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Riforma del Terzo Settore, fiducia o iter infinito?

Ieri il provvedimento è sbarcato in Senato dove è mancato il numero legale. Il sottosegretario Bobba prevede che la discussione a palazzo Madama si possa chiudere mercoledì prossimo, prima che il testo venga rimandato alla Camera. Dove i giochi non paiono così chiusi. Quale strada prenderanno allora Boschi e Renzi?

di Redazione

617 giorni dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del testo di Riforma del Terzo Settore, la presidenza del Senato nella seduta di ieri che doveva avviare il confronto in Aula (qui il resoconto) in cui per tre volte di seguito è mancato il numero legale (nella maggioranza molti gli assenti dell’Ncd, 30 su 35 senatori) sulla votazione della pregiudiziale di costituzionalità sollevata dalla Lega, ha deciso il rinvio della dibattito a martedì prossimo.

Nel frattempo però i senatori hanno trovato il tempo di presentare altri 562 emendamenti al testo proposto dalla Commissione Affari Costituzionali, la metà predisposta dal Movimento 5 stelle («praticamente la fotocopia di quelli proposti in Commissione»), spiega il sottosegretario al Welfare Gigi Bobba).

Oltre mezzo migliaio di emendamenti che si vanno ad aggiungere ai 700 presentati a settembre giusto dopo lo sbarco del provvedimento in Senato e ai tanti altri presentati/ritirati/riscritti nel corso del dibattimento fra cui i 280 presentati in questi ultimi giorni con oggetto la nascitura Fondazione Italia Sociale. Insomma, malgrado le rassicurazioni del Governo non sembra proprio che questa Riforma sia in cima alle priorità dell’Esecutivo. Almeno nei fatti, visto che a parole, l’ultimo il ministro Giuliano Poletti nel suo intervento dell’altro ieri sul Corriere della Sera, il provvedimento è spesso citato a rappresentare l’attenzione del Governo per il sociale. Adesso però contano i fatti. «Martedì e mercoledì prossimi sono previste sessioni senza chiusura, se non ci saranno sorprese mi attendo che per il giorno 23 si arrivi al voto definitivo», prevede Bobba.

Staremo a vedere. Ma soprattutto staremo a vedere cosa succederà alla Camera dove la riforma farà capolino nelle prossime settimana per il disco verde definitivo. Secondo gli accordi presi a inizio anno dalla cabina di regia Governo-partito democratico voluta dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, si dovrebbe trattare di un passaggio esclusivamente formale. Nei corridoi di Montecitorio però sono già incominciati a circolare rumors che vorrebbero esponenti della minoranza democrats pronti a chiedere nuove modifiche. Cosa farà quel punto palazzo Chigi? Metterà la fiducia o lascerà che la riforma del Terzo settore che deve essere il primo finisca su uno dei tanti binari morti parlamentari?


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