Education & Scuola

Così la scuola uccide la creatività (e il futuro)

Ken Robinson lancia la sfida all'istruzione: le sfide del tempo in cui viviamo hanno bisogno di un approccio creativo, ma la scuola è rimasta ancorata a vecchi modelli. «È come voler tenere la rotta per il futuro sbirciando in continuazione nello specchietto retrovisore»

di Sara De Carli

Perché i bambini pensano tutti di essere molto creativi e invece la maggior parte degli adulti pensano di non esserlo per niente? Cosa cambia quando cresciamo? La colpa è della scuola, che uccide la creatività. È questa la provocatoria tesi di Ken Robinson – professore emerito all’Università di Warwick, Gran Bretagna, che ha spopolato nel mondo con le sue conferenze TED – nel libro Fuori di testa. Perché la scuola uccide la creatività, appena pubblicato da Erickson.

«Tutti nasciamo con talenti naturali, ma pochi di noi li scoprono né sono in grado di svilupparli. Paradossalmente, una delle cause di questo immenso spreco di talenti è proprio la scuola, il sistema che dovrebbe valorizzarli. Gli attuali approcci all’istruzione sono infatti impregnati di convinzioni sull’intelligenza superate e adottano valutazioni standardizzate che soffocano la creatività e appiattiscono le ambizioni», afferma Robinson.

Eppure, più il mondo diventa complesso più dobbiamo essere creativi. Tutti dicono che c’è bisogno di persone che pensino in modo creativo, che siano flessibili e veloci ad adattarsi. E allora? Che fare? Intanto il titolo, che viene dalla frase finale della prefazione del volume: «Non riusciremo a tenere la rotta nell’ambiente complesso del futuro sbirciando incessantemente in uno specchietto retrovisore. Farlo vorrebbe dire essere fuori di testa». Lo stiamo facendo davvero? Secondo Robinson sì: «L’attuale orientamento delle politiche per l’istruzione è mosso da una sorta di mania: anziché riflettere e discutere sulle strategie necessarie per affrontare questi straordinari cambiamenti, si ripete uno stanco mantra sull’innalzamento degli standard scolastici tradizionali. Ma questi standard sono stati concepiti per altri tempi e altri scopi».

Ecco perché è importante trasformare l’istruzione per riaccendere le capacità creative di tutti e affrontare le vere sfide di vivere e lavorare nel XXI secolo: «Le capacità creative di generazioni di persone sono state sacrificate inutilmente a un’illusione scolastica», afferma Robinson. «I bambini con ottime capacità scolastiche spesso non riescono a scoprire le loro altre capacità. Quelli con minori capacità scolastiche potrebbero avere altre grandi capacità che rimangono latenti. Possono compiere il loro intero percorso di istruzione senza arrivare mai a conoscere le loro reali capacità. Possono rimanere delusi, risentirsi per il loro «insuccesso» e arrivare semplicemente alla conclusione di non essere molto intelligenti. Alcuni di questi falliti a scuola hanno poi grande successo nella vita adulta. Quanti altri invece no? L’intelligenza umana comprende anche la capacità di svolgere le attività scolastiche; questo non significa che le attività scolastiche siano tutta l’intelligenza. Per preparare le persone al futuro dobbiamo riuscire a vedere le loro reali capacità al di là dell’illusione scolastica e a vedere come questi vari aspetti della capacità umana possano potenziare, anziché mettere in ombra, gli altri».

Come cambiare? Insegnando a usare la creatività, perché la creatività si può imparare. «Insegnare a usare la creatività significa facilitare il lavoro creativo degli altri. Insegnare a usare la creatività implica porre domande aperte alle quali possono esserci molteplici risposte; lavorare in gruppo a progetti collaborativi; usare l’immaginazione per esplorare possibilità; fare collegamenti tra modi diversi di vedere ed esplorare ambiguità e tensioni che potrebbero esserci fra di essi. Per insegnare a usare la creatività occorre insegnare in modo creativo. Insegnare a usare la creatività implica tre compiti interconnessi: incoraggiare, riconoscere e sviluppare».

La conclusione di Ken Robinson è questa: «Che sia nel settore pubblico o privato, nelle scuole o nelle famiglie, educare in modo creativo e promuovere la creatività non è un lusso di cui si può fare a meno. È essenziale per permettere a tutti noi di costruirsi una vita che valga la pena di essere vissuta e per sostenere un mondo nel quale valga la pena di vivere. Le circostanze culturali in cui noi e i nostri figli dobbiamo trovare la nostra strada sono completamente diverse da quelle del passato: non possiamo affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con le ideologie dell’istruzione del Diciannovesimo. Abbiamo bisogno di un nuovo Rinascimento che valorizzi forme diverse di intelligenza e che alimenti relazioni creative fra le discipline e fra istruzione, economia e comunità più ampia. Trasformare l’istruzione non è facile, ma il prezzo dell’insuccesso è troppo alto da pagare, mentre i vantaggi del successo sono più di quanti riusciamo a immaginare».

Foto Getty Images


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