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Mattarella: «Il Servizio Civile è fondamentale per la nostra sicurezza sociale»

Il presidente della Repubblica ha festeggiato così al Quirinale i primi 15 anni dell’istituto. Il Capo Dipartimento Mauceri per l’occasione ha spiegato: «Ce la stiamo mettendo tutta per aumentare il numero di posti disponibili. L’obbiettivo è, insieme al Servizio Civile Universale, creare un sistema che riesca ad accogliere tutte le domande».

di Vittorio Sammarco

«Vi ringrazio per quel che fate. Il Servizio civile è sempre più utile allo sviluppo solidale della nostra società, alla formazione dei giovani, al rafforzamento di quella cittadinanza attiva che di ogni democrazia è il presupposto essenziale. Il Servizio affonda le radici nei valori della pace e della solidarietà; è sinonimo di inclusione, di apertura, di tensione morale, di frontiera mobile, in una società che pone domande sempre nuove a cui è doveroso cercare di rispondere».

Sono le parole con le quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha festeggiato il 3 marzo nei palazzi del Quirinale i 15 anni del Servizio civile nazionale, salutando i giovani volontari presenti in rappresentanza dei quasi 50mila colleghi che quest’anno stanno prestando il loro servizio alla patria, in modo non armato e non violento, dedicando un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico come prevede la Legge 6 marzo 2001 n.64, nata proprio quando ministro della Difesa era l’on Mattarella.

«Il nostro Paese, la nostra sicurezza sociale, le nostre priorità costituzionali si possono servire in molti modi – ha continuato il Presidente – e di certo grande importanza rivestono gli impegni in favore delle persone più deboli, la salvaguardia del patrimonio artistico, la tutela dell’ambiente, la protezione civile, la cooperazione all’estero. Salvaguardare il tessuto connettivo di una comunità e avere cura dei beni comuni sono condizioni indispensabili, affinché il corpo sociale possa costantemente rigenerarsi e avere un futuro positivo. Il futuro del Paese e dell’Europa è costituito dai giovani ed è necessario correggere l’inerzia che rischia di accorciare pericolosamente i nostri orizzonti e ridurre tutto al tempo presente e agli interessi particolari. Oggi il Servizio civile può essere sempre di più un luogo concreto di protagonismo dei giovani. Luogo concreto dove matura la loro piena cittadinanza, e dove possono crescere le loro opportunità».

Sono stati 181 i pionieri che hanno aperto la strada agli oltre 349mila giovani, un po’ di più le ragazze che i maschi, tra i 18 e i 28 anni che dal 2001 hanno fatto una “scelta che cambia la vita”. Per carenza di fondi, però, non tutti coloro che hanno fatto domanda, in costante crescita rispetto ad alcuni anni di pausa, fino ad arrivare al picco di 148.501 domande lo scorso anno, 49.895 accolte e impegnati (comprensivi anche dei giovani che hanno scelto questa possibilità all’interno del Programma Garanzia Giovani, soprattutto quelli con più bassa qualifiche di studio). Cresce quindi il desiderio dei giovani di fare un'esperienza forte come questa.

In base alle risorse disponibili (aumentati a 100 milioni di Euro con l’ultima legge di Stabilità), per l'anno 2016 è previsto un bando ordinario di 40.000 volontari (al massimo per maggio, se tutte le procedure andranno in porto nei tempi previsti), in aumento rispetto al bando iniziale dello scorso 2015 (35.000). Il numero dei volontari, infatti, viene fissato annualmente sulla base delle risorse finanziarie disponibili.

Si può ipotizzare un aumento anche quest’anno?

«Ce la stiamo mettendo tutta, insieme con il ministro Poletti e il sottosegretario Bobba – dice a VITA il Capo Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale, cons. Calogero Mauceri – stiamo cercando di trovare risorse ulteriori proprio per coprire questa differenza; ci auguriamo che con risorse Europee o altre risorse possiamo incrementare il numero. Per quelli per cui la domanda non verrà accolta la prospettiva è andare verso il Servizio Civile Universale e fare in modo che progressivamente tutto il sistema consenta, anche sul piano organizzativo, di accogliere tutte le domande dei ragazzi».

«Gli imprenditori – ha detto nel saluto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – ci dicono che prima di chiedere a un giovane quello che sa cerchiamo di capire chi è, e cosa ha dentro, quali esperienze ha fatto: e il Servizio civile ci consegna un ragazzo che vive la dimensione della responsabilità, dello stare insieme, del prendere decisioni in un ambiente positivo. Ecco perché, unici in Europa, abbiamo inserito il Servizio civile nazionale anche nell’opzione di Garanzia giovani, riscontrando una risposta eccezionale che intendiamo ripetere anche quest’anno».

E a confermarlo sono le storie di Francesco, con i Caschi bianchi nel Kossovo, che pensa che “si può costruire una relazione di pace giorno dopo giorno, mattone dopo mattone”; o Mohammad, dall’Afghanistan, che si è sentito accolto dall’Italia che gli ha dato l'opportunità di essere un cittadino attivo, e per questo vuole “essere una risorsa per questo Paese e contribuire a farlo crescere”; o Domenico, che si occupa di persone con disabilità, ed è “soddisfatto nel raggiungere un obiettivo, dando passione e animo”; o Sergio, educatore alla legalità, in contesti difficili come Napoli, ma che non si scoraggia: “L’importante e parlare ai giovani di legalità 365 giorni all’anno; dobbiamo soprattutto far capire ai ragazzi da che parte stare. Il momento più bello è quando entrano nelle case confiscate ai boss e capiscono che quello diventa un bene comune. E’ la cosa più bella che ci può capitare.”

Un Servizio civile sempre più a dimensione internazionale

Si va facendo concreto il progetto di un Servizio Civile Universale, come delineato dal Ddl di riforma del Terzo settore (nelle prossime settimane in discussione in Parlamento dove è fermo da troppo tempo, ha detto Poletti).

«Il governo si è dato l’obiettivo di un Servizio civile europeo, – ha sottolineato Mattarella – impegno difficile ma possibile, obiettivo ambizioso e giusto da perseguire. L’Europa o è solidale o non è Europa. Non saranno soltanto i negoziati a decidere il nostro destino di comunità europea. L’Europa ha bisogno di valori, di ideali, di investimenti per il futuro, di solidarietà di cultura. Voi ne siete espressione».

In concreto. Intanto nel 2016 si avvia la fase operativa della collaborazione con la Francia che prevede la realizzazione di un progetto pilota con il coinvolgimento di 100 giovani italiani e francesi che svolgeranno il loro servizio civile in parte in Italia e in parte in Francia, grazie ad una rete di gemellaggi fra comuni, concentrata in particolare in ambiti di accoglienza ai rifugiati, della protezione dell'ambiente e della cultura.

È entrata nella fase operativa la sperimentazione dei “Corpi civili di Pace”, in attuazione dell’articolo 1, comma 253 della legge 27 dicembre 2013, n.147 che ha stanziato 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016. Gli scopi: promuovere in modo imparziale la solidarietà e la cooperazione a livello nazionale e internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi e alla persone e all’educazione alla pace fra i popoli. I 200 giovani (opportunamente formati e preparati prima di partire per evitare rischi) saranno così ripartiti: 125 nelle aree di conflitto, a rischio di conflitto o post-conflitto; 50 in aree di emergenza ambientale in Paesi esteri; e 25 in aree di emergenza ambientale in Italia.

Ancora pochi giorni, inoltre, fino alle 14 del 9 marzo, per la scadenza del bando di selezione di 50 volontari da impegnare in progetti di Servizio civile all’interno dell’iniziativa sperimentale europea International Voluntering Opportunities For All da realizzarsi nei Paesi Ue, iniziativa che si inserisce nell’ambito del Programma Erasmus+ (durata del servizio 6 mesi, di cui 4 all’estero: v. www.gioventuserviziocivilenazionale.gov.it)

«Le istituzioni sono in grande difficoltà e sentiamo soffiare venti di guerre, e molti cavalcano paure e sollecitando le difese in muri e barriere, fino a rinchiuderci in spazi angusti di scarsa libertà», afferma Giovanni Bastianini, presidente della Consulta Nazionale delle Associazioni per il Servizio civile, «Il Servizio civile è chiamato in causa dalle strategie della paura, e noi dobbiamo allargare con un esercizio responsabile di cittadinanza come risposta».

«Il tempo dedicato agli altri affina il senso della cittadinanza», ribadisce il Presidente. «La cittadinanza attiva è partecipazione, è costruzione di una rete di coesione sociale, è impegno con gli altri per cambiare in meglio le condizioni. La cittadinanza attiva sviluppa i diritti perché è cosciente dei relativi doveri. E dunque rafforza le istituzioni rendendole espressione di una democrazia realmente rappresentativa. Il Servizio civile è un ponte e dobbiamo fare in modo che sia edificato da un numero sempre maggior di giovani donne e uomini. Il mondo ha bisogno di sviluppare il dialogo e la cooperazione per combattere il terrore, contro i fautori dello scontro di civiltà. Le responsabilità che chi governa le nazioni dovranno assumersi per impedire che il fanatismo e la violenza prevalgano, non possono che poggiare su una base di rispetto e su una ricerca di umanità e di giustizia, di cui il volontariato è espressione. E il Servizio civile ha una stretta relazione con il volontariato e con le associazioni che lo promuovono. Anche questa è una linfa vitale della società. I volontari ci arricchiscono e tengono accesa la speranza contro la rassegnazione. Per questo vi dico grazie per il vostro impegno».


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