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Sostenibilità sociale e ambientale

Rischiano l’estinzione razze rare di asini, mucche, pecore e capre

Secondo Coldiretti sono 130 quelle a rischio nel nostro Paese: dall'asino romagnolo alla capra Girgentana, alla gallina Polverara. Secondo la Fao nel mondo è in pericolo il 16% delle razze.

di Redazione

Non sono solo gli animali selvatici a rischiare l’estinzione. Solo nel nostro Paese sono 130 le razze a rischio tra mucche, cavalli, asini, pecore e capre. A livello mondiale, in base all’allarme lanciato dalla Fao il 17% delle razze è in pericolo di scomparsa, mentre un altro 60% è giudicato in uno stato di rischio “sconosciuto per mancanza di dati sulla dimensione e la struttura della popolazione”. E proprio analizzando l’allarme della Fao Coldiretti lancia il suo grido d’allarme per la biodiversità degli animali da allevamento in Italia.

In una nota viene sottolineato come «grazie all’impegno degli allevatori italiani per garantire la biodiversità degli allevamenti nazionali sono state salvate dalla scomparsa ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini» e questo, sottolinea Coldiretti, «sulla base dei dati dei Piani di Sviluppo Rurale della passata programmazione».

Se dell’asino romagnolo, noto per il suo temperamento vivace – continua la Coldiretti – sono rimasti solo 570 esemplari impegnati nella produzione di latte uso pediatrico e per l’onoterapia, della capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo si contano circa 400 capi per la produzione di latte destinato alla tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro in gesso e/o pietra, che in passato venivano murate per nasconderle ai briganti. Ma ci sono anche – continua la Coldiretti – la gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, la Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare, i bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia che annovera una popolazione di appena 145 capi o quelli di razza Pontremolese che sono rimasti appena in 46.

Un’importante azione di recupero di queste razze si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica presenti in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Perché il problema non riguarda solo la fauna.
Si stima che almeno 200 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 100 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta – continua la Coldiretti – trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica che possono contare su circa diecimila punti vendita.

«È questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari», conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo sottolineando che «si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire».

In apertura foto di Angelo Cucca/Afp/Getty Images


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