità che non riescono a frequentare regolarmente le lezioni, sebbene le diverse Province e la Città Metropolitana di Milano si siano attivate.
La Città Metropolitana di Milano, ad esempio, ha delegato ai Comuni l'erogazione dei servizi: alcuni di questi non hanno ancora dato alle famiglie l'autorizzazione alle assunzioni per gli assistenti alla comunicazione, altri hanno già dato il via libera ai genitori. Più tranquilla la situazione in province come Bergamo, Como e Lodi, sebbene in alcuni casi il servizio sia stato garantito solo fino a dicembre 2015. «La situazione non è adeguata a rispondere ai diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado in Lombardia», commenta Alberto Fontana, presidente di LEDHA. «Continueremo a monitorare la situazione e supporteremo quelle famiglie che dovessero decidere di presentare un ricorso per tutelare il diritto all'istruzione e alla non discriminazione per i propri figli».

Restano poi altre perplessità relative alle risorse economiche a disposizione. Nell'ambito dell'intesa con l'Unione delle Province Lombarde, Regione Lombardia si era impegnata a rendere disponibili 10 milioni di euro per l'anno 2015. La Città Metropolitana di Milano ha annunciato lo stanziamento di contributi forfettari per l'erogazione dei servizi: 3.500 euro per ogni studente del secondo ciclo con disabilità non sensoriale, 5.000 euro per alunni e studenti con disabilità sensoriale “pura”, 3.000 euro per alunni e studenti con disabilità associate. «Il rischio è che per i casi più gravi queste risorse non bastino a garantire la copertura di ore previste dal PEI (Progetto educativo individuale) che è l'unico documento cui ci si deve attenere per erogare le ore di assistenza», spiega Ledha. «Devono essere erogate tutte le ore di assistenza di cui ogni bambino e alunno con disabilità ha bisogno», aggiunge Armando de Salvatore, membro del consiglio direttivo di LEDHA.

LEDHA ha più volte sottolineato che l'inclusione scolastica per i bambini e i ragazzi con disabilità rappresenta un diritto fondamentale, sancito dalla legge: «Non possono esserci attenuanti legate a motivi economici e organizzativi per la mancata erogazione dei servizi di assistenza e trasporto. Qualsiasi mancanza o ritardo nell'erogazione di questi servizi rappresenta una discriminazione, e come tale può essere sanzionata da un tribunale», dice l'avvocato Laura Abet del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”.

Photo by Getty Images


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