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Adhd, rimproverare i bambini iperattivi non li fa guarire

Uno studio americano mette in luce come «alti livelli di critica» espressi dai genitori nei confronti dei figli con deficit di attenzione e iperattività impedisca il miglioramento dei sintomi, che generalmente avviene col progredire dell'età. Un'atmosfera serenae costruttiva, invece, favorisce la scomparsa delle manifestazioni più gravi

di Gabriella Meroni

I rimproveri sono nemici della guarigione da adhd. E' questa la conclusione a cui è giunto uno studio dell'American Psychological Association condotto su ragazzi affetti dal cosidetto disturbo da deficit di attenzione e iperattività, un quadro che tende a migliroare spontaneamente con il progredire dell'età. Ma non per i bambini che vengono regolarmente criticati dai genitori. «Il motivo per cui i sintomi del'adhd declinino in alcuni bambini quando raggiungono l'adolescenza e e non per altri è da comprendere», ha detto Erica Musser, docente di psicologia presso la Florida International University e autrice dello studio. «Noi abbiamo scoperto che i bambini con adhd i cui genitori hanno regolarmente espresso alti livelli di critica nel corso del tempo sono meno propensi a sperimentare un declino dei sintomi».

Gli esperti hanno preso in esame un campione di 388 bambini con adhd e 127 senza, così come le loro famiglie, seguendoli nell'arco di tre anni. Il 69 per cento dei bambini con adhd erano di sesso maschile, il 79 per cento erano bianchi e il 75 per cento proveniva da famiglie con entrambi i genitori. I ricercatori hanno misurato il cambiamento dei sintomi nel triennio e misurato i livelli di critica e di coinvolgimento emotivo dei genitori. E' emerso quindi che un alto livello di critiche e osservazioni negative costante nel tempo era associato al persistere dei sintomi adhd nei bambini con questa diagnosi.

«Non possiamo affermare tuttavia, in base ai nostri dati, che la critica è la causa diretta dei sintomi», ha precisato la professoressa. «Ridurre le critiche dei genitori potrebbe portare però a una riduzione dei sintomi stessi, così come un miglioramento dei sintomi potrebbe anche portare a una riduzione delle critiche dei genitori». Attivando un circuito virtuoso in grado di migliorare il benessere dell'intera famiglia.


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