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A Cometa nasce il primo Liceo in apprendistato d’Italia

La Buona Scuola aumenta e rende obbligatorie le ore di alternanza scuola-lavoro, un'opportunità fino ad ora sfruttata solo dall'8,7% degli studenti. La scadenza del 30 ottobre ha messo in difficoltà molte scuole, ma non Cometa, che a Como lancia il primo Liceo artigianale, con una settimana al mese in azienda

di Sara De Carli

A partire da questo anno scolastico, le scuole dovranno obbligatoriamente proporre ai ragazzi più grandi, dalla terza superiore in su, percorsi di alternanza scuola-lavoro, che dovranno durare 400 ore negli istituti tecnici e professionali e 200 nei licei. Entro il 30 ottobre gli Istituti superiori dovevano presentare agli Uffici Scolastici Regionali un progetto che indicasse obiettivi, modalità, strategie e contesti professionali attraverso i quali porre in essere i percorsi di alternanza scuola lavoro, richiesta che pare aver gettato nel panico molte scuole, un po’ per i tempi stretti in cui individuare i “soggetti ospitanti”, un po’ perché l’alternanza scuola lavoro, che pure esiste da dieci anni nelle leggi italiane, è stata fin’ora poco considerata all’interno delle scuole. L’Indire, per conto del MIUR, ha monitorato i percorsi attuati e ha scoperto che nell’anno scolastico 2012/13 ha proposto un percorso di alternanza il 45,6% delle scuole secondarie di secondo grado (3.177 su 6.972), coinvolgendo 227.886 studenti, solo l’8,7% della popolazione scolastica. La Lombardia, che ha da poco varato una legge regionale ad hoc, è più avanti, qui nell’anno scolastico 2014-2015 le esperienze di alternanza hanno coinvolto 473 scuole (il 78%), 81.390 studenti e 21.838 aziende. La Buona Scuola ha trovato assolutamente pronta invece Cometa, che ha Como per il prossimo anno scolastico lancia addirittura una nuova scuola, il Liceo Artigianale, il primo liceo scientifico in apprendistato in Italia. Alessandro Mele, direttore generale di Cometa, ci presenta la novità.

Cometa per il prossimo anno scolastico lancia una nuova scuola, il Liceo Artigianale. È una scuola che in Italia non esisteva, tant'è che la maturità che si consegue è la maturità scientifica, però al tradizionale percorso di liceo si affiancano delle novità. Quali?

La novità più evidente è la nascita del primo liceo scientifico in apprendistato in Italia, ma per i più attenti l’innovazione più acuta è la provocazione culturale di questa proposta didattica. Il progetto nasce come risposta all’urgenza di tornare alla conoscenza come esperienza di libertà, incontro tra la persona e la realtà: la didattica delle scienze, come accade nelle STEM Academy statunitensi, ma anche quella delle humanitas, partiranno dalla realtà e il lavoro sarà l’ambito e la modalità dove i ragazzi potranno sperimentare la conoscenza, come profondità del rapporto con la realtà. Il lavoro, e il lavoro artigianale in particolare, diventa così lo strumento per appassionare nuovamente i ragazzi alla conoscenza.

La legge sulla buona scuola scommette molto sull'alternanza, introducendo in maniera strutturale 200 ore di alternanza anche nei licei. Cometa ha sempre puntato sul creare relazioni molto strette fra lavoro e scuola, in base alla vostra esperienza perché questo è un passo necessario per migliorare la scuola e la formazione dei giovani?

È un passo indispensabile. La nostra scuola si è progressivamente schiacciata sulla posticipazione del senso: si studia con la convinzione che “poi” se ne capiranno le ragioni. La crisi educativa chiede di riappropriarsi dello scopo dell’apprendimento, perché i ragazzi possano accettare il sacrificio della strada. E in questo il lavoro è un grande facilitatore, un eccezionale maestro. L’obiettivo tutto italiano sarà quello di riconquistare il grande patrimonio culturale ed intellettuale della nostra tradizione, mostrando quake forza esso abbia di spiegare, supportare e far entrare ciascuno nella vita.

Perché questo è necessario non solo per ragazzi che frequentano una formazione tecnica, più orientati al mondo del lavoro, ma anche in un liceo, dove gli studenti sono più proiettati all'università che non a un ingresso immediato nel mondo del lavoro?

Il mio amico l’architetto Mario Botta mi raccontava che da giovane fece l’apprendistato e solo attraverso il lavoro scoprì la voglia di conoscere. Quindi si iscrisse al liceo artistico. Poi mentre frequentava l’Università di architettura di Venezia sperimentò quale immensa fortuna fosse la capacità di dare concretezza al sapere che per i suoi compagni rimaneva astratto e teorico, proprio grazie alla sua originaria esperienza di apprendistato. La cultura moderna si è schiacciata sull’apparente, creando un dualismo tra la dimensione di senso e le istruzioni per l’uso. Solo un’introduzione stabile al rapporto con il reale permetterà di ridare non solo ai ragazzi, ma anche e soprattutto agli adulti educatori la possibilità di tornare prepotentemente all’unità di mente e corpo tipica dell’esperienza della conoscenza umana. Direi con Dante “solo da sensato apprende, ciò che poscia fa degno di intelletto”.

Una settimana al mese da voi i ragazzi andranno in azienda e ogni ragazzo sceglierà la filiera produttiva che preferisce. Cosa faranno concretamente i ragazzi, quali obiettivi? Come è possibile far convivere le scelte individuali diverse, cioè realizzare un percorso veramente personalizzato per ogni alunno?

Da noi i ragazzi potranno scegliere fra tre aree – legno, tessile e ristorazione – e potranno svolgere i laboratori presso Cometa e presso le aziende partner. I ragazzi saranno introdotti all’esperienza lavorativa dotati di strumenti che favoriscono l’osservazione, la riflessione e quindi la maturazione di un giudizio. Anche la didattica in aula è progettata per problemi e per progetti, a partire dalle dinamiche trasformative dell’esperienza del lavoro. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi ad incontrare la conoscenza come storia di uomini capaci di partecipare con la loro libertà alla trasformazione del mondo, per ordinare e generare valore.

Cometa ha non solo un'esperienza in questo campo ma anche una riflessione accademica in corso sul modello di scuola in azienda: a che punto siete?

A marzo del 2016 ci sarà la discussione delle prime tesi di dottorato. Abbiamo 15 dottori di ricerca in apprendistato che stanno conducendo una riflessione per imparare ciò che insegnano, e creare un modello di apprendimento attraverso l’esperienza. Finalmente iniziamo a raccogliere i frutti del grande investimento fatto in questi ultimi 3 anni, grazie anche all’università di Bergamo e al rapporto con alcune università americane.

Regione Lombardia ha da poco approvato una legge sul sistema duale di istruzione, che opportunità apre? Si poteva invece fare meglio?

È un importante passo in avanti per favorire l’integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Tutto è migliorabile, ma è davvero importante iniziare a lavorare su queste nuove opportunità. Il tempo si fa breve e non possiamo sbagliare sulla pelle dei nostri ragazzi.

Sembra che le scuole siano state un po' spiazzate dalla Buona Scuola: ci saranno state oggettive difficoltà logistiche (contattare, sottoscrivere, progettare), ma conta anche il fatto che moltissimi docenti non sono pronti (per mentalità e competenze) a immergersi in una riformulazione così radicale del tempo scuola e dei suoi contenuti? Famiglie e gli studenti sono preparati?

Per i grandi cambiamenti non si è mai pronti. Occorrerà fare tutto il possibile per accompagnare gli impegni che la riforma chiede, ma per carità non fermiamoci per le paure o le resistenze al cambiamento.


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