Welfare & Lavoro

Staminali embrionali e Sla, la cura di Vescovi segna il primo goal

Dopo tre anni e 18 pazienti trapiantati, il trial clinico guidato da Angelo Vescovi che utilizza cellule staminali embrionali adulte in pazienti con SLA ha terminato la fase I con successo. Parte ora la fase II, mentre a breve verrà depositata la richiesta per partire con una sperimentazione anche sulla sclerosi multipla

di Sara De Carli

Dopo tre anni e diciotto pazienti osservati, la scienza può dire che le cellule staminali cerebrali umane sono sicure. L’Associazione Revert Onlus (la ex Neurothon Onlus, il promotore del progetto fin dal 2003) e l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, in collaborazione con la Fondazione Cellule Staminali hanno presentato oggi a Roma, i risultati del trial clinico di fase I sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che ha sperimentato l’utilizzo su pazienti con SLA di cellule staminali cerebrali umane prodotte in stretto regime GMP (Good Manufacturing Practice) e certificate dall’AIFA.

Si tratta di una sperimentazione di cui si parla da molti anni, il cui primo trapianto era avvenuto nel giugno 2012, su un uomo di 31 anni: era il primo al mondo. La sperimentazione è terminata il 5 giugno 2015, con il trapianto delle staminali nel midollo nel diciottesimo paziente. Non sono stati rilevati eventi avversi importanti imputabili alla procedura chirurgica o alle cellule trapiantate e i risultati clinico-chirurgici sono significativamente migliori della sperimentazione parallela che si sta svolgendo in contemporanea negli Stati Uniti.

S.E. Monsignor Vincenzo Paglia Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e Presidente di Revert Onlus, ha sottolineato: «Sono molto fiero dei risultati raggiunti dalla nostra ricerca, unica nel suo genere e scevra da qualunque problematica etica e morale. La strada è ancora lunga e per continuare abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, ma dopo oggi siamo più consapevoli nel poter dare una speranza in più a tutti i malati di SLA».

Da oggi si apre quindi la strada al trial clinico di fase II, in cui è previsto il trapianto in 60-80 pazienti SLA: dopo aver verificato la sicurezza delle cellule e della modalità operativa, si punta ora a individuare il dosaggio e verificare il grado di efficacia delle cellule staminali cerebrali usate in questa prima fase. La novità è tutta nelle cellule. Si tratta di cellule staminali cerebrali umane provenienti da feti deceduti per cause naturali, cellule quindi che non presentano nessuna problematica etica e morale. Angelo Vescovi era stato uno strenuo difensore delle cellule staminali adulte ai tempi del dibattito attorno al referendum sulla legge 40, sostenendo che la ricerca poteva benissimo progredire puntando tutto sulle staminali adulte anziché sulle staminali embrionali.

La sperimentazione in questione ha una storia lunga 13 anni. I lavori preparatori erano iniziati nel 2002, il laboratorio di Terni, finanziato e sostenuto fra gli altri anche da monsiglnor Vincenzo Paglia e dalla Diocesi di Terni (oggi Paglia è presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia) partì nel 2007, la raccolta delle cellule nel 2010, dopo che l’Aifa diede la certificazione Gmp (Good Manufacturing Practices), il reclutamento dei pazienti malati di Sla nel 2011: secondo quanto dichiarò l'onorevole Angelo Cera al question time della Camera nel 2011, arrivarono immediatamente 5mila richieste di persone malate di SLA che volevano partecipare alla sperimentazione, che fin dall’inizio prevedeva di arruolare soltanto 18 pazienti.

Accanto al trial clinico di fase II, entro il mese di ottobre verrà depositato all'AIFA il protocollo clinico per procedere alla sperimentazione di fase I sulla Sclerosi Multipla. Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Alzheimer sono alcune tra le patologie neurodegenerative più note che affliggono una larga parte della popolazione e per le quali ancora oggi non esistono terapie risolutive. La strada intrapresa dall’Associazione Revert Onlus è lo studio delle cellule staminali cerebrali e delle loro applicazioni cliniche come reale possibilità per trovare finalmente una cura.

Photo by MAURICIO LIMA/AFP/Getty Images


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