Welfare & Lavoro

Disabilità e servizi ex-province, arriva il riparto dei 30 milioni

Annunciato il riparto dei 30 milioni stanziati a giugno per i servizi che dovevano garantire nel 2015 il diritto allo studio degli alunni con disabilità. Sono passati sette mesi e manca ancora il visto della Corte dei Conti, quindi quei soldi non possono ancora essere pagati

di Sara De Carli

Tre mesi e mezzo dopo il termine per la presentazione delle domande, il 29 dicembre il Ministro del Consiglio ha firmato il DPCM che ripartisce il contributo di 30 milioni in favore delle province e delle città metropolitane, per l’anno 2015, per esigenze relative all'assistenza degli alunni con handicap fisici o sensoriali. Il contributo era stato stanziato a metà giugno con l’articolo 8, comma 13-quater del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78.

Il DPCM (in allegato) ricalca in toto quanto già noto e diffuso informalmente da mesi (in un nostro articolo del 16 ottobre 2015 la bozza di riparto dei fondi corrisponde in toto al decreto approvato). E tuttavia un altro mese c’è voluto per dare notizia ufficiale della firma del DPCM, notizia che è stata data dal Ministero dell’Interno solo tre giorni fa, il 28 gennaio 2016. Ma non è ancora finita: oper avere i soldi, province e città metropolitane dovranno aspettare ancora: il Ministero infatti specifica che «tutte le procedure amministrative – contabili connesse con l’attribuzione del contributo erariale in oggetto» potranno essere avviate solo dal «momento in cui il richiamato D.P.C.M. verrà registrato dalla Corte dei Conti» e quindi pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Un trattamento ben diverso l’hanno avuto i 30 milioni – stessa cifra – stanziati sempre dall’articolo 8, ma questa volta comma 13-quater del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 e che attribuivano un contributo alle province «per sopperire a specifiche straordinarie esigenze finanziarie» e «per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili»: il decreto per quei 30 milioni è stato perfezionato in data 8 ottobre 2015, registrato alla Corte dei conti e il 17 novembre era già in Gazzetta Ufficiale.


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