Comitato editoriale

Mille dirigenti Csi ad Assisi per dar forza allo sport di base

Massimo Achini: «Un’occasione per riandare alle motivazioni profonde dell’impegno educativo come volontari». Da qui sarà lanciata una nuova campagna di sensibilizzazione per valorizzare l'esperienza sportiva di base schiacciata da troppa burocrazia

di Antonietta Nembri

Un appuntamento tradizionale che si ripete da sedici anni, ma non scontato. Un momento di incontro associativo, che è anche, come sottolinea il presidente del Centro sportivo italiano, Massimo Achini «un appuntamento non solo della vita del Csi, ma di tutto lo sport italiano. È un’occasione per mille dirigenti provenienti da tutta Italia per fermarsi un attimo e riandare alle motivazioni profonde dell’impegno educativo come volontari». Questo e molto di più sono le giornate di Assisi – dal 4 al 6 dicembre – che quest’anno hanno come slogan e titolo “Alla luce del sole”.

Tre giorni per il “popolo del Csi” cui parteciperanno anche i grandi dirigenti dello sport italiano. Quest’anno sono stati organizzati dieci tavoli di lavoro che affrontano a 360 gradi le sfide per il futuro delle società sportive di base che, è ancora Achini a parlare «stanno vivendo un momento di emergenza. Sono una delle ricchezze del nostro Paese, sono la più grande forma di volontariato che è però schiacciata dalla burocrazia. Per questo i dieci tavoli tematici vedranno i dirigenti protagonisti per elaborare proposte che diano forza allo sport di base».

Alla vigilia delle giornate di Assisi il presidente Achini punta su due argomenti: l’attività sportiva giovanile che è «la priorità delle priorità perché la formazione è una delle grandi sfide dello sport italiano» e poi l’idea di un Csi «povero per i poveri». In pratica capace di puntare sulla «capacità di farsi prossimo, portando gli sport di base ovunque. Siamo stati i primi a portare lo sport in carcere, a fare attività con i disabili» continua Achini. «Dobbiamo ora approfondire la nostra vocazione di associazione di frontiera che porta lo sport in tutte le forme di povertà e qui si legano le nostre attività di volontariato sportivo internazionale come l’ultima esperienza in Kurdistan, dopo Haiti, il Camerun e il Ruanda…». A questi punti si lega in particolare il tavolo tematico “L’impegno del Csi tra vecchie e nuove povertà”.

Ma da Assisi, in modo trasversale a tutti i tavoli tematici, vuole prendere il via una campagna di sensibilizzazione dedicata ai problemi che stanno vivendo le società sportive di base che, osserva Massimo Achini «ricevono tante pacche sulle spalle e complimenti, ma di fatto sono lasciate sole da tutti, dal Coni come dal governo. Chiederemo alleanze per non disperdere la ricchezza di esperienze che abbiamo».

Tra i problemi per Achini vi è il peso della burocrazia e di normative che non fanno differenza tra la squadretta dell’oratorio o del quartiere e una società sportiva di serie C. «Il presidente di una nostra società sportiva, per esempio, che di mestiere fa l’impiegato e che si è preso l’onere di far vivere la squadre dei ragazzini del quartiere per il valore educativo di questa attività, passa metà del suo tempo dal commercialista e se sbaglia una cosa sulla norma per i defibrillatori rischia un reato penale. Il rischio è che si disinnamori, perda la passione che lo ha guidato fino a oggi». Una cosa Achini tiene a precisarla: «Non chiediamo soldi, chiediamo dignità e riconoscimento della funzione educativa che abbiamo».

Un ruolo fondamentale, conclude Achini «basti pensare a tutta la tematica dell’integrazione. Dove se non nello spogliatoio della squadra di quartiere i ragazzini italiani e figli di immigrati si ritrovano? E a tenerli insieme è l’allenatore che magari nella vita fa il tassista. E invece di valorizzare il suo ruolo lo si carica di incombenze burocratiche. Il mio non è uno spirito polemico ma una richiesta di attenzione. Per questo voglio accendere i riflettori su questa realtà».