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Via alla corsa per le Case Cantoniere

Un accordo siglato tra Anas, Demanio e ministeri della Cultura e dei Trasporti, ha liberato i vecchi edifici rossi lungo le strade statali, che ora potranno essere gestiti da associazioni o imprese sociali. Si parte con progetti pilota per le prime 30 case

di Anna Spena

Fino agli anni ‘80 ci abitavano gli operai addetti alla manutenzione delle strade. Poi poco alla volta però sono state dismesse: sono le 1.244 Case Cantoniere distribuite su tutto il territorio nazionale che prendono il nome proprio da chi le abitava, i “cantonieri”. Tutte di colore rosso pompeiano le case appartengono all’Anas. Pochi giorni fa però è stato sottoscritto un accordo destinato a ridare nuova vita a questi edifici così caratterizzanti del paesaggio italiano. È stato sottoscritto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, da quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dall’Anas, e dall’Agenzia del Demanio. L’obiettivo è quello di implementare un progetto pilota che partirà dall’analisi delle potenzialità di un primo gruppo composto da 30 case. In seguito il progetto verrà esteso anche ad altri beni pubblici dismessi appartenenti allo Stato, agli Enti territoriali e ad altri Enti pubblici.

«Le Case Cantoniere», ha dichiarato il ministro Dario Franceschini «costituiscono un brand formidabile per promuovere quel turismo sostenibile necessario allo sviluppo sociale, economico e culturale dei tanti territori ricchi di arte, tradizioni enogastronomiche e bellezze paesaggistiche che rendono l’Italia un Paese unico al mondo. Grazie alla voglia di fare di chi saprà cogliere questa opportunità, luoghi oggi abbandonati diverranno ostelli, ciclofficine, punti di ristoro per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire l’Italia al giusto ritmo».

Si tratta di una grande opportunità per avviare micro imprese di imprenditoria giovanile, legate ad esempio al turismo sostenibile. Organizzazioni non profit fondazioni, e anche singoli cittadini potranno infatti presentare progetti per prendere in gestione una delle case. Sarà poi il Demanio a stabilire la validità della proposta e iniziare le pratiche per il trasferimento dell’immobile.

«La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico», spiega Roberto Reggi, direttore del Demanio, «è oggi una grande opportunità per realizzare progetti concreti di slow travel, rimettendo in funzione beni abbandonati lungo itinerari turistici e culturali di grande valore». Secondo le valutazioni fatte dall’Anas, su 1244 Case Cantoniere, a parte le 30 destinate ai Progetti pilota, sono 650 quelle disponibili, di cui 150 certamente destinate a riqualificazione per progetti turistico culturali, perché in aree strategiche.

Anche Salvatore Settis, il più autorevole storico dell’arte itliano, in genere molto contrario a tutti i processi di dismissione del patrimoni da parte dello stato, s’è detto favorevole al progetto. In un’intervista al Manifesto ha commentato così l’iniziativa lanciata dall’agenzia del Demanio: «Avendo ormai perso la loro funzione, la trasformazione delle case Cantoniere in infrastrutture di servizio o agriturismi, non può che essere positiva. D’altra parte, non possiamo immaginare che ognuna di esse diventi un museo, perché l’Italia ridotta a museo muore».

Quello che è certo è che non potrà essere alterato il caratteristico colore rosso pompeiano che, oltre alla collocazione e a una certa architettura, è elemento fondamentale che le contraddistingue. Così le Case Cantoniere continueranno ad essere riconoscibili lungo le strade italiane.


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