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“Se fossi nato in…”, ecco la nuova serie web dell’ong ActionAid

Presentata con uno show cooking al Museo delle Culture di Milano, che ha visto protagonisti Chef Rubio e Marco Delvecchio, è dedicata alle sfide che un bambino nato in un paese povero o emergente deve affrontare per poter coltivare i propri sogni

di Redazione

Cosa sarebbe successo a Chef Rubio se fosse nato in Kenya? E il calciatore Marco Delvecchio sarebbe diventato Super Marco, se fosse nato in Brasile? Le sfide che un bambino nato in un paese povero o emergente deve affrontare per poter coltivare il suo sogno, la sua passione o il suo talento, sono sicuramente più grandi di quelle di un bambino nato in Italia.

E’ questo il cuore di “Se fossi nato in…”, la serie web innovativa realizzata da ActionAid Italia e presentata ieri al MUDEC, il Museo delle culture di Milano. “Se fossi nato in…” ha visto il coinvolgimento di quattro celebrities, Chef Rubio, Giorgia Surina, Marco Delvecchio e Mago Forest, provenienti da diversi mondi (sport, spettacolo, cucina, comicità): quattro star che si sono trovate a confrontare la loro passione e il loro talento con la vita quotidiana dei bambini di quattro paesi poveri o emergenti, India, Kenya, Tanzania e Brasile, dove ActionAid è presente e lavora per dare loro una possibilità di un futuro migliore.

La nuova serie web, in 10 puntate sarà online sulle home page di Libero.it e Virgilio.it, i portali di Italiaonline , la prima internet company italiana, a partire dal 10 novembre e sulla sezione sociale di Corriere della Sera http://sociale.corriere.it/. Si tratta di un format che con un taglio narrativo e un linguaggio ironico vuole mettere a confronto mondi diversi: se uno dei quattro personaggi “fosse nato in…” un paese povero, pur avendo talento e passione non avrebbe avuto le stesse possibilità e non sarebbe probabilmente quello che oggi è.

“Se fossi nato in…” segue i viaggi delle quattro star a contatto con le comunità povere, raccontando le loro impressioni e le sfide lanciate dai bambini che hanno incontrato nei luoghi dove ActionAid lavora. “Siamo davvero molto felici della collaborazione con la sezione sociale di Corriere della Sera e con Italiaonline, perché è molto in linea con lo sforzo di ActionAid di impostare una comunicazione sociale innovativa e cambiare la narrazione della povertà in modo che raggiunga sempre più il grande pubblico”, ha commentato Sofia Maroudia, Direttore generale di ActionAid Italia . “Allo stesso tempo, volevamo veramente dare idea di come il lavoro di ActionAid, accanto a milioni di bambini in oltre 45 paesi, può fare la differenza; e per continuare il nostro lavoro abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.

“La buona cucina è cultura e quindi ricchezza. Nel mio viaggio in Kenya mi sono preoccupato principalmente di trasmettere questo principio ai bambini che ho incontrato. Con le materie prime presenti in Kenya siamo riusciti a creare assieme dei piatti gustosi della loro tradizione. E soprattutto siamo stati uniti in un convivio tra i più giocosi e interessanti a cui abbia mai partecipato. Uno di quelli dove è lo spirito ad averne il maggior nutrimento” ha dichiarato Chef Rubio al pubblico presente in sala.

“Il calcio è un linguaggio universale che mi ha permesso di comunicare con i bambini brasiliani che ho incontrato nel viaggio con ActionAid. E’ stata un’esperienza molto intensa, ma ho potuto toccare con mano quanto sia importante che ognuno di noi scenda in campo perdare a tutti i bambini, a qualsiasi latitudine geografica, la possibilità di avere i loro diritti”, ha commentato Marco Delvecchio.


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